Speciale 21 Feb 2025

Indie Soul – Episodio #18

Nuova puntata della rubrica di GameSoul dedicata ai giochi indie

Indie Soul, la rubrica di GameSoul.it dedicata agli indie, ritorna con il suo mix di titoli tutti da scoprire: il terzetto di oggi è caratterizzato da una grande voglia di raccontare e farsi scoprire, con titoli capaci di mettere al centro i sentimenti e, in altri casi, l’orrore puro. O entrambi…

In questa puntata vi proponiamo Recall: Empty Wishes, titolo che scava nel passato dei protagonisti per dare vita a un’atmosfera da thriller. In seguito entreremo a far parte dell’Urban Myth Dissolution Center per scoprire cosa si nasconde dietro i misteri di ogni giorno. In conclusione invece ci affideremo alle dolci e malinconiche note della visual novel Afterlove EP.

Vi ricordiamo che questi giochi sono disponibili solo in digitale, ma che da GameStop potete acquistare credito per PlayStation Store, Nintendo eShop, Microsoft Store e Steam, in negozio e online.

Ora è tempo di scoprire questo terzetto di indie, con il diciottesimo appuntamento di Indie Soul!



Nella Taiwan del 2010, un giorno, un ragazzo scompare. Intelligente, coscienzioso e benvoluto, nessuno capisce le ragioni dietro la sua scomparsa né cosa sia davvero successo: di Tommy Lee si sono completamente perse le tracce e basta. Incapace di accettare l’accaduto, la sorella Yonni cerca di svelare il mistero dietro la sua improvvisa comparsa. Ritrova un vecchio telefono giocattolo con il quale fingeva di mettersi in contatto con il fratello e che, misteriosamente, sembra connetterla proprio a lui ovunque si trovi. Non solo, il ricevitore risulta essere un ponte tra due dimensioni, un modo per entrare nelle memorie delle persone più legate a Tommy e conoscerne i desideri profondi. Partendo da questa consapevolezza, e non solo nei panni di Yonni, ci troveremo a viaggiare nell’inconscio di diversi personaggi per cercare di mettere assieme i pezzi e raggiungere la verità.

Recall: Empty Wishes è un gioco in 2D a scorrimento laterale principalmente narrativo, la cui storia viene ogni tanto intervallata da qualche semplice enigma per il giocatore affinché possa proseguire. È chiara l’intenzione degli sviluppatori di mettere la narrazione davanti a tutto, non ostacolando il giocatore nel prosieguo con enigmi che possano tenerlo bloccato in una situazione. L’atmosfera, nel suo essere opprimente, si percepisce bene e i personaggi sono più complessi di quanto sembrano: non basta una sola partita, né un solo finale, per comprendere appieno il gioco ma ciò non lo esime dal mancare di tirare opportunamente qualche filo. Nello specifico lascia troppo in sospeso le trame di due personaggi, non riuscendo a trasmettere davvero al giocatore cosa sia successo. Al netto di questo è un buon thriller psicologico che vi porterà via dalle due alle tre ore per una singola partita.

Il contrasto tra orrore e stile caricaturale è efficace

Recall: Empty Wishes si appoggia sul thriller sovrannaturale, con qualche leggera tinta horror, per raccontare quella che è una tragedia anzitutto famigliare, dove ciascun personaggio (dalla madre di Yonni e Tommy fino ai figli stessi) vive un proprio tormento che tuttavia non condivide agli altri e lo porta poi a prendere decisioni compromettenti, sul lungo periodo, per un equilibrio già di per sé molto delicato. Al netto delle sue atmosfere sovrannaturali, che sono per l’appunto un espediente per coinvolgere il giocatore ma in un certo senso anche per dare la misura di come potrebbe essere il mondo interiore di personaggi costretti a vivere e subire determinati drammi, la tragedia umana che vuol far passare si percepisce. Avere enigmi un po’ più coinvolgenti avrebbe sicuramente dato un valore in più, sebbene il gioco chieda di impegnarsi il minimo sindacale per superare gli ostacoli che oppone – anche se la parte più difficile se così vogliamo definirla si rivolge ai completisti, perché gli obiettivi non sono semplici da capire e richiedono un’esplorazione ben più approfondita.

