“Appassionati di anime e manga, unitevi!”
Questa frase e/o incitazione, non ha mai avuto così tanto senso come adesso, in cui in Italia è finalmente arrivato J-Stars Victory VS+, conosciutissimo picchiaduro di Bandai Namco, rilasciato l’anno scorso in terra nipponica per il 45° anniversario della rivista Weekly Shōnen Jump. Il titolo rispecchia idealmente la rivista, ospitando al suo interno i personaggi dei manga che hanno fatto la storia dell’editoria del fumetto giapponese, e che nel corso degli anni hanno avuto il successo che meritano anche qui da noi. Parliamo quindi di personaggi illustri come Goku, Rufy, Kenshiro, Yusuke e tanti altri, che sia in formato cartaceo che in serie animata, hanno allietato molti dei nostri momenti di svago. Davanti alle loro avventure, tutti ci siamo di certo chiesti qualche volta cosa sarebbe potuto succedere se le storie di tutti i nostri beniamini potessero incrociarsi, facendoli così interagire tra di loro in un unico grandissimo cross-over… Beh, se alcuni di voi sono ancora ad attendere una risposta a questo quesito, non rimane altro da fare che dare uno sguardo a quanto ci può finalmente offrire J-Stars Victory VS+.
La fantasia in alcuni casi può diventare realtà, e qualche volta, durante le vostre letture preferite, vi sarà sicuramente capitato di pensare a chi uscirebbe vincitore da un ipotetico scontro tra Goku e Kenshiro o tra Ichigo e Rufy. Questo vostro quesito, adesso potrebbe ricevere una risposta grazie al nuovo titolo Bandai Namco sviluppato dagli studios giapponesi di Spike Chunsoft, casa relativamente giovane ed autrice di Pokémon Mystery Dungeon.
Protagonisti e personaggi principali presi da più di trenta opere manga, si ritrovano sullo stesso piano di esistenza e nello stesso identico tempo, alle prese con una voce misteriosa che si presenta loro come una “specie di divinità”. Questo particolare essere supremo ha uno scopo, spingerli a partecipare ad un importantissimo torneo, in cui sarà in palio nientemeno che un desiderio da poter esprimere, che la divinità stessa provvederà ad esaudire.
Questo è l’incipit della modalità Avventura J, modalità principale del titolo, e punto di incontro di tutte le realtà dell’immaginario che in esso coesistono. Un inizio che alla fine non si discosta molto da alcune delle trame principali dei vari manga, al cui interno, un motivo per fare una bella scazzottata riesce sempre a venire fuori.
Narrativamente parlando però, se il filone principale della trama può considerarsi “quasi passabile” nonostante la vena di nonsense che lo pervade, non si può dire lo stesso delle missioni secondarie, che spesso e volentieri si rivelano essere scialbi discorsi che si esauriscono in poche battute, e che non danno nessun valore aggiunto alla trama globale.
Come si evince chiaramente quindi, J-Stars Victory VS+, anche se dotato di una “particolare” storia, non è altro che un picchiaduro ad incontri. Consente di combattere con squadre formate da un minimo di uno a tre combattenti, ma con un massimo di quattro personaggi in totale (2vs2, 3vs1, etc.), ed è permesso (il più delle volte) di averne un altro per squadra come supporto. Quest’ultimo potrà intervenire, richiamato dal giocatore o da un eventuale compagno guidato dall’AI, ad intervalli di tempo regolari, mentre gli alleati se le danno di santa ragione senza troppi convenevoli come in una Royal Rumble.
Il sistema di colpi e combo dobbiamo ammettere che non è profondissimo, di conseguenza non possiamo definire J-Stars Victory VS+ un titolo eccessivamente tecnico, come è stato invece per Guilty Gear Xrd Sign, per esempio. Grazie alle sue meccaniche però possiamo dire che al suo interno la tattica è un elemento sicuramente importante. Fermando il discorso proprio su queste meccaniche, c’è da dire che un incontro in J-Stars Victory VS+ è leggermente diverso da quelli classici alla Street Fighter, perché non ci sono più round da vincere, ed andare un paio di volte KO non significa per forza essere sconfitti. Spieghiamo meglio…
Ogni combattente ha la propria energia vitale. Quando questa finisce a zero, il personaggio va KO, ed alla squadra avversaria viene concessa una sezione della barra della vittoria (che è composta di solito da uno, due o tre sezioni). La prima squadra che riesce a riempire completamente la barra, viene dichiarata vincitrice. Il ragionamento come potete vedere è un po’ atipico rispetto ai normali picchiaduro, ma ugualmente semplice e di facile comprensione.
