News 05 Apr 2012

Inazuma Eleven 2 – La Recensione

Con un 3DS sempre più in un forma e dalla line-up sempre più scoppiettante, era più che logico aspettarsi un lento, seppur necessario, declino del fratellino minore, quel DS che tanto ci ha tenuto compagnia in questi lunghi 6 anni di attività. Eppure, un po’ a sorpresa, tale tramonto sembra ancora distante, visto l’infornata di annunci e seguiti importanti all’orizzonte. Tra questi ovviamente l’immancabile Inazuma Eleven 2, che seppur con qualche anno di ritardo (più di 2!), questa volta è pronto a farsi letteralmente in due (Bufera di Neve e Tempesta di Fuoco) per rendere lo sport più bello del mondo ancora più bello.

Lo ameranno: i fan della serie animata, chi fosse alla ricerca di un modo tutto nuovo di giocare a calcio

Lo odieranno: Chi fosse alla ricerca del solito FIFA o PES

È simile a:  i vari episodi della serie Pokémon

Titolo: Inazuma Eleven 2: Tempesta di fuoco/ Bufera di Neve

Piattaforma: Nintendo DS

Sviluppatore: Level 5

Publisher: Nintendo

Giocatori: 1-4 Off-line

Lingua: Italiano

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Fischio di inizio, palla al centro per gli alieni

Dal gusto e dalle meccaniche tipicamente giapponesi, il primo Inazuma Eleven da noi si è visto solo un anno fa, riuscendo comunque a riscuotere un ottimo successo tra critica e pubblico. Complice la messa in onda dell’omonima serie animata, era innegabile aspettarsi il seguito, anche se a dire il vero sarebbe più corretto parlare di un’appendice. Già perché come tutti coloro che hanno seguito le gesta della squadra delle meraviglie in Tv sapranno, le vicende di Inazuma Eleven 2 si svolgono una solo una settimana dopo la vittoria della Raimon High School alla Football Frontier (una sorta di Champions League giovanil). Motore delle vicende questa volta non è il solo desiderio di giocare a calcio, bensì il compito di salvare il mondo dalla minaccia dell’Alius Academy, un gruppo di alieni scesi sulla terra con l’intento di dominarla qualora nessuno riuscisse a tenerli testa (qualcuno si ricorda Space Jam con Michael Jordan?ecco!). Non chiedetevi subito perché degli alieni debbano conquistare la terra giocando a calcio piuttosto che attaccandola con laser e astronavi, ogni domanda avrà bene o male la sua risposta con il procedere delle vicende, con alcuni colpi di scena veramente meritevoli di essere gustati. Nonostante il tutto possa sembrare fin troppo bambinesco e a volte “buonista”, se affrontato nell’ottica giusta, Inazuma Elevn 2 propone una serie di vicende intriganti tanto per il bambino appassionato della serie TV quanto per chi è ancora in contatto con il suo lato fanciullesco ed è cresciuto a pane e Captain Tsubasa (Holly e Benji per i profani).

Eccoli, i cattivi della Gemini Storm. Ma saranno veramente così cattivi come vogliono darla a credere?

 

Che campioni Mark ed Axel, campionissimi

Come detto poc’anzi, la formula di gioco adottata per questo nuovo episodio ricalca fin troppo fedelmente l’episodio precedente. E’ un male? Non per forza se comunque il sistema di gioco appaga e diverte; e questo è il caso di Inazuma Eleven 2. Strutturato fortemente come un RPG, Inazuma Eleven 2 vede i ragazzi della Raimon impegnati in giro per il Giappone alla ricerca dei migliori talenti da arruolare nella battaglia contro gli alieni, il tutto attraverso due sezioni di gioco ben distinte: fasi esplorative e partite vere e proprie. Le prime, molto semplicemente, vedono la Raimon Eleven spostarsi di città in città con una visuale a volo d’uccello scambiandosi informazioni con gli NPC, far spese, aprire scrigni e affrontare combattimenti casuali. In pieno stile Pokémon, infatti, capita spesso di essere sfidati casualmente da gruppi composti da 4 individui in partite di calcetto il cui obbiettivo sarà semplicemente segnare una rete o rubare la palla all’avversario. Il tutto attraverso l’utilizzo estensivo ed intensivo dello stilo del DS: corsa, passaggi, traiettorie, tiri in porta ecc. Tutto è eseguibile comodamente con uno o due movimenti di penna, con i soli contrasti e i tiri speciali delegati all’aspetto più squisitamente “ruolistico” della produzione. Grazie infatti a una nutrita serie di statistiche (attacco, difesa, grinta, controllo, velocità, resistenza) ogni scontro diretto si risolverà in base alla forza e alle scelte del giocatore (scivolata piuttosto che pressing o le varie tecniche speciali), neanche dovessimo scegliere tra i classici “attacco” o magia”. A rendere il tutto ancora più gustoso e assuefante ci pensano poi le innumerevoli tecniche che è possibile apprendere, la scelta degli equipaggiamenti e gli attributi elementali dei singoli giocatori, basati sul classico quadrato fuoco>foresta>vento>montagna>fuoco.

