30 Nov 2020

Immortals Fenyx Rising – Recensione

Immortals Fenyx Rising è solo l’ultimo titolo Ubisoft a impreziosire questo autunno del 2020. L’azienda francese è stata piuttosto prolifica in questi ultimi mesi, piazzando alcune delle hit commerciali di maggior rilievo di tutto l’anno. Dopo Watch Dogs Legion e Assassin’s Creed Valhalla è il turno di una nuova IP, un esperimento nato da Ubisoft Quebec, nato e risorto come la proverbiale fenice che da il nome alla nostra protagonista. Una proprietà intellettuale che ha avuto una gestazione piuttosto travagliata, con un cambio di nome e un sostanziale rinvio che gli ha donato nuova forma.

Da Gods & Monsters a Immortals Fenyx Rising, un nome un po’ meno poetico ma sicuramente più adatto per un’eventuale e futura continuazione di questo nuovo titolo. Negli ultimi giorni mi sono immerso nella colorata e maestosa Isola d’Oro, ovviamente in compagnia di Fenyx, per scoprire tutto ma proprio tutto sulla sua nuovissima avventura. Lo scetticismo e il pregiudizio che hanno accompagnato questo titolo sin dal suo annuncio erano condivisibili fino a un certo punto, e serviva una prova con mano per poter scoprire in toto il lavoro di Ubisoft Quebec. Ora ci siamo.

Immortals

Come le migliori storie epiche, anche il viaggio di Immortals Fenyx Rising inizia con un naufragio. La nostra povera Fenyx finisce sulla spiaggia di una misteriosa isola, i cui guerrieri e abitanti (tra cui il fratello Ligirone) sono purtroppo vittima di uno strano scherzo. Sono infatti pietrificati, tutti. Ahia, non il migliore degli inizi. Dopo aver personalizzato l’aspetto del nostro personaggio (canonicamente donna ma personalizzabile anche nel sesso), possiamo gettarci a capofitto nella narrazione di Immortals Fenyx Rising. Sull’Isola D’Oro le cose non sembrano andare benissimo, con il gigante Tifone che ha messo a ferro e fuoco l’isola nella speranza di poter eliminare le tanto odiate divinità che lo avevano imprigionato.

Immortals Fenyx Rising ha i suoi momenti migliori quando smette di essere Assassin’s Creed e più The Legend of Zelda

La nostra Fenyx è sì una naufraga, ma sembra destinata a grandi cose. Da una semplice cantastorie naufragata diventerà presto una guerriera, le cui gesta sono raccontate nientemeno che da Zeus e Prometeo. Un continuo battibecco che scandirà ogni nostro significativo progresso nella storia, del resto Prometeo è in catene e non ha alcuna fretta di finire il suo racconto. Questo bizzarro espediente narrativo è sicuramente uno degli aspetti più caratteristici e riusciti dell’esperienza. La scrittura di Immortals Fenyx Rising è divertente e spensierata, pur non centrando sempre il bersaglio. I dialoghi tra Zeus e Prometeo, ma anche degli altri personaggi sono il perfetto collante di una storia altrimenti davvero banale e scontata.

La quest di Fenyx per la liberazione delle divinità dell’Isola d’Oro non lascia spazio a incredibili colpi di scena o a guizzi particolari, ma diverte e strappa occasionalmente qualche risata. Il tutto viene compensato da una accuratezza storica notevole, con i racconti della mitologia greca a cavallo tra istruzione e pura goliardia. Peccato per il lavoro di doppiaggio e adattamento italiano, che purtroppo non riesce a restituirne i toni e il mood nel modo giusto. Anzi, tende a rovinare l’esperienza. Lo stile narrativo così peculiare e ironico ne esce sacrificato e qualsiasi tipo di elemento umoristico risulta mortificato. Il doppiaggio inglese è caldo e ricco di sfumature stilistiche, dando maggiore spessore alla visione originale del team.

Immortals

Sarebbe stupido considerare l’elemento narrativo di Immortals Fenyx Rising come secondario o non importante. La sua scrittura e il modo in cui gli eventi vengono raccontati tratteggiano fin da subito anche l’aspetto stilistico del titolo. Una festa di colori che trasformano l’Isola d’Oro in una cartoonesca antica Grecia. Peccato però per una direzione artistica non sempre eccezionale. Il character design è sicuramente l’aspetto più riuscito, caricaturale ma davvero degno di un film d’animazione.

