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KARMA: The Dark World, l’hands-on della demo

Potenzialmente un capolavoro, come no

C’è sempre una linea sottilissima che distingue un’opera allegorica carica di significati, da un’accozzaglia di rimandi e figure retoriche prive di alcun filo logico. Per stessa ammissione di David Lynch, giusto per fare un esempio, Eraserhead è un miscuglio di scene girate senza un’idea precisa di fondo, film che solo nelle sue fasi avanzate ha trovato un nesso, comprensibile anche dal pubblico solo a patto di conoscere alcune vicende personali del regista.

KARMA: The Dark World si preannuncia un titolo story driven, con visuale in prima persona che corre pericolosamente lungo questa sottilissima linea. Nella demo della durata di un’ora a cui abbiamo avuto modo di giocare, non siamo riusciti a capire se quello che stessimo provando fosse sincero interesse o noia nel ritrovarsi di fronte all’ennesimo walking simulator che prova inutilmente a caricarsi di metafore che non è in grado di gestire. L’enigmaticità non è sempre la risposta. A volte è solo la palese e dolorosa evidenza di una sceneggiatura che semplicemente non sta in piedi, che non ha nulla di veramente interessante da dire, che si fagocita in una cripticità fine a sé stessa e che, invece di alimentare il ragionamento e la discussione, mortifica qualsiasi analisi.

C’è anche qualcosa di Twin Peaks e Shining in KARMA: The Dark World

Le premesse narrative del gioco in lavorazione presso gli studi di Pollard Studio LLC, e ancora privo di data di release, sono quelle di un’ucronia che tende alla distopia. Siamo nel 1984, anno che non a caso cita l’omonimo romanzo di George Orwell, nella Germania Est, Nazione sotto il giogo dalla Leviathan Corporation, un’organizzazione che controlla capillarmente la vita sociale dei cittadini e influenza pesantemente le abitudini delle centinaia di dipendenti al suo soldo.

 Chi ha visto l’affascinante serie tv Scissione può farsi una vaga idea del funzionamento di questa oscura società, ma laddove il prodotto di Apple punta su scenari asettici e fantascientifici, il poco che abbiamo potuto esplorare del gioco, tramite demo, è molto più incline al gore e al sovrannaturale.

Risvegliatosi di soprassalto, il protagonista del titolo versa in uno stato di totale amnesia. Non sa chi sia, né dove si trovi, sa solo che quello che vede allo specchio non gli piace affatto. Tubi pendono dal suo braccio, il volto è tumefatto, la carnagione tende ad un pallore preoccupante. Si muovono così i primi passi in un totale clima di incertezza, mentre si prende confidenza con il basilare control scheme proposto dall’esperienza. Si cammina, si interagisce con alcuni elementi dello scenario per scovare documenti che inquadrano meglio la situazione, c’è un pulsante per lo scatto.

KARMA: The Dark World presenta ambientazioni disturbanti e suggestive che pescano a piene mani dall’immaginario di Control

Sulle prime si obbedisce ad un altoparlante che urla ordini. Supera la porta, attraversa la stanza, sistema il cadavere insieme agli altri. Le immagini disturbanti non tardano a palesarsi, in una struttura che mostra in fretta segni di usura, scarsa igiene, decadenza.

Il gioco però cambia registro e focus di colpo. Giunti a destinazione, uno strano personaggio ci costringe ad indossare un casco con cui è possibile percepire l’interiorità e vedere la realtà filtrata dagli occhi di un altro dipendente della Leviathan Corporation. In questa esperienza extracorporea, che di fatto ci ha accompagnato sino al termine della demo, abbiamo scoperto come l’azienda abbia sostanzialmente eliminato il tempo libero dei suoi subordinati, consentendogli di lavorare ininterrottamente consumando una bevanda drogante.

Nei panni di questo ignoto impiegato, viviamo in prima persona la sua insubordinazione, in un’iniziale fuga dalla sua postazione che ci vede tallonati da una mostruosità che ha ben poco da invidiare a quelle che fanno capolino nei vari capitoli di Silent Hill. KARMA: The Dark World comincia così a giocare con la percezione dell’utente, tra scenari dalla prospettiva impossibile, elementi visivi che sembrano a tutti gli effetti dei glitch grafici e allucinazioni di esseri viventi bizzarri e disturbanti.

La qualità grafica del gioco sembra di prim’ordine

Proprio in questo frangente il gioco sembra andare al di là della sottile linea che distingue un’allegoria efficace, alle metafore casuali a cui facevamo riferimento qualche riga sopra. Montare un televisore al posto della testa di un essere inanimato ha sicuramente un piano di lettura evidente, basti pensare ad Essi Vivono di John Carpenter per avere un’idea sommaria del rimando, ma ci si sente costretti per forza di cose in azioni e spostamenti dettati esclusivamente dal game design, non certo da una consequenzialità di per sé un minimo sensata.

Si attivano device, si corre attraverso porte che aprono a scenari ancora più disorientanti, si posizionano oggetti, ma il tutto senza un apparente nesso logico. Lo si fa, perché lo si deve fare, non per altro.

Tutto questo, al netto di un comparto estetico convincente, mosso com’è dall’Unreal Engine 5, che quantomeno presenta ambientazioni disturbanti e suggestive che pescano a piene mani dall’immaginario di Control, il titolo di Remedy Entertainment. Anche il sonoro ci mette il suo per innescare il clima di costante ansia e mistero. Tra temi ben arrangiati ed effetti che mettono inquietudine, KARMA: The Dark World sembra già un titolo che andrà fruito con un bel paio di cuffie.

Difficile sbilanciarsi sulle pieghe che potrà seguire la trama

Al termine della demo, abbiamo provato sensazioni contrastanti. Il gioco sembra che ci consentirà di ricostruire progressivamente la realtà in cui vive il protagonista esplorando la psiche di vari personaggi, in un viaggio sempre più allucinato e disturbante. Dal momento che le dinamiche ludiche saranno ridotte all’osso, tutto è nelle mani del comparto artistico. Se art e sound design faranno il loro, se soprattutto la sceneggiatura di dimostrerà all’altezza e capace di gestire le allegorie che innescherà, allora ci troveremo di fronte ad un ottimo gioco.

Altrimenti, se tutto scorrerà sotto la tirannia di un level design che non concede alcun reale appiglio emotivo e analitico al giocatore, allora l’esperienza potrebbe risolversi in un’opera inutilmente enigmatica, sottomessa a metafore tutt’altro che significanti. La demo non ci ha fatto ben sperare in questo senso, ma è anche vero che una sola ora di gioco è troppo poco per dare un reale giudizio su KARMA: The Dark World, gioco che andrà forzatamente fruito nella sua interezza per poterlo analizzare a dovere.

Il gioco è ancora privo di data di uscita, ma potete comunque tenere d’occhio la sua pagina Steam per restare aggiornati.