I dinosauri hanno avuto un forte impatto nella mia vita, sin da bambino. I lucertoloni colossali sono riusciti a farmi buttare via i primi album di figurine dei calciatori per passare al modellino settimanale del T-Rex, quello con i fascicoli informativi pieni di specie diverse che ancora oggi mi ricordo. La mia passione per il cretaceo e il giurassico si è poi decuplicata nel 1993, quando Steven Spielberg stupì il mondo col suo indimenticabile Jurassic Park. Quel film visionario e precursore portò sul grande schermo le fantasie di milioni di bambini, plasmando un’intera generazione di future menti creative. Chiunque abbia visto quella pellicola si è chiesto più volte cosa sarebbe successo se il parco avesse funzionato: il film del 2015 Jurassic World ci ha dato una risposta parziale a questa domanda, ma è Frontier Developments che vuole darci quella definitiva.
Per chi non lo sapesse, i ragazzi inglesi di Frontier sono gli autori dell’ottimo Planet Coaster, uno dei migliori gestionali a tema “parco divertimenti” al momento disponibile sul mercato; non stupisce quindi la scelta di Universal di affidare proprio a loro la realizzazione di Jurassic World Evolution, un nuovo park-sim ambientato nell’universo Jurassic Park. L’obiettivo di Frontier Developments è proprio quello di dare voce ad un sogno condiviso, che vada al di là di quanto realizzato finora, a partire da Operation Genesis, il primo vero gestionale basato sul franchise preistorico uscito per PS2 e PC nel 2003. Lo studio inglese ha imparato anche da quella prima, imperfetta iterazione per proporci la sua versione odierna, molto più realistica e definita. Ma andiamo con ordine.
Jurassic World Evolution dà al giocatore la possibilità di gestire Las Cinco Muertes, un arcipelago di cinque isole ben noto ai fan della saga cinematografica (o degli scritti di Michael Crichton), più una sesta, la più famosa: Isla Nublar, sede del primo Jurassic Park e del più recente Jurassic World. Le “cinque morti”, così nominate nel romanzo del Mondo Perduto, fungono da sfondo di quella che sembra essere una sorta di campagna principale, che ci vede impegnati nel ruolo di un nuovo manager della InGen, titanica multinazionale fondata da John Hammond, pronto a prendere le redini del franchise giurassico dopo che tutti gli altri hanno fallito. Ad ogni modo, non avremo accesso a tutte le isole: da subito sarà disponibile solo Isla Matanceros, che avrà la doppia funzione di parco iniziale e tutorial per le meccaniche di gioco. Una delle prime cose che saltano all’occhio a un appassionato di Jurassic Park è la ricercata fedeltà alle fonti originali, che va oltre persino alla presenza di molti attori dei film (da Jeff Goldblum a Bryce Dallas Howard) nel cast di gioco. Un esempio? Sin dall’inizio non avremo a disposizione una mera “fabbrica di dinosauri”, ma tre strutture distinte per la realizzazione dei nostri amici rettili: un edificio servirà esclusivamente per inviare dei team di paleontologi in giro per il mondo per recuperare fossili e ambra, necessari per mettere le mani sul DNA di dinosauro e creare nuovi esemplari; una struttura sarà adibita esclusivamente alla ricerca, che spazia dalle nuove strutture a nuovi tratti genetici; infine sarà presente l’Hammond Creation Lab, il famoso laboratorio dedicato al fondatore del Jurassic Park dove avverrà la magia e le uova inizieranno a schiudersi per diventare dei veri dinosauri.