La controparte tattica di cui vi accennavamo prima, entra in gioco nel momento in cui ci rendiamo conto che i nostri compagni di squadra sono guidati da un’IA non sempre sveglissima, e che se lasciati troppo in balia degli avversari rischiano di regalare la vittoria a nostra insaputa. È importante perciò tenerli sempre d’occhio, e correre all’occasione (e velocemente) in loro aiuto. Essere a breve distanza dai nostri alleati, tra l’altro, può essere un vantaggio, perché sarà più semplice portare a segno le combo supreme, ovvero degli attacchi combinati che si possono lanciare quando un avversario viene spedito in aria durante il combattimento.
Il titolo punta palesemente a far restare incollato il giocatore alla modalità Avventura J, che è tra l’altro quella più lunga presente all’interno del gioco. Essa si divide in quattro “strade” principali, in cui si affronterà bene o male sempre la stessa trama, ma guidando nella storia personaggi principali differenti, cosa che in teoria la dovrebbe mostrare da punti di vista (più o meno) diversi.
Indipendentemente dal percorso scelto, ci si ritroverà ugualmente a bordo di una nave, pronti a vagare per il mondo alla ricerca dei tre pezzi dell’Emblema Eroico (giusto per cominciare). Per riuscire a raccoglierli tutti, si dovranno completare le missioni impartite dalla Voce Misteriosa e da Korin (Karin?! Balzàr?!), il maestro dell’omonima torre (nonché uno dei primi maestri di Goku in Dragon Ball). Tutti gli oggetti da recuperare fanno quasi sempre capo ai principi di Amicizia, Audacia ed Ambizione, che oltre ad essere l’importante fulcro/morale della storia, ricoprono anche il ruolo di caratteristiche di gioco legate sia al giocatore che ai vari personaggi. Prese in considerazione come caratteristiche dei personaggi, ne definisco all’incirca l’elemento, se ci passate il termine; come caratteristiche del giocatore invece, saranno visualizzate come delle barre di esperienza, che saliranno di livello in base alle nostre prestazioni in battaglia, e livello dopo livello sbloccheranno nuovi oggetti e personaggi acquistabili nell’apposito Negozio J.
Niente di particolarmente eclatante, bizzarro o fuori dall’ordinario per quello che riguarda le altre modalità di gioco presenti nel titolo, che bene o male ricoprono il minimo sindacale per un picchiaduro che sia degno di questo nome. Non mancano quindi l’Arcade (un po’ più impegnativa del previsto), la battaglia libera, gli scontri online, e la modalità Verso la Vittoria, che è forse l’unica tra quelle satellite che merita di essere citata. La possiamo considerare una sorta di blandissima Challenge Mode, in cui dovremo sconfiggere un numero di avversari predefinito a seconda del percorso scelto, ed all’occorrenza soddisfare alcune sfide proposte per alcuni degli incontri.
Come anticipato qualche riga fa, la modalità online è presente nel titolo, e fa bella mostra di sé nel menù principale. Mette a disposizione le classiche partite classificate, ed ovviamente anche quelle del giocatore, qui definite con l’appellativo di “amichevoli”. Nelle battaglie in rete non si denotano problemi di sorta, il netcode funziona piuttosto bene e gli scontri sono perfettamente identici a quelli contro l’IA di cui vi abbiamo parlato fino ad ora. Pensate, sono talmente uguali a quelli del single player, che si può tranquillamente giocare online da soli!
Sì, avete capito perfettamente, J-Stars Victory VS+ è uno dei pochi titoli, se non l’unico del suo genere, che vi permette di giocare online senza la necessità di avere un avversario umano dall’altra parte, sostituito prontamente dall’IA del sistema… (non che dopo lo Story Mode di Guilty Gear Xrd Sign ci sia tanto da stupirsi eh…).
Tralasciando queste piccole facezie, si deve ammettere comunque che il titolo riesce ugualmente a divertire molto i giocatori, e questo lo si deve soprattutto alla semplicità ed all’immediatezza dei controlli.
Non c’è infatti bisogno di imparare combo infinite per poter competere in battaglia, e ci si può buttare subito nella mischia riuscendo a raggiungere ottimi risultati anche conoscendo solamente due colpi in croce. Anche lanciare la Furia V (modalità in battaglia in cui i personaggi risultano essere più forti ed in grado di infliggere maggiore danno) ed i super colpi/trasformazioni dei rispettivi personaggi risulta essere piuttosto semplice, ed infatti è sufficiente il solo tasto R3. Sempre in linea con questa intensa semplificazione dei controlli, tutti i personaggi non hanno molte differenze nei comandi, ma si limitano ad avere solo tempistiche e serie di colpi differenti, che comunque restano legati allo stile di combattimento e ad i colpi personali dei vari protagonisti. A fare da sfondo alla potenza ed alla forza della squadra, c’è un piccolo sistema di carte che lavora nell’ombra. È infatti possibile personalizzare in un’apposita sezione una combinazione di carte raffiguranti i nostri eroi. Queste doneranno bonus e malus più o meno incisivi, modificando così alcuni aspetti dei lottatori.
