Indiana Jones

Indiana Jones e l’Antico Cerchio – Primo sguardo all’atteso ritorno | Anteprima

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Quando ci si trova a parlare di un gioco come Indiana Jones e l’Antico Cerchio (già prenotabile da GameStop, a questo link), non si può fare altro che iniziare a sognare, viaggiando con la mente all’epoca cinematografica d’oro degli anni 80 dove tutto era possibile e dove venivano forgiate vere e proprie leggende. E al tempo, i presenti come il sottoscritto, non potevano certo immaginare che quello strambo professore che si divideva tra l’insegnamento e l’avventura sarebbe arrivato al 2024 mantenendo intatto il suo fascino – al netto di qualche inciampo recente.

Si sogna e si sorride, ricordando quanto tutto fosse più semplice e disimpegnato, danzando sul costante arruffianamento di un pubblico disposto a sospendere in più occasioni il proprio spirito critico in nome del divertimento. Che meraviglia sarebbe rivivere oggi queste sensazioni, senza la costante pressione del perfezionismo a ogni costo, vero?

Bentornato, Indy!

Pur non volendosi sbilanciare… beh, dopo il primo contatto con Indiana Jones e l’Antico Cerchio le sensazioni sono positive. Non stiamo parlando di caroselli e festoni, ma di un positivo interesse e di tanta curiosità per capire dove ci potrà portare questo interessante progetto di MachineGames sviluppato in esclusiva per piattaforme Xbox e in arrivo in seguito (sorpresa della Opening Night Live 2024) su PlayStation 5.

L’occasione è stata ghiotta: poter vedere in anteprima quello che i visitatori si sarebbero potuti godere alla Gamescom, ma dalla comodità della propria casa, è un lusso di cui approfitto molto volentieri. E così abbiamo potuto seguire una sessione di gioco discretamente estesa, a cui è seguito un interessante Q&A che ha permesso di delineare un po’ quella che sarebbe stata l’esperienza.

Per arrivare pronti a questa giornata è stato d’obbligo un bel rewatch di Indiana Jones e i Predatori dell’Arca Perduta. Il primo, l’originale, quello più genuino e in parte anche ingenuo, utile a creare la giusta atmosfera. E la “fortuna” ha voluto che fosse la scelta giusta, perché questa nuova produzione ci racconta una storia ambientata proprio dopo la prima pellicola, funzionando da ideale sequel mai visto al cinema.

Che belli che sono Indy e Marion, vero?

Nel dare forma a questa avventura si è pensato all’idea del viaggio intorno al mondo, un’esperienza quasi globale che potesse raccogliere lo spirito di avventura del personaggio e l’imprevedibilità dei misteri che lo trascinano dall’altra parte del globo (a proposito: ricordate i cambi di scena con la mappa e la rotta in rosso? Beh, ci sono anche qua).

Oltre a quanto offerto dall’iconografia classica, ritrovata nel cappello e nella frusta, in questa occasione tra gli strumenti a disposizione anche la macchina fotografica di Gina, la giornalista italiana che affiancherà Indy nell’avventura, a fornire spunti di narrazione e gameplay, immortalando eventi e offrendo nuovi punti di vista.

Nel ricreare il mondo di Indiana Jones e l’Antico Cerchio non ci si è certo risparmiati: una delle location più caratteristiche, come i templi di Sukhothai (Thailandia), è stata creata analizzando i dati forniti da esplorazioni reali avvenute nel corso degli anni, per poterle dare una forma compatibile con il periodo storico in cui si svolge il film.

Questi sono i templi Sukothai oggi, ma in MachineGames hanno provato a ricostruire il loro aspetto di quasi 100 anni fa.

Ma il gioco non è fatto solo di autenticità e realismo, ma anche di azzardi: il team ha infatti scatenato la propria fantasia nel ricreare templi del tutto originali per architetture e visione, come la Sunsparker chamber: al suo interno vi troviamo artefatti preziosi ma anche i segni di una tecnologia edilizia ormai perduta.