Le interfacce e la resa generale nei menù invece lo mortificano un po’, quasi fosse stato pensato come titolo mobile. Nonostante ciò, un open world dal look così fresco non si era mai visto in Ubisoft, sempre impegnata con ambientazioni e toni seriosi e impostati. Le sette regioni in cui è divisa l’isola hanno tutte caratteristiche peculiari, come il più classico degli adventure. A differenziarlo da altre esperienze Ubisoft è la palese strizzata d’occhio a Breath of the Wild.

La scrittura di Immortals Fenyx Rising è divertente e spensierata, pur non centrando sempre il bersaglio 

La possibilità di planare e fare traversate per la mappa con le ali di Fenyx, una forte enfasi sugli enigmi ambientali e sull’interattività con l’ambiente rendono Immortals piuttosto unico e divertente. Il problema sono le sue due nature, non sempre perfettamente conciliabili: una deve tanto alla visione di Nintendo, l’altra invece non fa altro che replicare quanto visto in Assassin’s Creed Odyssey.

Una concezione di open world vecchia e stantia che fa ancora troppo affidamento su decine e decine di icone sparse sulla mappa. Un continuo muoversi da punto A a punto B senza il reale piacere dell’esplorazione. L’ennesima lista della spesa dove sbarrare le caselle. Immortals Fenyx Rising ha i suoi momenti migliori quando smette di essere Assassin’s Creed e più The Legend of Zelda. Quando ci si arrampica e ci si gode la vista, o quando si plana sulla mappa per trovare qualche cripta da esplorare.

Immortals Fenyx Rising

Tant’è che le cripte (che non sono altro che i sacrari secondo Ubisoft Quebec) sono ottimamente realizzate, con enigmi appassionanti e dal buon design. Richiedono cervello, così come le tante sfide sparse sull’isola. Anche il combat system è figlio di due mondi, permettendo l’utilizzo di alcune abilità, le benedizioni degli Dei, e l’alternanza di attacchi leggeri e pesanti. Di certo funziona e diverte, complice anche l’esperienza del team con Odyssey. La componente ruolistica non è così preponderante, ma gli alberi delle abilità ci sono e arricchiscono degli scontri altrimenti sempre un po’ uguali a sé stessi. Il suo grande pregio è la possibilità di giocarlo come si desidera, personalizzando la difficoltà e l’interfaccia.

Potrete giocarlo con una sfida alta per godervi ogni scontro o nella modalità storia, preoccupandovi il giusto e dedicandovi a enigmi o altri coi vostri tempi. Insomma, per le sue 20/30 ore di gioco Immortals è sicuramente un titolo che rispetta il vostro tempo. Buono poi il supporto alle console di nuova generazione, con una modalità Prestazione e Qualità che già dal lancio dovrebbe ottimizzare al meglio l’esperienza. Peccato per i trigger adattivi di PS5, che al momento della stesura di questa recensione non sono funzionanti. Anzi, provocano qualche rumorino spiacevole al Dualsense, tanto da avermi costretto a disattivarli per paura.

Conclusioni

Pur ponendosi come un’esperienza solida e divertente, Immortals Fenyx Rising è un titolo diviso tra due mondi, ma non sa mai bene verso quale tendere di più. Un po’ The Legend of Zelda, un po’ Assassin’s Creed Odyssey non riesce proprio a staccarsi da una concezione un po’ naive degli open world. Il meglio di sé lo tira fuori quando abbraccia l’essenza esplorativa e libera di Breath of the Wild, senza mai però andare fino in fondo.

La narrazione sopra le righe e spensierata fa da ottimo collante per l’esperienza, pur con le sue prevedibili banalità e con pochi guizzi comici per il monte di ore richieste per completarlo. Grosso no per il doppiaggio italiano, davvero troppo piatto per riuscire a restituire il carisma dell’originale. Di Immortals Fenyx Rising mi resteranno i simpatici doppi sensi di Afrodite e Ares e i tanti enigmi ambientali che hanno messo alla prova i miei neuroni. Un buon inizio, ma serve più identità.

Immortals è disponibile per l’acquisto online e in negozio su Gamestop Zing.

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