Nei panni di quattro personaggi su cinque totali, viaggeremo nel subconscio di ognuno muovendoci tra ambientazioni a loro familiari e spesso condivise (la scuola e casa di Yonni e Tommy) per scoprire cosa li accomuna nella tragedia. I videogiochi taiwanesi sono molto inclini a regalare esperienze indie horror drammatiche – basti pensare a Devotion e Detention – e Recall: Empty Wishes non fa eccezione. Come prima opera dello studio è un buon esordio ma la sensazione che un po’ di tempo in più per conoscere meglio i personaggi avrebbe ulteriormente giovato all’esperienza. Ciononostante, se conoscete e vi sono piaciuti i titoli succitati, questo non farà eccezione pur considerando i suoi limiti.

Potete acquistare Recall: Empty Wishes su Steam, ma è possibile giocarlo anche su Nintendo Switch e console PlayStation.

A cura di Alessandra Borgonovo



Azami Fukurai, una giovane studentessa universitaria, voleva solo liberarsi del suo problema quando ha contattato il Centro di Dissezione Leggende Metropolitane: fin da bambina ha la non richiesta capacità di vedere i fantasmi, che tali poi non sono, come scoprirà, perché la psicometria di cui è dotata le fa notare le tracce lasciate da qualcuno o qualcosa nel tempo e in un dato luogo. Ad ogni modo, per una serie di sfortune e un po’ calcolo da parte del direttore del Centro, Agumi Meguriya, finisce suo malgrado a lavorare per la struttura stessa. Il suo compito? Indagare su casi alla cui base sembra ci siano delle leggende metropolitane: muovendosi dunque sul sottile confine fra thriller e horror, Urban Myth Dissolution Center ci mette di fronte a un’avventura narrativa investigativa che, data la volontà dello sviluppatore Hakababunko di far concentrare di più il giocatore sulla storia, dal punto di vista ludico risulta molto più guidata di quanto ci si aspetterebbe.

Non c’è punizione per i nostri errori, nel corso delle indagini, che spaziano dalla ricerca sui social media fino all’analisi delle scene del crimine, il che è un peccato se si pensa che alcune situazioni in particolare hanno da parte loro tutta la giusta tensione per scaturire in un game over. Lo sviluppatore invece, volendo dare molto più rilievo alla storia, depotenzia questo aspetto abbassando ogni tipo di barriera: al giocatore viene comunque chiesto lo sforzo di indagare ma si tratterà di muoversi avanti e indietro tra social, scene e personaggi da interrogare per ricavare le informazioni necessarie con cui poi dedurre l’accaduto. Il tutto in modo assolutamente sicuro.

Visivamente Neon Blood è assolutamente uno spettacolo

Questa consapevole “debolezza” nel gameplay è tuttavia compensata da un’ottima storia, con dialoghi ben scritti e un finale assolutamente inatteso che sovverte ogni potenziale aspettativa e valorizza ulteriormente tutto il tempo speso fino a quel momento. Il gioco è strutturato lungo sei casi, ciascuno della durata di almeno due ore, che si svolgono bene o male nello stesso modo: il nuovo cliente contatta il Centro, il direttore assegna ad Azami il lavoro e quest’ultima, assieme alla svogliata collega/autista Jasmine, si reca sul posto per avere un quadro generale della situazione, capire di quale leggenda metropolitana si sta parlando, indagare ulteriormente e infine risolverla.

La componente social media è senza dubbio la più curiosa, nonché il vero fulcro attorno al quale si è voluto sviluppare Urban Myth Dissolution Center: i social sono realtà che possono risultare nello stesso tempo miniere d’oro per chi cerca informazioni ma anche lo specchio di quanto crudeli siano le persone quando protette dall’anonimato. Cercando indizi, scorrendo tra un commento e l’altro, ci si rende conto di come Hakababunko abbia fedelmente riportato le dinamiche social, arricchendole con riflessioni da parte di Azami e Jasmine, che sono uniche per ciascun commento – persino quelli evidentemente non pertinenti all’indagine.

Grazie a occhiali speciali di cui Meguriya le ha fatto dono, Azami riesce a isolare parole chiave durante la ricerca che poi le serviranno per isolare ancora di più i risultati e arrivare agli indizi voluti. Questi stessi occhiali trovano posto anche sulle scene del crimine, poiché le consentono di focalizzarsi meglio sulle tracce psicometriche di entità e oggetti per guardare al passato, se così vogliamo dire: ricostruendo cos’è accaduto e mettendolo a confronto con il presente, si devono ricavare indizi attraverso una serie di deduzioni dove saremo aiutati dallo stesso Meguryia per giungere alla conclusione. Riconosciuta e indagata la leggenda, arriverà il momento della cosiddetta Dissezione, ossia svelare la verità dietro l’intricata indagine che siamo stati chiamati a risolvere: laddove le deduzioni chiedono di ricostruire l’ipotesi scegliendo i tre elementi chiave della stessa da una serie di parole o frasi, la dissezione così come il riconoscimento della leggenda ci chiama a rispondere a diverse domande poste dal direttore, che riepilogano il caso fino a giungere alla tanto agognata soluzione.

