Dai, ammettetelo: chi di voi non ha mai voluto essere al posto di John Hammond per gestire il Jurassic Park? Io di sicuro l’ho desiderato sin da bambino, quando facevo recinti coi libri per i miei dinosauri di plastica. Frontier Developments, studio di sviluppo inglese, ha già soddisfatto questa fantasia con l’ottimo Jurassic World Evolution, gestionale dedicato proprio alla costruzione e al mantenimento del Jurassic World come immaginato da noi giocatori. Ma probabilmente gli sviluppatori di Cambridge volevano di più e così hanno (ben) pensato di richiamare gente del calibro di Sam Neill, Laura Dern e Jeff Goldblum per fargli riprendere i loro iconici ruoli rispettivi di Alan Grant, Ellie Sattler e Ian Malcolm nell’espansione dedicata al classico di Steven Spielberg, Jurassic Park.
Return to Jurassic Park riprende infatti dove il film del 1993 aveva lasciato: John Hammond non ha abbandonato la sua idea per il parco, ed è riuscito a coinvolgere Grant, Sattler e Malcolm a collaborare al progetto per creare un nuovo e più sicuro Jurassic Park. I tre avranno il ruolo di supervisori e consiglieri e accompagneranno (piacevolmente) l’intera campagna di questa espansione con aneddoti, storie e reazioni alla nostra gestione del parco. Ed è qui che interviene il giocatore, chiamato ad affrontare otto missioni legate ai film originali senza la recente tecnologia del Jurassic World, dato che questa espansione è ambientata negli anni ’90 e preclude quindi tutte le innovazioni e le strutture che abbiamo potuto utilizzare nel gioco principale. Ma il fascino sta proprio in questo setting, genuinamente ricostruito per assomigliare il più possibile all’ambientazione del primo (e indimenticabile) film.
Isla Nublar e Isla Sorna sono le protagoniste indiscusse di questa espansione, e proseguendo nell’avventura dovremo muoverci fra l’una e l’altra per cercare di rimettere in funzione le infrastrutture InGen ed evitare che il parco venga sabotato nuovamente (si vedono ancora i segni del tradimento di Nedry), senza dimenticare le catastrofi naturali e il comportamento dei nostri amici rettili. Ovviamente tutte le strutture sono state ridisegnate in linea con i film originali: troveremo il centro visitatori, la centrale elettrica “old school”, il tour guidato con le Jeep (da provare assolutamente con visuale in prima persona), l’enorme voliera dei Pteranodonti e persino nuovi chioschi per bibite, cibo e merchandise. Anche i dinosauri hanno ricevuto un lifting “retrò”, con nuove skin in linea col design dei primi tre film.
Return to Jurassic Park riprende dove il film del 1993 aveva lasciato
Il gameplay invece rimane fedele a quello che è il core del gioco originale: dovremo gestire infatti il parco in tutti i suoi aspetti, senza tralasciare nulla, compresa la soddisfazione dei dinosauri. Return to Jurassic Park non va infatti a proporre nuove meccaniche di gioco, bensì consolida quelle esistenti in una campagna all’insegna del fanservice. Infatti la presenza dei tre protagonisti principali del primo film basta quasi da sola a convincere gli appassionati all’acquisto, e vi dirò che il loro intervento nel gioco ha un peso non da poco, in quanto fungono da forza narrativa trainante per tutta la durata della campagna (che è sotto le dieci ore).
Interessanti anche le nuove specie introdotte, che comprendono i gargantueschi pteranodonti e i minuti compsognati, visti rispettivamente in Jurassic Park III e ne Il Mondo Perduto. Il gioco include anche una modalità sandbox per provare a costruire il proprio Jurassic Park senza limitazioni o indicazioni di sorta. Purtroppo però data la natura “legacy” di questo contenuto non è possibile mescolare le strutture delle due timeline. Sostanzialmente se volete usare l’ambientazione del Jurassic Park dovrete selezionarla prima della partita e non potrà più essere cambiata in alcun modo, rinunciando agli edifici e alle caratteristiche del Jurassic World. In sostanza non è possibile avere contemporaneamente contenuti provenienti da entrambi i setting, relegando il Jurassic Park a una piccola perla dedicata ai fan del film originale di Spielberg del ’93.
Una campagna all’insegna del fanservice
Il prezzo a cui questo contenuto scaricabile è proposto, 19.99 euro, è più che accettabile per la quantità di contenuti proposti, anche se la gestione della modalità sandbox poteva essere un po’ più elastica per accontentare tutti i tipi di fan. La colonna sonora è di per sé eccezionale (è quella originale di John Williams) ma non si discosta da quanto siamo già stati abituati a sentire nel gioco principale. Da notare che nella versione italiana del gioco il doppiaggio è fedele a quello cinematografico, con Fabrizio Pucci che doppia Ian Malcolm (già doppiato in Jurassic World – Il regno distrutto) e Stefano De Sando che presta la voce ad Alan Grant.
Return to Jurassic Park è un’espansione interessante, pensata in primo luogo (chiaramente) per gli appassionati del brand, i non più ragazzini che si sono emozionati guardando per la prima volta il capolavoro di Steven Spielberg nel 1993. Con nuove specie ispirate ai primissimi film, strutture che paiono uscire dalla pellicola originale e la voce dei tre protagonisti, Return to Jurassic Park è un ottimo modo per spendere venti euro e portarsi a casa qualche tonnellata di nostalgia. Per i non aficionados dei film degli anni ’90 però l’acquisto non è molto consigliato, dato che il DLC “isola” i contenuti del Jurassic Park da quelli di Jurassic World nella modalità sandbox. Privi dell’incentivo dovuto alla presenza del parco originale, i giocatori più moderni avranno ben poco da fare, a parte la campagna che risulta comunque godibilissima. |
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