Ed è proprio qui che viene messa in scena la prima parte della dimostrazione a noi riservata: il buon Indiana si trova ancora una volta a recuperare manufatti preziosi e misteriosi, in una camera che ospita un idolo di ceramica. Gli affezionati al franchise potrebbero saltare sulla sedia vedendo il professore sollevare il manufatto senza valutarne i rischi, ma forse ripetere la gag del primo film non è ciò a cui si puntava.

Di certo vederlo rompere l’oggetto con grande recalcitranza, distogliendo lo sguardo, per raccogliere cosa ci sia al suo interno, ci offre un’istantanea perfetta del personaggio: il mistero e la scoperta sono irresistibili, ma non è mai piacevole distruggere pezzi di storia per uno come lui. Alla fine, comunque, la trappola c’era eccome…

Realismo e fantasia: il mix peretto!

Un assaggio, questo, a cui è seguita una panoramica sull’avventura. In questa occasione è l’avventura che bussa prepotentemente alle porte di casa del professor Jones, con una visita inattesa al museo che alza il velo su un misterioso progetto del Reich, impegnato a girare il mondo per recuperare alcuni manufatti. La traccia è flebile, le teorie inconcludenti – quasi a livello di una superstizione – ma se si muovono i nazisti, è dovere per Indiana Jones quello di intervenire per scoprire cosa stia accadendo, con Gina pronta a seguirlo.

Avevamo già visto all’opera il duo di protagonisti con il trailer di giugno, ma abbiamo nuovamente conferma di come in Indiana Jones e l’Antico Cerchio sia ben riuscita la sinergia tra il nostro eroe e il personaggio interpretato da Alessandra Mastronardi. Esatto, proprio Eva de I Cesaroni: un vero orgoglio tricolore!

Dove eravamo rimasti

A giugno abbiamo visto Indy e Gina affrontare il gelo per raggiungere il relitto di un sottomarino tedesco in cima all’Himalaya, il quale cela un importante manufatto. Nel mentre si trovano ad affrontare le forze del Reich, che fortunatamente dimostrano più fervore e dedizione per la causa che acume…

Potete rivedere la lunga dimostrazione con il video che trovate in questo box.

In linea con l’evoluzione della narrativa vista negli anni, Gina non sembra essere necessariamente la classica damsel in distress e si dimostra più preparata e indipendente di Marion, ma per fortuna condivide con lei quel pizzico di sfacciataggine e imprudente sicurezza che funziona da innesco per situazioni divertenti, così come per momenti di grande tensione.

Indy invece sembra un po’ più preparato, per ovvie necessità: trattandosi di un videogioco in prima persona è indispensabile che sappia cavarsela in tante situazioni, a volte mostrando una prestanza davvero fuori dal comune e a tratti non condivisa dal personaggio originale, non certo il prototipo dell’eroe perfetto, anzi.
Come sempre avrà modo di ottenere l’aiuto di tanti personaggi che gli faranno da supporto e sostegno fornendo informazioni o occupandosi delle situazioni più spinose dietro le quinte.

Il Reich è il motore di tutta la storia

Al centro della scena rimane comunque il nostro eroe, un ringiovanito Harrison Ford digitale, che ha a disposizione il suo cappello, la sua frusta, l’immancabile revolver e tanti strumenti utili per esplorare e avere la meglio sui nemici. A tratti gli enigmi ci chiedono di fare sforzi d’immaginazione nel combinare frusta e altri oggetti, ma siamo in un gioco dopo tutto, ci sta! Quindi non è assurdo pensare di gettare con forza una lancia verso una parete rocciosa distante, conficcandola in sicurezza, e usarla come punto di corda per la nostra frusta. Indy è diventato forte come Superman? Ce lo facciamo andare bene.

Una novità a livello di gameplay e anche in ottica personaggio è l’introduzione della macchina fotografica, che permette di raccogliere importanti informazioni e anche di ottenere un commento del professore su ciò che stiamo riprendendo. Giocare e imparare con Indiana Jones e l’Antico Cerchio? Ai genitori di tutto il mondo piace questo elemento.

