Iris.Fall – Recensione

Chi non conosce la storia di Alice nel Paese delle Meraviglie? Un giorno Alice, seguendo il Bianconiglio finisce in uno strano luogo popolato dalle più disparate creature… l’intero viaggio, però, non è altro che un sogno. Ebbene, Iris.Fall è l’esatto opposto: la ragazza si sveglia infatti in seguito ad un incubo e seguendo un gatto nero si ritrova in un teatro abbandonato, dove, seppure la magia di luci e ombre regni sovrana, è tutto reale.

Iris non si ritrova a rimpicciolirsi e ingrandirsi come Alice, in compenso il misterioso gatto nero le mostra come passare dal normale mondo tridimensionale a quello bidimensionale formato dalle ombre… pur sempre un cambio di dimensioni è, giusto? All’opposto del Paese delle Meraviglie, l’ambientazione in cui NEXT Studio ci porta è però monocromatico, privo di ogni colore se non quello dato dalle calde fonti di luce, che danno vita al palcoscenico del teatro.

Queste caratteristiche danno vita ad un puzzle game intrigante, che sa conquistare grazie al suo aspetto gotico e a quel tocco di inquietudine che non guasta mai.

Iris.Fall è dunque un’avventura/rompicapo che si basa sul contrasto tra luci e ombre. Passando attraverso le pagine di alcuni libri posti in luoghi strategici (e inamovibili… dopotutto sono libri magici), la protagonista è infatti in grado di “trasferirsi nella sua ombra”. I puzzle si concentrano quindi sulla manipolazione dei due mondi, quello tridimensionale e quello proiettato sulle pareti, azionando giganteschi orologi per camminare sull’ombra delle loro lancette, ricostruendo marionette con oggetti inusuali (se i cinesi possono fare un cigno con le mani, perché noi non possiamo fare una gonna con una campana?) e in generale giocando con i macchinari e gli strumenti presenti nel teatro, per permettere ad Iris di avanzare tra le sue maestose rovine.

Il vecchio teatro spento prende vita puzzle dopo puzzle, riacquistando il suo scopo e raccontando la storia della protagonista

Come potete immaginare per rendere questa meccanica interessante è necessario un palcoscenico davvero ben studiato e NEXT Studio ha fatto un gran lavoro in questo senso. I puzzle sono a dir poco affascinanti e portano il giocatore a ridare vita al vecchio teatro spento tramite le luci e gli strumenti ormai abbandonati: così l’edificio riacquista il suo scopo e racconta la storia della protagonista, che essa stessa sembra aver dimenticato. Una storia semplice ma di sicuro impatto, che ci ha conquistati nonostante la sua brevità (parliamo di appena tre ore di gioco).

L’atmosfera che il gioco regala è davvero particolare: la sua palette monocromatica, che si concede aree di colore solo in corrispondenza delle fonti di luce, contribuisce all’aria gotica dell’edificio e mano a mano che si prosegue nella storia si passa da una generale sensazione di decadenza e abbandono a una da “casa stregata”. Marionette che prendono vita, occhi luminosi che ti fissano dalle pareti, ombre che si muovono senza una controparte tridimensionale… sì, l’ambientazione sa senza dubbio stregare.

L’atmosfera che il gioco regala è davvero particolare, complici la sua palette monocromatica e il comparto sonoro da brividi

Complice è anche un comparto sonoro da brividi, che con sapienti rumori ambientali inseriti al momento giusto e una colonna sonora dai toni dolci ma vagamente lugubri, riempie le stanze del teatro di un misto di malinconia e inquietudine.

Unica pecca del gioco, durata a parte, sono le animazioni. Fortunatamente la maggior parte degli oggetti in movimento sono macchinari, quando però capita di osservare il gatto saltare o anche semplicemente guardando Iris camminare da una parte all’altra ci si accorge della loro legnosità. Il tema del gioco e la direzione artistica rendono però il difetto non troppo fastidioso e anzi, forse una parte del quadro completo.

Conclusioni

Iris.Fall è un’avventura/rompicapo che fa della direzione artistica il suo punto forte: la palette monocromatica e gli ambienti decadenti del teatro abbandonato che fa da palcoscenico alla storia regalano un’aria gotica davvero affascinante. Molto intrigante anche il modo in cui l’ambientazione prende vita puzzle dopo puzzle, narrando le vicende della protagonista.

La meccanica principale del gioco, che vede Iris passare dal mondo tridimensionale a quello bidimensionale composto dalle ombre proiettate sulle pareti, è reso interessante da un level design lodevole che abbiamo apprezzato soprattutto dal lato (ancora) artistico.

Una storia da brividi e d’impatto chiude il quadro di un gioco che gli amanti dei puzzle game sapranno sicuramente apprezzare e amare nella sua particolarità.


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