Quando è stato annunciato nel dicembre dello scorso anno, It Takes Two ha lasciato fin da subito la sensazione di trovarsi davanti a un trailer firmato Pixar: per toni, colori e realizzazione, la nuova avventura cooperativa di Hazelight Studios ci ha sorpreso e divertito con una presentazione accattivante, promettente sotto il profilo ludico ma arricchita anche da una storia capace di emozionare.
Una narrazione che affonda le radici nel quotidiano, trattando il delicato tema del divorzio, dell’amore strappato e della speranza di ricostruirlo, ma anche di chi, in alcuni casi, si trova a soffrire maggiormente le crepe di un rapporto sempre più difficile da gestire.
Nel caso specifico parliamo di Rose, la figlia dei due protagonisti Cody e May, che non riesce a sopportare l’idea di vedere i suoi genitori allontanarsi sempre di più e vorrebbe vederli riuniti come sicuramente, un tempo, sono stati: per questo si rifugia nelle proprie fantasie, creando due bambole simili ai genitori e chiedendo l’aiuto del Dottor Hakim – famoso esperto mondiale di relazioni amorose che ha scritto il libro cui la bambina si affida per far comprendere, per ora solo alle bambole, come l’amore sia un sentimento che va coltivato, vissuto, a volte persino sofferto se si vuole uscirne più forti di prima.
La forza del suo desiderio è tale che un giorno Cody e May si risvegliano nei panni di quegli stessi pupazzi costruiti da Rose, confusi da quanto successo ma ancora pronti a incolparsi a vicenda, mettendo a nudo le crepe del loro rapporto. Comincia così un viaggio folle, sconsiderato e bellissimo, sotto la guida del Dottor Hakim, nel corso del quale i nostri due protagonisti impareranno a (ri)conoscersi, collaborando spinti dal bene verso la figlia per scoprire che le cose rotte non devono per forza esser buttate: c’è sempre margine per aggiustarle.
In una sorta di “Tesoro mi si sono ristretti i ragazzi” videoludico, con gli adulti in dimensione ridotta, abbiamo mosso i primi passi in questa nuova avventura esclusivamente cooperativa che ci ha preso almeno tre ore ed entusiasmato come poche. Se conoscete Josef Fares e i suoi precedenti giochi, Brothers: A Tale of Two Sons e A Way Out, allora avete un’idea di fondo su come può funzionare anche It Takes Two: assieme a un amico, fianco a fianco oppure online, dovrete farvi strada nel microcosmo del cortile per riconciliarvi con Rose sperando di spezzare la “maledizione” che vi ha rinchiuso nel corpo di due pupazzi in legno e argilla.
Non esistono livelli uguali agli altri, per quanto abbiamo potuto vedere, e la cura con cui sono stati realizzati, soprattutto la loro varietà in termini di gameplay (alternata ma anche accompagnata da battibecchi comici) rende l’esperienza sempre fresca, in cui nemmeno a dirlo la cooperazione è fondamentale. È tutta una questione di tempismo, affinità, colpo d’occhio e riflessi pronti, dove sbagliare è all’ordine del giorno ma non risulta mai frustrante, vuoi per i protagonisti dalla lingua tagliente o per il fatto di sentirsi fin da subito genuinamente coinvolti in questa piccola ma grande commedia romantica.
It Takes Two racconta l’amore per quello che spesso è: un enorme casino
Giocando in locale, ci siamo accorti di quanto comunicare sia fondamentale – guarda caso, uno degli insegnamenti del Dottor Hakim per ricucire i rapporti – ma anche di come alcune situazioni siano dei veri e propri salti della fede: un affidarsi completamente al partner nella consapevolezza di un’intesa che a volte non ha bisogno di essere espressa.
Tra aspirapolveri vendicativi (e a ragion veduta, diremmo noi), una cassetta degli attrezzi burbera e poco incline alla cooperazione, per finire in una vera e propria guerra aperta tra scoiattoli e vespe nella quale buffi roditori si trasformano in spietati commando, la ricostruzione del rapporto di Cody e May passa anche, se non soprattutto, dall’affinità che si costruisce con l’altro giocatore: se i primi passi sono stentati, confusi come del resto lo sono i protagonisti nel trovarsi in una situazione fuori da ogni logica, lentamente ci si ritrova a cogliere i dettagli fuori posto, gli appigli per procedere, si acquisisce più sicurezza sia in se stessi sia nel proprio compagno fino a trasformarsi in un duo invincibile – forgiato sulla consapevolezza di non essere soli, che qualsiasi nostra mancanza verrà bilanciata e noi, dall’altra parte, faremo lo stesso.
Abbiamo usato la testa di un martello come arma, mentre dall’altro lato il nostro partner lanciava chiodi come fossero giavellotti; siamo stati risucchiati nel bocchettone di un aspirapolvere per assurde gimcane tra un punto e l’altro del capanno; abbiamo imbracciato una pericolosa ma divertentissima invenzione di un ingegnere scoiattolo per abbattere le vespe e farci strada fino alla regina, chiudendo il tutto con una mirabolante fuga a bordo di un aeroplano costruito con dei boxer, sulle cui ali abbiamo combattuto fino all’ultimo colpo uno scontro che aveva dell’epico e dello spassoso assieme.
Tutti piccoli assaggi di una grande esperienza, non solo in virtù delle nostre dimensioni rispetto al mondo esterno, che porterà la collaborazione al suo apice. It Takes Two è un gioco folle come il suo creatore, ricco di citazioni che vi strapperanno più di una risata, sapientemente costruito nei propri livelli, ciascuno dei quali diventa un vero e proprio diorama dotato di vita propria all’interno del quale le azioni compiute da umani si ripercuotono sui nostri alter ego: procrastinare, disinteressarsi, credere che l’altra persona lo farà al posto nostro e tutte quelle piccole increspature quotidiane che non percepiamo come tali sono una delle basi su cui è costruito il gioco.
It Takes Two porta la collaborazione al suo apice
Sono momenti che andranno a riflettersi nella nostra avventura in miniatura, concorrendo a costruire una commedia romantica destinata a raccontare l’amore per quello che spesso è: un enorme casino, un affetto da non dare mai per scontato e che deve essere coltivato proprio nel momento in cui si decide di renderlo qualcosa di più, trasformarlo nel perno attorno al quale ruoteranno le nostre vite.
Il tutto all’interno di un enorme parco divertimenti videoludico che metterà alla prova le vostre abilità di giocatori e la comunicazione con il partner, senza per questo rendersi proibitivo ai meno avvezzi. Non abbiate quindi timore a tuffarvi in It Takes Two: quello che scoprirete potrebbe stupire persino chi crede di conoscere Fares e il suo modo di realizzare videogiochi.
It Takes Two arriverà su PS4, Xbox One e PC il 26 marzo (con aggiornamento a next-gen gratuito). Potete pre-ordinare il titolo a questo link: con il Pass Amici è possibile giocare in due acquistando una sola copia (tutti i dettagli qui).