Indy è diventato forte come Superman? Ce lo facciamo andare bene

In alcune sezioni Indy si dovrà improvvisare trasformista, proprio come avviene nei film, e infiltrarsi in zone ad alta sicurezza in cui un passo falso potrebbe tradire il suo travestimento. Si tratta di momenti specifici di gioco e quindi, nonostante l’idea possa sembrare interessante, non dobbiamo aspettarci un tool di travestimenti da usare in qualsiasi momento riteniamo opportuno, sebbene sia presente una funzione di cambio dell’outfit: a cosa potrà portare?

Il diario è fondamentale e diventerà il nostro compagno di viaggio più importante

L’avventura resta abbastanza guidata nella successione degli eventi e dei momenti pivotali, prendendo le distanze dagli open world per occuparsi in modo più attento e curato di ogni situazione. Oltre ai livelli lineari, però, non mancheranno aree più aperte in cui curiosità e ingegno permetteranno di scoprire cose che potrebbero sfuggire ad alcuni giocatori. Non si parla di “side quest” nel senso stretto del termine, in quanto tutto comunque lavora a costruire la narrativa estesa, tenendo comunque presente che nonostante la linearità ci sarà margine per visitare nuovamente zone già esplorate (anche se le dichiarazioni in merito sono state un po’ vaghe).

Oltre ai livelli lineari, però, non mancheranno aree più aperte

Nel vivo dell’azione, è divertente vedere quante sono le possibilità a disposizione: combattimento corpo a corpo, uso della frusta per avere la meglio o il ricorso alle armi da fuoco. Potremo rivivere l’esperienza dei film aggiungendo anche lo stealth e l’utilizzo degli oggetti presenti sul campo per distrarre i nemici o stordirli. Signori, in Indiana Jones e l’Antico Cerchio si può usare un mattarello per avere la meglio sui nazisti… siamo già a livelli altissimi. Ovviamente non manca la possibilità di nascondere i corpi per evitare di essere scoperti.

Di missione in missione si acquisiscono punti abilità da spendere per aumentare le capacità di Indy. Sono numerose, ma nello specifico è stata mostrata “True Grit”, tanto utile quanto esilarante per quanto è in linea con il personaggio: se Indy indossa il suo cappello, in caso di sconfitta in combattimento dovrà provare con le sue ultime forze a raccoglierlo per ottenere una seconda chance e rimettersi in piedi. Spettacolo puro. Il giocatore è quindi incentivato a esplorare ogni dettaglio per ottenere i “punti avventura” e i libri che celano le nuove abilità, così da costruire l’Indiana Jones che più gli si addice.

Una via il buon Indy la trova sempre

Nel complesso, da quello che è stato mostrato, è evidente l’intento di creare una nuova avventura che possa fare tesoro delle precedenti esperienze in prima persona (ricordiamo come Jens Andersson, director di The Darkness e The Chronicles of Riddick: Escape from Butcher Bay, sia all’opera sul gioco come Design Director) senza cercare troppe ibridazioni, ma perfezionando invece le basi. Anche a livello di interazioni con Gina, al momento non si palesano meccaniche che vadano oltre la conferma di alcuni checkpoint o la presenza nelle scene. Controllo e attenzione sono quindi totali sul protagonista.

Attualmente l’impatto del gioco è piuttosto curioso: prendendo a sé stante alcune situazioni di gameplay si può percepire una certa macchinosità, anche per via della scelta della prima persona, il passaggio alla terza quando serve (di solito per le sezioni “acrobatiche”) e gli scontri in prima persona che profumano della voglia di funzionare come coreografie ma sono limitati nella spettacolarità. Anni di Uncharted e Tomb Raider ci hanno abituato a messinscene specifiche, quindi ci sarà bisogno di riabituarsi un po’.

Eppure nell’insieme tutto sembra funzionare bene per ritmo e impegno, con sfide pesate e scalabili (dal menù iniziale). Mantenere varietà e frizzantezza sarà la sfida più grande: ben consci del potenziale offerto dal brand e dai personaggi, è necessario fare di tutto per non disinnescarlo.

Riuscirà Machinegames nell’intento? Lo scopriremo a partire dal 9 dicembre 2024, quando Indiana Jones e l’Antico Cerchio sarà disponibile per Xbox Series X|S e PC Windows. Tra l’altro, durante la Opening Night Live della gamescom, è stato anche annunciato l’arrivo su PS5.

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