Una volta sul campo vero e proprio, invece, la situazione diventa più elaborata, aumentando il numero dei giocatori sino al proverbiale 11 per squadra(più eventuali riserve) ed introducendo l’elemento importante legato alle tattiche di gioco, la formazione e i cambi. Nulla di particolarmente complesso, anzi, ma affrontare alcune partite senza la dovuta preparazione o coi giocatori sbagliati, può risultare eccessivamente arduo, richiedendo ore di grinding opportunamente evitabili. Niente più, niente meno. Come avranno potuto osservare i fedeli di questa serie, lo stile di gioco è rimasto perfettamente inalterato. Tranne, infatti, i tiri in porta da lontano tipici di Maradona, le novità in campo si fermano qui, a tutto vantaggio dei neofiti desiderosi di tirare qualche calcio al pallone anche senza la preparazione dell’episodio precedente.

In partita le linee verdi indicano le direzioni impartite ai giocatori, mentre le blu eventuali pallonetti cross e tiri in porta. Tenete sempre occhio anche il vantaggio numerico in alto, indice delle probabilità di successo dei vari tiri e contrasti.

 

Gotta catch em all

Ogni giocatore possiede le sue statistiche e mosse personali. Nella maggior parte dei casi però, la forza di un giocatore è proporzionale alla sua bruttezza.

Al grido di “gotta catch ‘em all” anche Inazuma Eleven prevede spesso e volentieri di dover cambiare e integrare la propria squadra, potendo scegliere tra una rosa di ben 1500 giocatori, siano essi soffiati ad altre squadre, incontrati casualmente, scaricati grazie agli eventi Nintendo WFC o scambiati coi propri amici. Affiancando una più che degna modalità principale della durata di più di venti ore, la caccia al più improbabile dei talenti rappresenta una vera e propria sfida nel gioco, capace di portare via parecchio tempo al giocatore più smaliziato o semplicemente agli amanti delle sfide con altri novelli allenatori. Peccato solo che tali sfide siano disputabili solo in locale, senza nessun supporto On-line, fattore che mina non poco un collezionismo fine a se stesso per i giocatori solitari, soffrendo dello stesso problema che affliggeva i primi episodi di Pokémon. Solo affrontato al fianco di un amico (magari in possesso della versione alternativa alla vostra) Inazuma Eleven 2 riesce a dare il meglio di se, offrendo persino la possibilità a due giocatori nella stessa squadra di disputare un’amichevole contro la CPU.

Proprio come in TV

Anche sotto l’aspetto tecnico Inazuma Eleven 2 si comporta alla stessa maniera del predecessore. La resa generale rimane comunque molto buona grazie a un ottimo connubio tra gli sprite delle sezioni esplorative (che strizzano l’occhio ai vecchi JRP dell’epoca SNES) e le animazioni 3D durante gli scontri in partita. Squisiti, invece, i filmati animati che inframezzano un po’ tutta l’avventura, identici in tutto e per tutto al cartone animato in onda la mattina, con tanto di doppiaggio e sigla d’apertura in italiano. Al di la dell’inspiegabile scelta di tradurre i nomi originali dei giocatori, che comunque si muovono in un contesto giapponese, la cura profusa nel comparto tecnico passa anche per queste piccolezze, facendo di Inazuma Eleven uno dei titoli che meglio riesce a spremere l’hardware del vecchio DS.

Durante i contrasti e i tiri speciali gli effetti speciali si sprecano. Tra tiri spaziali e demoni di fuoco ne vedrete delle belle!

 

Campioni del mondo!

Sicuramente uno degli ultimi titoli imperdibili su Nintendo DS, Inazuma Eleven 2 è un titolo più che valido. Al di la di una formula pressoché invariata rispetto all’episodio precedente, l’ultima avventura di Mark, Axel & Co si è rivelata un viaggio entusiasmante da affrontare di partita in partita. Non fatevi ingannare da quello che a prima vista può sembrare un gioco infantile e rivolto a un target giovanile, grazie alla sua meccanica stratificata e più profonda di quello che può sembrare, Inazuma Eleven 2 si configura come uno dei giochi più originali e divertenti dell’intera ludoteca DS. Consigliatissimo sotto tutti i punti di vista (anche chi di calcio ne capisce poco o niente) l’unico motivo valido per non giocarlo potrebbe essere quello di aver terminato prima il capitolo precedente. Ma anche in quel caso, correte subito a recuperarne una copia o rimediate con il cartone animato!

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