DISASTRO N. 1
Una generazione maschilista…
Ok, qui rischiamo già di partire col piede sbagliato. Ragazze alla lettura, state tranquille, non è quello che sembra: anzi, è l’esatto contrario. Se nella vita reale noi maschietti potremmo parlare di tette per ore filate, trovando sempre qualcosa di nuovo da dire e senza mai smettere un solo istante di annuire con gli occhi socchiusi ed un sorriso beota stampato in volto, lo stesso non vale nell’universo dei videogiochi. Ovvio, se ci mettete una protagonista come Morrigan di Dragon Age: Inquisition, Bayonetta o Faith di Mirror’s Edge piuttosto che Rosy Bindi in versione sexy-combattente grazie al cacchio che siamo più felici, ma non è questo l’importante.
Dopo decenni di console e gazzilioni di IP diverse, tra cui qualche protagonista femminile degna di nota c’era, arriviamo all’alba del 2014, con due mostri tecnologici come PS4 e Xbox One in salotto e, di colpo, Ubisoft ci dice che renderizzare e animare donne in 3D è difficile. Dannatamente difficile. Tanto che, a sto punto, conviene ricorrere a solo modelli di protagonisti maschi per motivi di performance generale. “Sì perchè, sapete, non possiamo mica fare delle protagoniste così in fretta e furia; e mettici una bella sculettata di qua, qualche sballonzolamento di là oh, le risorse delle console mica sono inesauribili eh“. Quindi, pardon, avete ricreato la Parigi dell’800 e uno squarcio di Himalaya bello più del vero ma mi venite a dire che di poppe non se ne parla per evidenti limiti hardware? “Mmmmh.. l’idea è quella. Senza contare che, senza tette che rimbalzano da una parte all’altra dello schermo, voi giocatori sarete più concentrati sull’azione..”
Non voglio tirare in ballo i tempi della “prima” Lara Croft. La faccia di Mel Brooks sul Gamergate basta e avanza.
Commenti