News 07 Giu 2014

Inazuma Eleven GO – Recensione

Fedele alla propria tradizione ma soprattutto ai suoi irriducibili fans, Inazuma Eleven GO giunge finalmente anche nel vecchio continente dopo ben tre anni di ritardo rispetto all’originale uscita giapponese e a pochissima distanza dall’episodio precedente, giunto a noi nelle edizioni “Spark” e “Bomber” e tirato a lucido nella versione “Ogre” poco dopo. Non ci sarà il rischio di annoiarsi? Difficile, soprattutto quando in termini di gioco non sono trascorsi pochi mesi ma ben 10 anni dall’ultima volta sul campo.

Tale è infatti il lasso di tempo che separa Inazuma Eleven GO dal precedente capitolo, una decade durante la quale la Raimon è cambiata, il calcio è cambiato e persino i vecchi protagonisti sono cambiati. Tutta un’altra aria insomma, se non fosse per la stessa identica bruciante passione che accomuna i protagonisti per “lo sport più bello del mondo”.
Per quanto riguarda la narrazione, le novità in Inazuma eleven GO non mancano sicuramente. Dopo i primi minuti utili a fare il punto della situazione, faremo la conoscenza con Arion Sherwind, protagonista e aspirante centrocampista, Riccardo di Rigo, fiero e disilluso capitano della nuova Raimon e Victor Blade, misterioso bullo dal talento sovrumano ma poco incline alla collaborazione. Ma soprattutto inizieremo la nostra crociata per liberare il calcio contro il Quinto Settore, una società senza scrupoli dedita al controllo del calcio giovanile e impareremo a dominare gli Avatar, misteriose entità in grado di manifestarsi sul campo da gioco e accrescere enormemente le doti del proprio evocatore.
Se già la prima trilogia poteva apparire particolarmente sopra le righe con ragazzini in grado di calciare palloni infuocati e smuovere la terra con un dribbling, aspettate di vedere cosa succede quando il tiro della tigre di “Holly e Benji” incontra gli Stand de “Le Bizzarre Avventure di JoJo”.
Anche a questo giro la trama rappresenta l’elemento trainante della produzione, con nuovi personaggi che vanno man mano a rimpolpare una già improbabile squadra, intrighi fantapolitici degni dei peggiori scandali di calciopoli e le classiche cadute di stile dettate da battute non troppo felici su un amore fin troppo viscerale per il calcio. Il tutto enfatizzato da numerose sequenze animate prese di peso dal cartone animato originale e da un doppiaggio in italiano di sicuro impatto. I più piccoli ne rimarranno folgorati se il vostro scopo è quello di crescere un piccolo Pelè.

Ma pennino alla mano cosa è cambiato in questi dieci anni con il passaggio di testimone? Fondamentalmente poco, ma in fondo è bene così. Il feeling restituito al giocatore è il medesimo degli episodi passati e dal vecchioMark Evans al buon Sherwind il passaggio è rapido e indolore. Il gioco rimane sostanzialmente lo stesso gioco di ruolo che abbiamo imparato a conoscere apprezzare negli anni. Ci sono le sessioni spese a zonzo per la mappa in cerca del prossimo NPC con cui parlare per portare avanti la storia, ci sono le statistiche da potenziare attraverso gli equip e l’aumento di livello e poi ci sono le sfide con le altre rappresentative scolastiche o le squadre di quartiere. La differenza più importante fra Inazuma Eleven GO e i suoi predecessori si esplicano proprio attraverso questi ultimi due punti. Innanzitutto dite addio agli incontri casuali che prima troppo spesso frammentavano le fasi esplorative. Ora affrontabili a propria discrezione grazie a un’icona apposita sulla mappa, le amichevoli 5 contro 5 (e non più 4 contro 4) possono essere richiamate in qualsiasi momento semplicemente parlando con il personaggio apposito, utile qualora si decidesse di voler “expare” il proprio dream team o si decidesse di voler reclutare un determinato giocatore. Torna quindi anche l’elemento collezionistico in pieno stile Pokémon, con più di mille giocatori da arruolare, allenare e scambiare con i possessori dell’altra versione di gioco (che ricordiamo essere disponibile nelle varianti “Luce” e “Ombra”).

