La nuova rubrica di GameSoul.it dedicata ai giochi indie è partita fortissimo e dopo un primo appuntamento di riscaldamento, siamo già pronti con il secondo episodio.
Di giochi che potremmo trattare in questo spazio ce ne sarebbero tantissimi, un’abbondanza frutto di un mercato semplicemente vulcanico da questo punto di vista, ma noi come sempre facciamo un po’ di selezione per voi, così da farvi tendere le orecchie solo per una ristretta cerchia di prodotti che, per un motivo o l’altro, meritano davvero la vostra attenzione.
In questo episodio, in particolare, siamo stati anche aiutati dal recente Steam Next Fest, occasione in cui il noto e apprezzato software di Valve ha rilasciato un gran numero di demo dedicate, e non caso, proprio ad una bella selezione di giochi indie. Proprio per questo, oltre ai nostri pareri su giochi già pubblicati come Children of Silentown, sviluppato tra l’altro da un team italianissimo, e l’affascinante A Space for the Unbound, ci siamo permessi di dedicare spazio anche a Planet of Lana, intrigante platform che deve moltissimo a Limbo e Inside, che abbiamo potuto provare in anteprima, proprio grazie ad una demo rilasciata nel corso dello Steam Next Fest.
Vi ricordiamo che la maggior parte di questi giochi sono disponibili solo in digitale, ma che da GameStop potete acquistare credito per PlayStation Store, Nintendo eShop, Microsoft Store e Steam, in negozio e online.
Riprende insomma il nostro viaggio gli indie, con il secondo appuntamento con Indie Soul!
– Children of Silentown
Children of Silentown è un’avventura punta e clicca dalle atmosfere horror, che porta i giocatori in un piccolo villaggio situato nel bel mezzo di una foresta popolata da mostri misteriosi.
Per evitare di farsi letteralmente portare via dai mostri, gli adulti hanno stipulato delle regole. È vietato alzare la voce, stare fuori casa quando fa buio, addentrarsi nella foresta a meno che non sia il falegname a farlo, e così via. Ovviamente essere un bambino in questo clima opprimente è un vero incubo e la protagonista, infatti, di incubi ne ha quasi tutte le notti. E chi non li avrebbe a Silentown? Con i ruggiti dei mostri a fare da ninna-nanna?
Elf Games, team italianissimo, fa un lavoro inquietantemente fantastico nel restituire le atmosfere di Silentown. A partire dallo stile grafico, che disegna questi personaggi dall’aria perpetuamente spaventata, senza iridi né pupille. Per continuare con una colonna sonora che vi tormenterà nel sonno, ma in senso buono. Geniale, a questo proposito, l’idea di usare il canto, la musica, come strumento per risvegliare nelle persone i ricordi e le emozioni. In un villaggio silente, una ragazzina a cui piace cantare può fare la differenza. Andare a caccia di note sarà importante per sbloccare canti dai diversi effetti e spronare gli abitanti di Silentown ad agire seguendo i propri sentimenti.
La parte più importante di un punta e clicca sono però chiaramente gli enigmi e anche qui Children of Silentown non delude. In un capitolo ci si ritrova a girare per l’intero villaggio svariate volte, mettendo insieme i pezzi di un puzzle che piano piano acquisisce un senso, facendo attenzione ad ogni elemento disegnato su schermo e a ogni parola detta dai personaggi. I tasselli importanti vengono messi in evidenza nel modo giusto, senza risultare troppo ovvi, ma comunque risaltando all’occhio. Certo, la classica lente d’ingrandimento/manina/ingranaggio che compare passando sopra agli oggetti aiuta sempre in caso di smarrimento: controllare ogni singolo elemento è sempre una buona strategia.
Anche i puzzle ricorrenti, che prendono spunto da rompicapi classici (percorsi di tubi/strade da ruotare, fili che non devono intrecciarsi), ottengono un flavor unico grazie al design del gioco. Non si può certo dire che Children of Silentown manchi di stile.
In effetti, Children of Silentown non manca proprio di niente. Ha stile, atmosfera, una storia inquietante ma non troppo spaventosa, dei puzzle ben fatti: che volete di più dalla vita? A parte non essere rapiti dai mostri, s’intende. Children of Silentown vi aspetta su Steam, PS5, Xbox Series e Nintendo Switch.
Giada Mattiolo
– A Space for the Unbound
Spesso è proprio dai particolari che si capisce quando dietro ad un progetto c’è qualcosa di estremamente profondo, ed in A Space for the Unbound ce ne sono davvero tanti. Basterebbe di per sé lo stupendo artwork ad attirare la vostra attenzione, ma magari dare uno sguardo ad un’immagine qualsiasi del gioco aiuterebbe, con quella grafica in pixel-art che strizza l’occhio ad un anime e offre alcuni scorci che andrebbero incorniciati per bellezza, colori e significato. Altrimenti potreste guardare il trailer, quelle immagini in movimento, unitamente ad un motivo musicale dolcemente crescente, dovrebbero bastare a farvi venir voglia di immergervi in quel mondo.
Se però pensate che possa essere tutta apparenza, allora giocare il prologo (disponibile gratuitamente su Steam) rappresenterà la scintilla che mancava per far accendere il vostro cuore. Quei 15-20 minuti saranno sufficienti sia a mostrarvi la struttura di questa avventura, sia a farvi capire che sotto c’è una storia che vale la pena vivere e che vi lascerà (già da subito) con il fiato sospeso.
