San Francisco – Alla GDC abbiamo avuto una conferma: quando ti mostrano un gioco lontano dalle mura della fiera ufficiale non è detto che faccia schifo, anzi: spesso e volentieri si rivela una piacevole sorpresa. Certo, dando uno sguardo veloce ad Huntdown è palese che non stiamo parlando della novità dell’anno, infatti la sua peculiarità sta proprio in quel 16-bit style un po’ anni ’90, che i non più giovanissimi (come il sottoscritto) ricordano con tanta nostalgia.
Se Nex Machina riprende le meccaniche degli shooter di una volta, modernizzandole sotto quasi tutti i punti di vista, Huntdown punta invece a riproporre quel sano divertimento e quella veste grafica nella maniera più fedele possibile. All’epoca c’erano tantissimi esponenti del genere, ma per farvelo capire velocemente vi basterà pensare a Contra o al più recente Metal Slug, sparatutto a scorrimento laterale che lasciavano poco spazio all’intelligenza e richiedevano piuttosto riflessi, destrezza e velocità d’esecuzione. In Huntdown dovrete fare essenzialmente una cosa: sparare a qualsiasi cosa si muova, schivare i proiettili avversari, evitare di finire nel nulla per un salto calibrato male o saltare in aria per non aver notato una bomba o un barile pieno di carburante.
Una volta appresi questi concetti basilari per la sopravvivenza, potrete avventurarvi attraverso quattro ambientazioni, ognuna popolata da una gang diversa, la quale, inutile dirvelo, sarà il vostro obiettivo primario. A differenza di altri giochi simili, il nostro personaggio non perirà ad ogni colpo subito, ma avrà una barra di energia che scenderà man mano che verremo colpiti, in base al tipo di colpo che riceveremo. I livelli saranno disseminati di bonus, power-up, ma soprattutto armi: dalla pistola, che avrà munizioni infinite, a quelle che potrete raccogliere lungo il percorso o anche rubare ai nemici periti, le quali però avranno un numero di munizioni limitato.
Come è sempre stato in questo genere, il divertimento è doppio quando si gioca in due. Il massimo dell’enfasi si ottiene proprio giocando con un amico in multiplayer locale, così come abbiamo fatto noi con uno dei Producer, mentre ci raccontava qualcosa sul gioco. Inutile dire che noi abbiamo perso almeno il triplo delle vite del nostro compagno, nonostante Huntdown sia praticamente immediato ed alla portata di tutti. Questo sia perché lui conosceva benissimo il livello ed i nemici, ma anche perché, oltre a saltare e sparare, gli sviluppatori hanno aggiunto due altri semplici elementi che donano profondità al gioco. Il primo è un sistema di copertura: basterà tenere premuto in avanti quando abbiamo un ostacolo davanti a noi, ed il nostro personaggio si riparerà dietro di questo, evitando i colpi nemici. L’altro è molto simile, ma più difficile da individuare: ci saranno dei punti in cui ci si potrà nascondere (delle porte, dei ripari di emergenza tra mura rotte, etc) semplicemente premendo in alto, e quindi evitare anche in questo caso di essere colpiti.
Sembrano due elementi di poco conto, ma vi assicuriamo che faranno la differenza, soprattutto nel gioco completo quando non ci saranno vite infinite come nella nostra demo! Un’altra cosa che abbiamo notato è che non si potrà decidere in quale direzione sparare, quindi niente fuoco obliquo o trasversale: il personaggio sparerà sempre nella stessa direzione, il che vuol dire che per colpire un nemico che si trova in altro, dovrete saltare o arrivare in qualche modo al suo livello. Da quanto ci è stato detto, questa scelta è stata fatta per rendere il gioco più accessibile, il che però, attenzione, non è sinonimo di facilità. In alcuni casi ci sono diversi percorsi per raggiungere la fine del livello, ma non c’è nessun backtracking, semplicemente si tratta di una via alternativa.
Nonostante l’aspetto e le meccaniche siano old-style, il gioco è tecnicamente valido, gira a 60fps ed i proiettili schizzano da una parte all’altra senza il benché minimo rallentamento. Infine, ci era già stato accennato durante la nostra prova, ma è arrivata la conferma qualche giorno fa della versione Switch, che siamo sicuri funzionerà alla grande, proprio per via della natura co-op del gioco e quindi dei joycon che anche in mobilità potranno essere “switchati” dallo schermo per divertenti e veloci sessioni spara spara.
Il gioco sembra davvero ben confezionato, e trovare qualcosa di negativo in quanto abbiamo visto, è davvero difficile. Possiamo dire che purtroppo non abbiamo potuto apprezzare la colonna sonora ed il suo impatto durante la partita, per motivi logistici, ma le musiche del trailer lasciano presagire che siano adeguate allo stile grafico e del contesto cyberpunk. Forse l’unico vero dubbio è sulla longevità di un gioco simile, ma questo dipenderà dalla grandezza dei livelli, dalla loro difficoltà e da eventuali contenuti aggiuntivi al momento del lancio.
Impressioni dalla GDC 17
Sarà l’età, sarà che siamo cresciuti con giochi simili, ma quando vediamo un prodotto come Huntdown, che è allo stesso tempo “nuovo ma vecchio”, e soprattutto prodotto con un certo stile che si distingue dagli altri; noi non possiamo che entusiasmarci. L’idea di poterlo giocare su Switch poi ci affascina, già ci vediamo nel coinvolgere la prima persona che passa in una partita co-op, senza bisogno di dover dare troppe spiegazioni oltre al solito “con questo si salta, con questo si spara e con questo muovi il personaggio”. Perché Huntdown è l’esempio di come la semplicità può essere ancora affascinante.
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