john wick hex

John Wick HEX – Recensione

Calarsi nei panni del diabolico John Wick è un po’ uno dei sogni di ogni fan dei film action dei tempi più recenti. L’incredibile assassino impersonato da Keanu Reeves ha un carisma cinematografico grezzo e diretto, che ha saputo ritagliarsi un (grande) spazio fra gli action hero più tamarri di sempre.

Bithell Games questo lo sa bene, e ha deciso di sfruttare la licenza di John Wick per creare un gioco strategico che comunicasse le stesse sensazioni della pellicola ma con una buona dose di tattica e pianificazione. John Wick HEX nasce sotto l’occhio vigile di Mike Bithell (già game director di Thomas Was Alone): un titolo diverso, sicuramente d’impatto, che richiede al giocatore di gestire l’elemento forse più importante di tutti: il tempo.

Già, perché invece di apparire come il classico strategico a turni dove tenere conto di diversi parametri per determinare l’ordine di azione, John Wick HEX si prefigge l’ambizioso obiettivo di riproporre l’azione frenetica delle pellicole in versione RTS. Bike Bithell è riuscito a creare una strana alchimia, spezzando le catene che solitamente fossilizzano gli strategici su schemi molto spesso ripetuti per creare un mix fresco e appetibile di azione e tattica. Niente più turni quindi, né caselle preimpostate sulle quali muoversi.

John Wick Hex

Della storia non vi dico molto se non un incipit davvero semplice: HEX è un criminale che ha rapito Winston (direttore del Continental), e John deve farlo fuori. Facile, no? La narrazione in questo titolo è davvero ridotta all’osso e serve più che altro a dare uno sfondo credibile alle azioni di John, e nulla oltre a qualche cutscene fra una missione e l’altra vi separerà da un buon carico di azione e pallottole. Controllare Baba Yaga è inizialmente piuttosto semplice: con due tasti del mouse, il sinistro e il destro, decideremo come far muovere John e che bersagli fargli attaccare. Non solo; sopra ad ogni bersaglio apparirà una simpatica trafila di opzioni di attacchi per fare più male possibile al malcapitato davanti a noi: pugni e calci, prese per atterrare e fucilate sono un piccolo assaggio dell’arsenale di John Wick. Dopotutto è il killer prezzolato più temuto del globo per un motivo. Ogni attacco però consumerà tempo: colpire qualcuno sul viso richiederà tot secondi, mentre sparargli in faccia necessiterà di altro tempo. Perché vi dico questo? Perché per sopravvivere nel mondo carico di violenza e pallottole di John Wick bisogna riuscire a incastrare alla perfezione ogni decimo di secondo per evitare di finire in un sacco di plastica.

Un mix fresco e appetibile di azione e tattica

Innanzitutto bisogna immediatamente pensare alla barra in alto, che ha l’arduo compito di monitorare il dispendio dei nostri preziosissimi secondi. La barra temporale è il tool più indispensabile all’arsenale di John, e una volta padroneggiata permette di incastrare più azioni per portare a segno combinazioni fatali, o ancora meglio di gestire i tempi di risposta per evitare di essere ridotti a un colabrodo umano dagli avversari. Per quanto veloce e letale, John Wick è pur sempre (quasi)umano e necessita di tempi precisi per ricaricare, rotolare, alzarsi o sparare. In termini di gioco, tutto si traduce in una specie di danza letale dove tattica, organizzazione e improvvisazione si mischiano per creare un cocktail davvero esplosivo.  John Wick Hex

Mi sono infatti trovato a sperimentare moltissime combinazioni differenti per ripulire una stanza da diversi nemici, come stordire un avversario vicino in corpo a corpo in modo da guadagnare preziosi secondi da spendere sparando a una guardia a qualche metro da me; infine tornare a pestare il malcapitato che si stava giusto riprendendo dalle botte che gli avevo tirato poc’anzi. In poche parole, John Wick Hex è sostanzialmente il gestionale del tempo di un killer a sangue freddo, un gioco tattico dove ogni passo è importante quanto sparare in faccia a qualcuno. Vi ho già parlato delle pallottole? No? Bene, perché questo è un altro fattore da tenere in considerazione: le munizioni in John Wick Hex sono molto poche e di difficile reperibilità: una volta esaurite quelle che John ha con sé, non vi resterà altro da fare se non lanciare la pistola sul cranio di qualche scagnozzo per pestarlo a sangue e rubare la sua arma.

Una danza letale dove tattica, organizzazione e improvvisazione si mischiano per creare un cocktail davvero esplosivo

Alla fine di ogni missione saremo ricompensati con le monete del Continental, l’albergo gestito da Winston nei film, con le quali potremo comprare armi e bende. Le prime potranno essere da noi posizionate in uno speciale menù che precede ogni missione, grazie al quale potremo nascondere le armi in alcuni punti strategici per recuperarle in seguito sul campo. Le seconde altro non sono che la “cura” del gioco, un elemento che ripristina salute del quale non potremo fare a meno, che tuttavia risulta però raro e difficile da ottenere come le fiaschette di Estus in Dark Souls. Ovviamente la curva di difficoltà del gioco cresce assieme alla progressione dei livelli, con scagnozzi sempre più difficili da abbattere e nuove armi e abilità che potremo ottenere strada facendo.

Conclusioni

John Wick HEX è un gioco atipico, differente e sorprendente nel panorama degli strategici. Niente turni e un’azione flessibile e tattica fanno del nuovo lavoro di Mike Bithell un vero e proprio must per gli appassionati del killer interpretato da Keanu Reeves. John Wick HEX richiede un bel po’ di improvvisazione e un’ottima gestione dei tempi per essere padroneggiato al meglio, anche se lo spawn un po’ randomico dei personaggi rende sempre imprevedibile ogni run (nonché sempre diversa).

Ad accompagnare il tutto ci pensano le musiche particolarmente ispirate di Austin Wintory, già compositore di Journey e Assassin’s Creed Syndicate, che hanno saputo cogliere al meglio le note della trilogia cinematografica. Anche il doppiaggio, per quanto esiguo e praticamente limitato alle cutscene, è di ottimo livello. Insomma, calarsi nei panni di Baba Yaga è a portata di clic.


 

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