Ambientata in Indonesia alla fine degli anni ’90, quella di Atma, di Raya e dei tanti personaggi che gli ruotano attorno è una storia che si dipana alla conclusione delle scuole medie e, come è tipico per quell’età, parla di sogni, così come di paure e dei problemi (interiori e non) che possono ostacolarli. Se i superpoteri che sopraggiungono sembrerebbero la soluzione, ben presto vi accorgerete che nascondono anche un lato oscuro.
I personaggi si muovono, parlano tra loro ed interagiscono con il mondo circostante in una struttura 2D a scorrimento laterale che nella sua semplicità funziona bene e permette di fruire della storia senza annoiarsi. Oltre a qualche enigma ambientale, alla ricerca di indizi ed oggetti, ci sono diverse sezioni che richiamano alcuni titoli famosi (come Street Fighter e Phoenix Wright), offrendo qualche diversivo che vi farà sorridere e divertire (ludicamente parlando). Oltre agli obiettivi primari, ce ne saranno altri che vi accompagneranno in tutta l’avventura e vi faranno, ad esempio, accarezzare tutti i (tantissimi) gatti sparsi nel gioco.
Ci spiace per la mancanza dell’italiano, ma l’inglese è davvero elementare e permette a chiunque abbia delle buone basi di godersi per bene la storia. C’è tutto il contorno poi che coinvolge il giocatore, dallo stile grafico e la cura dei suoi dettagli, alla fantastica colonna sonora che accompagna senza annoiare ma è capace di crescere d’intensità al momento giusto. A proposito di contorno, esiste anche un fumetto (disponibile gratuitamente) che affronta la storia di uno dei personaggi, un artbook digitale, così come tanti riferimenti in-game ad altre opere videoludiche e non.
A Space for the Unbound con un po’ di magia ci ha fatto tornare adolescenti per qualche ora, ci ha ricordato quanto erano affascinanti e intensi (soprattutto interiormente) quei giorni e rappresenta un’opera d’arte a tutto tondo che vale la pena di essere giocata. Ci ha ricordato molto da vicino “Your Name” di Makoto Shinkai, ma in generale ciò che ritroviamo nei suoi film o in anime simili perciò, se sapete di cosa stiamo parlando, fareste bene a prenderlo ad occhi chiusi, tanto è disponibile per PC (lo abbiamo giocato su Steam Deck), Nintendo Switch, PlayStation ed Xbox.
Pasquale Lello
– Planet of Lana (demo)
Gli stessi sviluppatori non hanno mai fatto mistero di quanto Planet of Lana sia debitore nei confronti di Limbo e Inside, geniali platform 2.5D di Playdead, titoli che con il loro stile e le loro idee di gameplay hanno quasi finito per creare un genere a sé stante.
La demo (che potete scaricare sulla pagina del gioco), in questo senso, mette subito in chiaro che si tratterà di un’esperienza estremamente simile, per sommi capi, ma non per questo identica. Innanzitutto gli scenari oscuri e dark del duo appena citato, lasciano spazio a panorami vivaci e letteralmente dipinti come un acquerello. Soprattutto lo sfondo, che disegna i contorni di un mondo alieno tremendamente vibrante di vita, lascia davvero a bocca aperta, confermando immediatamente la bontà del lavoro creativo svolto dagli artisti in forze a Wishfully. Sebbene gli sviluppatori hanno già confermato che procedendo nel gioco non mancheranno ambientazioni più oscure ed inquietanti, questo incipit ambientato in una lussureggiante foresta baciata dal sole ci ha ben disposto verso un’avventura che proporrà una coppia di protagonisti: la giovane Lana, per l’appunto, ed uno strano animaletto per metà cane, per metà gatto di nome Mui.
Questa, a conti fatti, è e sarà la grande differenza di gameplay tra Planet of Lana e Limbo ed Inside. Laddove nei giochi di Playdead la risoluzione degli enigmi ambientali era ed esclusivo appannaggio del protagonista della vicenda, qui potrete e dovrete utilizzare entrambi i personaggi per venire a capo dei vari puzzle.
Il giocatore controllerà direttamente Lana e potrà impartire, quando necessario, dei comandi specifici a Mui che di default seguirà la sua compagna ovunque, dando spesso prova di abilità ginniche davvero portentose. Dal lanciarvi una corda, al restare seduta attivando così un interruttore, la buffa creatura anche in questa demo si è resa utile in tantissimi modi, rendendo chiaro che il rapporto simbiotico tra i due sarà il focus attorno al quale ruoterà tutto il gameplay.
Oltre a risolvere enigmi ambientali, tuttavia, di tanto in tanto dovrete anche nascondervi alla vista di minacciosi robot che cercano la piccola Lana. Dovrete accucciarvi, nascondervi tra la vegetazione, sgattaiolare dietro le spalle delle sentinelle e, all’occorrenza, sfruttare diversivi.
Non ci è ancora dato sapere se il gioco brillerà per inventiva dall’inizio alla fine dell’avventura, né se l’art design manterrà intanto lo stupefacente livello qualitativo ostentato in questa demo. Di sicuro, se il buongiorno di vede dal mattino, Planet of Lana promette benissimo.
Vi ricordiamo che il gioco uscirà nel corso del 2023, oltre che su PC, anche sulle console Xbox, e dal D1 sarà su Xbox Game Pass.
Lorenzo Kobe Fazio
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