L’obiettivo di Frontier Developments è proprio quello di dare voce ad un sogno condiviso
Prima di poter incubare un nuovo uovo di dinosauro però dovremo ottenere almeno il 50% del genoma originale della specie a cui siamo interessati, pertanto investire i soldi in spedizioni in tutto il mondo sarà l’unica soluzione possibile per ampliare il nostro “roster di dinosauri”, che al momento dell’uscita vantava già 42 specie disponibili alle quali si sono aggiunte 6 nuove razze tratte dall’ultimo film Jurassic World: il regno distrutto, il tutto tramite un contenuto scaricabile gratuito. Inizialmente la ricerca del DNA è divertente, e viene effettuata tramite un menù dedicato che ci mostra una mappa del mondo dalla quale scegliere il sito di scavo. Tuttavia, dopo aver eseguito questa procedura decine e decine di volte, questo passaggio inizierà a diventare piuttosto ripetitivo (e a volte persino fastidioso, specie se siamo presi da emergenze nel parco). La curva di apprendimento del gioco è inizialmente abbastanza ripida, perché bisogna comprendere diverse meccaniche che stanno alla base della direzione del parco, tuttavia dopo aver preso dimestichezza con il lato più gestionale di Jurassic World Evolution il resto sarà abbastanza facile, senza troppi picchi di difficoltà, per tutta la durata della nostra esperienza manageriale. Gestire i nostri squamati amici è una delle cose più divertenti che il gioco offre: cliccando su ogni dinosauro presente nel nostro parco potremo vedere una sorta di “scheda comportamentale” che ci illustra quanto il nostro rettile sia soddisfatto della sua sistemazione, se ha bisogno di cibo, acqua o di altri esemplari per vivere al meglio. Perché tutte queste informazioni, chiederete voi? Semplice: se non diamo retta ai bisogni dell’animale questi spaccherà letteralmente a testate la recinzione, correndo in mezzo ai vostri cari (e paganti ospiti). Se si tratta di un carnivoro poi, la strage è assicurata.
Per placare le ire dei dinosauri dovremo inviare dei ranger in elicottero dotati di fucile tranquillante, mentre le squadre in jeep potranno riparare le recinzioni rotte, riavviare le centrali elettriche o semplicemente ricaricare i distributori di cibo per dinosauri. Inutile dire che la gestione delle emergenze è indispensabile per tenere aperto il nostro personale Jurassic World: nessuno vuole vedere i clienti paganti divorati da un T-Rex, ma se non stiamo attenti succederà molto facilmente. Interessante la possibilità di assumere il controllo delle jeep e degli elicotteri dei ranger per somministrare sedativi o cure, o più semplicemente per fare uno spensierato giretto nel nostro amato parco. Questa meccanica interrompe la monotonia e la ripetitività del gioco, dando all’utente una nuova possibilità di divertimento: con la Jeep dei ranger è anche possibile scattare foto ai nostri rettili, che verranno vendute per fare cassa. Per proseguire invece attraverso la “campagna” di Jurassic World Evolution occorre completare le missioni che tre diverse divisioni della InGen ci affideranno durante l’esperienza. Stiamo parlando di intrattenimento, ricerca e sicurezza. Ognuno ci chiederà qualcosa di diverso attraverso tre portavoce, che faranno parte sostanzialmente del nostro personale “consiglio di amministrazione”. Le richieste sono semplici: acquisisci DNA di tal dinosauro, costruisci tal edificio e via dicendo. Se completiamo questi incarichi la nostra affiliazione con quel ramo della InGen aumenterà (a scapito però degli altri due), e ci verrà data una ricompensa in denaro. Questo fattore è importante, perché ogni volta che accontenteremo uno dei tre rami gli altri due non saranno contenti, perciò dovremo stare attenti e bilanciare le nostre attenzioni, altrimenti rischiamo il sabotaggio delle nostre strutture (e tutti i problemi collegati). Esatto, proprio come è successo nel primo Jurassic Park con il programmatore Dennis Nedry. Completando le missioni e aumentando la valutazione del parco (misurata da 1 a 5 stelline) sbloccheremo le altre isole, che saranno via via sempre più difficili da gestire, a causa di un clima ostile, di uno spazio eccessivamente ridotto o di meri problemi economici. Sbloccare Isla Nublar ci darà invece accesso a una versione sandbox completa del gioco, senza missioni o incarichi di sorta, dove dovremo cercare di riuscire dove Jurassic Park prima e Jurassic World dopo hanno entrambi fallito.
