Jade Raymond: “Stavo lavorando ad un nuovo Splinter Cell prima di lasciare Ubisoft”
Jade Raymond è famosa soprattutto per il suo ruolo come producer dei primi due Assassin’s Creed, ma ha lavorato anche su Splinter Cell Blacklist, ultimo capitolo della serie uscito nel lontano 2013.
Periodicamente sono spuntati rumor su un nuovo capitolo in arrivo, ma nonostante non ci siano ancora conferme ufficiali, quantomeno Raymond ha confermato che Ubisoft Toronto era effettivamente al lavoro su un nuovo Splinter Cell prima del suo addio dall’azienda. In una recente intervista per Gamereactor infatti le è stato chiesto cosa pensava dell’evoluzione di Splinter Cell, e la risposta è stata:
L’ultimo capitolo è stato Splinter Cell Blacklist nel 2013 quindi non c’è molto da dire… anzi sapete cosa? Abbiamo lavorato al design di un nuovo capitolo che volevamo realizzare, ma dal momento che non sono più in Ubisoft non posso parlarne e non so chi potrebbe prendere in mano quel progetto.
Il suo sogno è vedere un giorno la fine delle console war e tornare ai tempi in cui si giocava per divertirsi, non per contare i pixel o i frame. Nel profondo è consapevole che si tratta di un'utopia, ma nel frattempo lui si gode tutte le piattaforme disponibili sul mercato senza rinunciare a nulla, alla faccia dei fanboy. Ha una ossessione al limite del maniacale per Batman, Star Wars e il collezionismo di statue e Collector's Edition di videogiochi, tanto che la madre ancora si chiede perché semplicemente non si droghi come tutti i ragazzi della sua età... di sicuro spendeva di meno.
Il suo sogno è vedere un giorno la fine delle console war e tornare ai tempi in cui si giocava per divertirsi, non per contare i pixel o i frame. Nel profondo è consapevole che si tratta di un'utopia, ma nel frattempo lui si gode tutte le piattaforme disponibili sul mercato senza rinunciare a nulla, alla faccia dei fanboy. Ha una ossessione al limite del maniacale per Batman, Star Wars e il collezionismo di statue e Collector's Edition di videogiochi, tanto che la madre ancora si chiede perché semplicemente non si droghi come tutti i ragazzi della sua età... di sicuro spendeva di meno.
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