Nuova puntata della rubrica di GameSoul dedicata ai giochi indie
Indie Soul, la rubrica di GameSoul.it dedicata agli indie, non va in vacanza e torna nuovamente con uno dei suoi episodi per proporvi, anche questa volta, uno stuzzicante e frizzante terzetto di giochi che potrebbero fare al caso vostro.
La selezione, il menù della giornata si apre con SCHiM, particolarissimo platform tridimensionale con visuale isometrica in cui dovrete controllare un’ombra che deve ricongiungersi al suo padrone. Si prosegue con Neva, titolo dai creatori di GRIS, di cui abbiamo provato una demo che ci ha già fatto venire l’acquolina in bocca. Infine vi parleremo di Skate Story, un’allucinata avventura da vivere sullo skate, che abbiamo provato grazie ad una demo.
Vi ricordiamo che questi giochi sono disponibili solo in digitale, ma che da GameStop potete acquistare credito per PlayStation Store, Nintendo eShop, Microsoft Store e Steam, in negozio e online.
Ora è tempo di scoprire questo terzetto di indie, con il quattordicesimo appuntamento di Indie Soul!
– SCHiM
Gli SCHiM sono esserini fatti di ombra, simili a ranocchie, che popolano le ombre di persone ed oggetti e ne rappresentano lo spirito o l’anima. Va da sé che questi esseri non dovrebbero mai essere separati dal proprio “padrone”.
In questo interessante platform 3D, i giocatori dovranno aiutare uno SCHiM a ritornare dal suo umano, da cui è stato separato per sbaglio durante una pessima giornata di quest’ultimo. Raggiungerlo non sarà affatto semplice, la nostra ranocchia infatti ha una chiara difficoltà: non può muoversi liberamente, ma può spostarsi solo attraverso le ombre. Perciò dovrà saltare da un oggetto all’altro, da una persona a un animale, per correre dietro al suo umano attraverso paesaggi urbani di chiara ispirazione olandese.
Il gameplay è piuttosto semplice e immediato, il nostro SCHiM può giusto compiere salti (piuttosto lunghi) ed interagire con alcuni oggetti di cui possiede l’ombra. Ad esempio, potrà sollevare la sbarra di un passaggio a livello o far scattare un semaforo (o supremo, ti prego di prestarmi il tuo potere! NdR). Purtroppo, non c’è una grande varietà di interazioni, perciò la ripetitività del gioco comincia a pesare dopo un’oretta di saltelli.
SCHiM cerca di salvare un po’ da questo effetto alternando livelli diurni e notturni, dove si presenta la difficoltà aggiunta di dover seguire le luci dei lampioni e dei veicoli, che deformano le ombre al loro passaggio. Bisogna dire che la fisica delle ombre in questi frangenti è davvero ben curata, e che i giocatori si vedono costretti ad alzare il livello del loro tempismo per sopravvivere al buio della notte.
Chi cerca un’ulteriore sfida può anche dedicarsi al salvataggio di altri SCHiM sparsi per le mappe. Questi poveri esserini sono stati separati dai loro oggetti, che appariranno quindi nella mappa palesemente fuori posto e in una tonalità diversa rispetto allo sfondo. Raccogliendo questi oggetti potremo ricongiungerli al loro SCHiM e compiere una buona azione. Non che serva a qualcosa, a parte raggiungere il platino, ma fa bene al cuore (e ci dà qualcosa di aggiuntivo da fare).
Lo stile grafico del gioco è alquanto particolare. I livelli si presentano in palette monocromatiche, con le luci bianche, le ombre utilizzabili nere, e i dettagli di varie tonalità dello stesso colore (un livello sarà sulle tonalità del blu, quello dopo sulle tonalità del rosso ecc.). Gli oggetti, animali e persone che popolano le mappe sono resi come sagome, con contorni netti ma dettagli poco chiari. Una scelta artistica che ben si sposa con il gameplay, facilitando l’individuazione delle ombre senza far perdere il giocatore in un mare di colori e sfumature, e che rende il mondo di gioco unico nel suo genere. Possiamo immaginare che questa sia la “visione SCHiM”, il modo in cui queste ranocchie percepiscono il mondo circostante. Purtroppo, questa scelta ha anche un lato negativo: affatica velocemente gli occhi. Il consiglio è quello di non fare sessioni troppo lunghe e abbassare un po’ la luminosità dello schermo.