Per quanto riguarda invece le partite importanti ai fini della trama segnaliamo alcune trovate utili a svecchiare di tanto in tanto la formula ma non per questo esattamente riuscite in termini di integrazione. È questo il caso delle “missioni” da completare prima di potersi aggiudicare l’incontro. Trattasi di alcuni semplici compiti come raggiungere una determinata area con un giocatore specifico, effettuare un contrasto fra due personaggi specifici o utilizzare un tiro particolare per vincere la partita. Poche semplici istruzioni da ultimare rigorosamente a cronometro fermo ma che certe volte frammentano troppo lo svolgimento dell’azione e donano al gioco una leggera patina di “scriptato” che potrebbe non piacere a tutti. Fortunatamente le amichevoli del signor Veteransono in grado di lasciarsi alle spalle tali velleità permettendoci di esprimere tutto il nostro potenziale distruttivo fatto di tiri infuocati, dribbling a reazione, scivolate micidiali ed invocazioni di varia natura.
A completare un quadro già di per se piuttosto carico di novità proprio gli Avatar. Utilizzabili fino a un massimo di tre per partita, LancillottoMaestro d’OrchestraDemone PegasusPoseidone e quanto altro possa venirvi in mente, sono in grado di fornire al proprio giocatore un boost in termini di statistiche oltre che nuove tecniche speciali. In termini di gioco oltre all’ovvia potenza che sono in grado di garantire poco cambia (assimilabile al “furore” dei giochi precedenti ma solo per un giocatore), ma le scenette animate che sono in grado di scatenare sono sempre epiche e abbastanza entusiasmanti. Salvo i personaggi che ne sono dotati per motivi legati storia, un Avatar è utilizzabile da qualsiasi giocatore a patto di avere sufficienti punti “Evocazione”. Le combinazioni che è possibile creare sono parecchie e in grado di venir in contro a tutti i gusti, contrariamente a quanto succedeva nell’episodio precedente dove alcuni personaggi principali risultavano palesemente più forti di altri.

A beneficiare maggiormente del cambio di piattaforma (ricordiamo che Inazuma Eleven 3 è uscito originariamente su Nintendo DS) è sicuramente il comparto grafico/sonoro del gioco. In maniera non dissimile da quanto successo con Pokémon X e Y, il passaggio dagli sprite alla grafica poligonale sulla mappa di gioco cambia totalmente il modo di percepire l’ambiente circostante, ora più vivo e vibrante di quanto non fosse in passato. Scorci prospettici e architetture più elaborate fanno finalmente bella mostra di sé sullo schermo superiore del 3DS proprio come nel cartone animato, valorizzati ulteriormente dall’effetto stereoscopico 3D qualora decideste di ricorrevi. Persino le musiche risuonano ora con una marcia in più grazie alle maggiori capacità tecniche del 3DS. I temi classici della serie tendono ancora una volta a risuonare in maniera un po’ troppo ripetitiva, ma sono comunque ottimi quando si tratta di sottolineare azioni particolari sul campo e in generale enfatizzare i ribaltoni dell’ultimo minuto. A stupire invece sono i temi simil orchestrati che accompagnano i protagonisti (quello di Riccardo e il suo Maestro in particolare) e i nuovi temi che accompagnano le partite e le amichevoli. Tecnicamente parlando, insomma, nulla da eccepire.

IN CONCLUSIONE

Nuova grafica, nuovi personaggi, nuova storia, nuove tecniche, nuove meccaniche e il solito avvincente gameplay che ormai abbiamo imparato ad apprezzare e padroneggiare. Bastano come motivazioni per scendere nuovamente in campo a fianco di questa nuova Raimon? Per quanto ci riguarda, le 30 e passa ore impiegate per portare a termine l’avventura sono una risposta più che chiara. Nonostante i 3 anni di ritardo sull’uscita originale datato ormai 2011, Inazuma Eleven GO non sbaglia un tiro e giunge su 3DS col giusto equilibrio di novità e tradizione. Un degno capitolo per tutti gli appassionati della serie, un tassello imperdibile nella leggenda di Mark Evans e la Raimon Eleven.

VOTO: 8

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