Graficamente il titolo risulta sicuramente gradevole, ma non aspettatevi livelli di qualità troppo alti. Personaggi ed ambientazioni sono abbastanza curati, ma non si raggiunge il livello di altre produzioni odierne che sfruttano in maniera più incisiva l’hardware delle console. Le ambientazioni sono mediamente estese ed includono comunque una discreta quantità di elementi al proprio interno, quasi tutti distruttibili durante il combattimento.
Nel comparto audio è fuor di dubbio il doversi inchinare e ringraziare gli sviluppatori sia per la colonna sonora che riprende i temi dei vari anime, che per il doppiaggio (chiaramente in giapponese) fatto dai doppiatori originali delle serie.
Uno dei problemi principali, è che nelle arene è molto facile assistere ad un particolare effetto fantasma. Alcuni oggetti infatti, anche se nitidamente visibili, non risultano essere di intralcio ai personaggi, che ci passano attraverso senza fare troppi complimenti. Questa problematica si accompagna chiaramente a quella delle compenetrazioni dei corpi, che in questo titolo è purtroppo molto presente. Basterebbe solo dare un’occhiata agli edifici o ai grandi oggetti presenti nell’ambientazione, che una volta mandati in pezzi dimostrano come questa tesi sia fortemente (e sfortunatamente) confermata.
Ma se pensate che questo sia solamente un problema marginale probabilmente avete ragione, perché probabilmente avete già idea di quello che combina la gestione della telecamera… In alcuni punti delle arene infatti, per colpa di oggetti che ostruiscono la visuale, degli angoli delle arene, di colpi con una spinta eccessivamente potente, o anche di compagni che per attaccare spostano il nostro bersaglio, può succedere che la telecamera inquadri dalla parte sbagliata rispetto al nemico, o che nasconda dietro qualche oggetto ingombrante il punto esatto dell’azione. Inutile dirvi a quale danno (ed a quante mazzate in faccia) possa portare una problematica del genere…
Più sporadico infine il problema legato alla parte audio nella fase di combattimento, in cui alcuni personaggi diventano improvvisamente muti durante l’esecuzione di un super colpo, mentre di controparte un pochino troppo frequenti le bizze del sistema di lock-on dell’avversario, che ogni tanto dà segni di squilibrio mentale.
In conclusione…
Nonostante J-Stars Victory VS+ sia un titolo molto “ignorante”, inteso come non eccessivamente complesso/tecnico bensì di facile approccio, il suo apprezzamento da parte del pubblico è stato indiscusso fin dalla sua uscita in versione vanilla in Giappone. Molti appassionati infatti si sono dovuti affidare all’importazione pur di averlo nella propria video-ludoteca, ignari del fatto che dopo “solo” un anno e tre mesi il gioco sarebbe arrivato anche in Italia. Facile intuire quindi che la maggior parte del fascino sprigionata da questo titolo è chiaramente frutto del fan-service di cui è intriso, ma anche i non esperti divoratori di manga potranno comunque apprezzarlo come si deve, a patto di concedergli qualche possibilità.
Visto nel complesso, al titolo non manca praticamente nulla. C’è l’avventura, ci sono le mazzate (e tante), la arene vanno in pezzi sotto i colpi dei combattenti, si può giocare da soli, si può giocare con e contro un amico, e soprattutto ci sono i nostri eroi preferiti di anime e manga. Per un fan questo sarebbe un sogno ad occhi aperti, ma sfortunatamente non possiamo limitarci a guardare il titolo solo con gli occhi del cuore, e siamo costretti ad analizzare in maniera imparziale anche la realizzazione tecnica, che come avrete capito non è proprio delle migliori.
Poco profondo a livello tecnico ma molto appagante nella pratica, indubbiamente caotico ma con comandi semplici e di facile apprendimento, ricco di contenuti ed informazioni riguardanti le serie incluse nel titolo (trivia incluso durante i caricamenti) ma zoppicante per alcuni difetti di realizzazione. J-Stars Victory VS+ probabilmente non sarà un titolo adatto ai giocatori che prediligono la tecnicità, ma possiamo considerarlo un buon passatempo, oltre che per i fan, anche per i casual gamers. Ed infatti tutto sommato il titolo convince, è divertente, e ci fa sperare in un seguito che, con le dovute migliorie, possa farci passare ancora del tempo in compagnia dei nostri eroi nell’universo cross-over di Jump.
Commenti