Come in Recall: Empty Wishes, anche qui il sovrannaturale e l’orrore sono un espediente per raccontare vicende ben più radicate con i piedi per terra, ma la trama in essere risulta molto più elaborata e sorprendente (lo sviluppatore non è alla sua prima esperienza con questo genere di giochi), tanto da lasciare margine a un possibile, seppur non strettamente necessario, seguito. Complice una colonna sonora accattivante e una pixel art molto curata soprattutto nei filmati e nelle interazioni, Urban Myth Dissolution Center è un gioco consigliato se state cercando un thriller elaborato e interconnesso nelle sue singole parti.

Potete acquistare Urban Myth Dissolution Center su Steam, PSN e Nintendo e-Shop.

A cura di Alessandra Borgonovo



Afterlove EP è l’ultimo progetto di Mohammad Fahmi, creatore di Coffee Talk e What Comes After. Tristemente, il gioco è riuscito a vedere la luce solo tre anni dopo la sua dipartita, avvenuta per problemi di salute nel 2022, alla giovane età di 32 anni. A concludere il lavoro è stato Pikselnesia, lo studio indie indonesiano fondato da Fahmi.
Probabilmente non è un caso che la morte sia un tema importante in questo titolo – un peculiare miscuglio tra visual novel, avventura narrativa e rhythm game – in cui i giocatori sono chiamati a vestire i panni di un musicista alle prese con il dolore della perdita di una persona cara.

Afterlove EP ci inserisce nella vita di Rama un anno dopo la morte della sua ragazza, periodo in cui il protagonista si è completamente isolato: dagli amici, dalla musica e dal mondo in generale. L’unica compagna rimastagli è la voce della sua amata Cinta, sempre presente dentro la sua testa.
Dopo tanto tempo Rama decide di contattare la sua vecchia band, i Sigmund Feud (nome geniale NdR), per riprendere in mano il suo sogno, ma rimettersi in gioco non è per niente facile. Tutti sembrano essere andati avanti, mentre lui è rimasto fermo troppo a lungo ed è come se nessuno riuscisse a capire il suo dolore. Ogni piccolo passo richiede un enorme sforzo, ma procedere è l’unica opzione possibile.

Innegabilmente, in termini artistici il gioco sa il fatto suo

Nella moderna Jakarta, i giocatori dovranno decidere come affrontare il lutto: le giornate passano fin troppo in fretta e a seconda delle priorità che si decideranno di seguire la storia prenderà vari risvolti. Una valida opzione è presentarsi dalla terapista con regolarità, ma anche fare nuove amicizie e ad aprirsi a nuovi sentimenti è importante. Niente vieta anche di prendere tempo per riflettere e girare per la città alla ricerca dei ricordi di Cinta, sparsi tra parchi, ristoranti e altre location, come il Coffee Chat: un chiaro riferimento a Coffee Talk, con un misterioso barista sempre pronto ad ascoltare e un menu ricco di drink eccezionali.

Afterlove EP è caratterizzato da una decisa aria malinconica, supportata da uno stile grafico fatto di “bozzetti” colorati con toni molto soft e dalla musica composta da Rama, che riversa tutti i suoi sentimenti nelle canzoni. I brani sono stati prodotti da una band indie rock indonesiana, L’alphalpha, un interessante spicchio di realtà che rende più credibile la Jakarta fittizia. Peccato solo che il lato rhythm game sia il più debole del gioco: non solo viene poco sfruttato, ma è talmente facile da risultare noioso e quasi superfluo, senza contare che poteva essere posta più attenzione nelle animazioni di sfondo invece di riciclare le stesse più e più volte. Nonostante i suoi difetti, lo stile interessante e il tema tanto universale quanto difficile da affrontare, rendono Afterlove EP una visual novel/dating sim degna di essere vissuta.

The Afterlove EP può essere acquistato in versione PC su Steam ed Epic Games Store, ma è anche disponibile per console su PlayStation, Xbox Series X|S e Nintendo Switch.

A cura di Giada Mattiolo

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