Nel complesso SCHiM è un’esperienza rilassante, che porta i giocatori a passeggiare (o meglio saltellare) tra le strade di una città di medie dimensioni. Tra parchi, supermercati, strade e piazze, facendosi trasportare dai passanti senza pensare troppo. Ma può anche essere a tratti impegnativa – e alle volte frustrante – nei livelli notturni e in altre occasioni in cui il level-design decide di mettere alla prova le abilità della nostra ranocchia. Carino, ma ripetitivo: da prendere a piccole dosi.
SCHiM è disponibile sullo shop online di Nintendo, sul PSN, sullo store di Xbox e su Steam.
A cura di Giada Mattiolo
– Neva
Nomada Studio è tornato. Nel 2018 questo piccolo studio ha lasciato senza parole un buon milione di giocatori con GRIS, un platform caratterizzato dalla più pura bellezza artistica. Ambientazioni dalle meravigliose colorazioni acquarello, accompagnate da una colonna sonora struggente, che seguiva intimamente il percorso emotivo della protagonista.
Sei anni dopo, con Neva, Nomada Studio promette di riportare sul piatto tutte le migliori qualità di GRIS, ma aggiungendo qualcosa di importante: un gameplay strutturato.
In Neva, che abbiamo potuto provare grazie ad una demo, i giocatori seguono le vicende di una ragazza e di un adorabile lupacchiotto con le corna di cervo – Neva, appunto. A seguito dell’arrivo di un’orribile calamità, i due si vedono costretti a lasciare la loro casa, non più sicura. Fin da subito, il profondo legame che lega Alba e il lupo è messo in primo piano; i giocatori non potranno fare a meno di preoccuparsi per lui e fermarsi a coccolarlo ogni pochi minuti (l’animazione è tenerissima).
Attraversando magiche ambientazioni dai colori soffusi, Alba e Neva dovranno affrontare creature deformi, devastate dalla piaga (somigliano a Senza-Volto dello Studio Ghibli). Nella prima parte che abbiamo potuto provare, il combattimento si è mostrato solo nelle sue basi e presenta una struttura semplice, tipica dei platform. È presto per giudicare la difficoltà generale – ovviamente molto bassa agli inizi – ma abbiamo già potuto appurare la presenza di boss imponenti, che potrebbero dare del filo da torcere.
Dai trailer rilasciati da Nomada Studio sappiamo che anche Neva prenderà parte ai combattimenti in fasi più avanzate del gioco; purtroppo per il momento non abbiamo avuto modo di vedere come si sbloccheranno le sue abilità e come funzionerà il gameplay “in due”, ma di certo rappresenterà l’elemento di diversità da tutti gli altri esponenti del genere, e le premesse sembrano interessanti.
Dove il gioco mostra già appieno le sue potenzialità è il puzzle-platforming: per evitare le nere grinfie della piaga, Alba dovrà saltare, scattare e utilizzare le sue abilità con la spada in modo creativo. Il livello di difficoltà sale costantemente dopo aver padroneggiato le basi, e la presenza di collezionabili ci fa già immaginare sezioni più impegnative per mettere alla prova la rapidità di mano dei giocatori. Non vediamo l’ora di vedere quali elementi saranno aggiunti più avanti per aumentare le capacità atletiche di Alba e la difficoltà del platforming.
Insomma, Neva si preannuncia un degno successore di GRIS, ed anzi Nomada Studio potrebbe superare sé stesso con questa nuova opera. Dal lato artistico ed emotivo, la storia di Alba ed il suo lupo promette grandi cose: le ambientazioni lasciano a bocca aperta per la loro vibrante bellezza durante il giorno, ed inquietano durante la notte, quando la piaga si mostra in tutta la sua mostruosità. L’uso delle palette cromatiche è magistrale: dai gialli più accesi delle praterie, ai verdi più profondi della foresta, passando da blu, rosa e altri ancora.