Nessuno vuole vedere i clienti paganti divorati da un T-Rex, ma se non stiamo attenti succederà
Jurassic World Evolution dà ai fan del franchise esattamente quello che desiderano, ma agli altri? Gli appassionati del genere gestionale troveranno in questo titolo molti più difetti di quanto si aspettassero: innanzitutto c’è un problema con i clienti paganti, che non sono null’altro che robot che girano nel parco senza meta. Quale attrazione gli è piaciuta di più? Cosa pensano? Cosa comprano? Cosa altro vorrebbero? Non lo sapremo mai, e dire che queste funzioni erano già presenti nei primissimi Rollercoaster Tycoon. La cosa peggiore di tutte però è l’assenza di vere e proprie conseguenze dopo un attacco di dinosauri: chiudiamo il parco, rimettiamo i carnivori nel recinto, e magari ci sono 10 o 20 cadaveri a terra. Alla riapertura tutto riprenderà senza problemi né conseguenze: l’unica variabile sarà una voce di spesa in più nel menù finanziario dovuto alle cause intentate dai parenti delle vittime. Insomma, la responsabilità di gestire un parco di divertimenti fra i più letali al mondo non la si sente affatto, anzi. Anche i ranger sono sostanzialmente degli androidi immuni agli attacchi dei dinosauri, in grado di muoversi anche nel recinto dell’Indominus Rex senza essere minimamente in pericolo a bordo della loro jeep con la musica sudamericana a palla (non sto scherzando). Il lato strettamente gestionale tende ad essere piuttosto ripetitivo a lungo andare, una cosa che non stancherà assolutamente i fan ma che potrebbe fiaccare la volontà degli amanti dei gestionali: Jurassic World Evolution è un titolo molto accessibile, in grado di ipnotizzare i fan del brand con abile maestria. Tecnicamente il gioco è quasi ineccepibile: il parco è bello da vedere e da vivere, e i dinosauri si muovono in maniera convincente e realistica, anche se non sono presenti particolari meccaniche legate alle attività di branco di alcune specie, e le animazioni di combattimento sono limitate. Durante la nostra recensione non abbiamo notato (su PC) né cali di framerate né bug di sorta, confermando l’ottimo lavoro svolto da Frontier. La colonna sonora è ottima, ma riflette praticamente quella dei film; peccato che il tema principale iconico del Jurassic Park non si senta più spesso durante il gioco, venendo riprodotto quasi esclusivamente sul menù principale. Non ci sono dialoghi particolarmente degni di nota, ma dobbiamo segnalare che il gioco non è localizzato in italiano, e benché non sia così difficile da comprendere, potrebbe non andare a genio ai non anglofoni.
Jurassic World Evolution è un titolo interessante e divertente, che da fan del parco di John Hammond non ho potuto che apprezzare profondamente. Il primo ruggito del tirannosauro nel parco è stato un’emozione, e non lo posso assolutamente negare. Frontier Developments ha creato qualcosa di bello, di nostalgico; un gioco che sa essere accessibile anche ai neofiti del genere gestionale con tutto il fascino del brand di Jurassic Park. Insomma, se da bambini ammiravate i dinosauri, l’ultimo lavoro di Frontier è sicuramente il gioco che fa per voi. Questo park-sim però non è adatto agli espertissimi del genere, che potrebbero trovare le sue meccaniche semplificate e la sfida non troppo ardua come insufficienti a giustificare l’acquisto, ma credo fermamente che l’obiettivo dei ragazzi inglesi non è mai stato quello di ricreare un Planet Coaster con i dinosauri, ma quello di dire ai più nostalgici fra noi “questo è il parco che volevate, prendetevene cura”. Da quel punto di vista l’obiettivo è centrato, e conoscendo la storia di Frontier è probabile che Jurassic World Evolution venga supportato a lungo con molti contenuti scaricabili di ottima qualità. Per tirare le somme bastano sostanzialmente due frasi; amanti della strategia: pensateci due o tre volte se non avete particolare affetto verso i lucertoloni di Spielberg. Cari fan della saga: benvenuti a Jurassic World. |
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