La colonna sonora sposa i vari paesaggi e situazioni alla perfezione, ma scopriremo solo quando avremo il gioco completo tra le nostre mani se raggiungerà gli altissimi livelli di GRIS.
Neva è previsto entro la fine del 2024 per Nintendo Switch e Xbox Series, e potete già preordinarlo su Steam e PSN per giocarlo sulle vostre PlayStation.
A cura di Giada Mattiolo
– Skate Story
Skate Story è l’allucinato e suggestivo viaggio di un demone che, stanco del suo ristagnare in una dimensione onirica e sospesa, intende liberarsi dal suo giogo distruggendo tutte le Lune che incontrerà sul suo cammino, corpi celesti che causano pene eterne alle anime smarrite come lui. Come farlo? Ma ovviamente a suon di trick con lo skateboard, impresa possibile solo attraversando autentici gironi danteschi e sfidando altre entità sovrannaturali del tutto contrarie alla sua fuga.
Il titolo firmato da Sam Eng, sviluppatore indipendente coadiuvato per la pubblicazione su Steam da Devolver Digital, trasuda stile Grasshopper Manufacture, e quindi Suda 51, da tutti i pori proprio a cominciare dalle tematiche trattate nel prologo, unica parte del titolo che abbiamo testato con mano grazie ad una demo.
Anime sofferenti, la presenza soffocante della Luna e, da qualche parte, un trauma che solo un po’ di skate può risolvere. Il gioco, del resto, è in tutto e per tutto il perfetto punto d’incontro tra Tony Hawk’s Pro Skater e No More Heroes. Lo stile grafico, povero di colori e con un filtro che ricorda i vecchi tubi catodici, ricorda le superfici monocrome di Killer 7. Il ritmo dell’azione, immediata e diretta, quella della saga con protagonista Travis Touchdown. La presenza di personaggi sovrannaturali, come il coniglio che esorta il protagonista a seguirlo per ritrovare la libertà, ha a che fare con i personaggi allucinati di The Silver Case.
Lo spirito del gioco, così come l’atmosfera, è davvero particolarissima e fa il paio con una colonna sonora d’occasione, in cui i pezzi si adattano dinamicamente ora alla corsa sullo skate, ora alle più rilassate fasi appiedate, magari mentre si dialoga con qualche altra figura stralunata di questa dimensione sovrannaturale.
L’obiettivo, come detto è di distruggere a colpi di trick le Lune, ma prima di poterlo fare, bisogna raggiungerle. Skate Story, da quanto visto in questa demo, alterna corridoi da superare a tutta birra eseguendo dei trick per evitare gli ostacoli, ad aree più ampie dove compiere piccole missioni, sempre a colpi di acrobazie, utili per liberarsi la strada. Attenzione però: il protagonista è di cristallo e basterà qualche sollecitazione di troppo per farlo andare in mille pezzi. Dovrete quindi stare molto attenti anche in fase di atterraggio, perché basta poco per andare incontro ad un game over.
Il sistema di controllo, fortunatamente, non perde un colpo e affida buona parte delle evoluzioni alla pressione contemporanea di un trigger o di un dorsale, con uno dei pulsanti frontali del pad. Già in queste fasi iniziali, è fondamentale prendere dimestichezza con le varie combo, operazione che sulle prime potrebbe causare qualche grattacapo ai giocatori meno smaliziati.
Solo quando metteremo mani sulla versione finale del gioco capiremo la bontà di una formula di gioco certamente affascinante, ma che potrebbe mostrare il fianco ad un pizzico di ripetitività. Certamente, le premesse al momento sono ottime, soprattutto per quanto riguarda l’aspetto artistico della produzione, quanto mai ispirato e a suo modo piacevolmente inquietante.
Potete inserire Skate Story nella vostra wish list su Steam, in attesa della release prevista entro la fine del 2024.
A cura di Lorenzo Kobe Fazio
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