Los Angeles – Kingdom Come: Deliverance è uno di quei progetti che ogni videogiocatore che si rispetti deve tenere sott’occhio. Nato su Kickstarter e voluto fortemente dal co-fondatore di Warhorse Studios e veterano dell’industry Daniel Vávra, il gioco è un ambizioso gioco di ruolo open-world incredibilmente realistico, mosso dalla fedeltà visiva garantita dal Cryengine. Nonostante il difficile percorso che l’ha visto rinviato per ben due volte, il titolo sta lentamente prendendo forma, conscio di dover soddisfare anni di attesa e migliaia di appassionati carichi di aspettative. Il giocatore vestirà i panni di di Henry, figlio di un fabbro, la cui vita pacifica verrà spezzata, dopo un attacco portato a termine da un gruppo di mercenari ed ordinato dal Re Sigismondo stesso. Il villaggio di Henry verrà bruciato e raso al suolo, lasciandolo da solo come uno dei pochi sopravvissuti a questo massacro. Gli orrendi eventi lo cambieranno profondamente, facendogli costruire il suo destino e combattere per il futuro della Boemia, nel fondale storico di sanguinoso conflitto e di una furiosa guerra civile.
Nonostante la data di uscita punti al momento ad inizio 2018, possiamo assicurare a tutti i fan del titolo di Warhorse Studios che Kingdom Come: Deliverance è in ottima forma, la build che abbiamo potuto giocare all’E3 è in uno stadio di lavoro molto avanzato, e l’esperienza mostrata risulta quasi completamente rappresentativa della qualità del gioco finale. Tutto, a partire dalle realizzazioni degli edifici storici e della Boemia del 1403 grida al realismo: i ragazzi capitanati da Daniel Vávra, un veterano indiscusso dell’industry che ha lavorato alla serie Mafia, hanno compiuto una certosina ricostruzione della vita medievale per portare sui nostri sistemi un gioco di ruolo atipico, affascinante e brutale, che nulla ha a che spartire con il genere fantasy.
La complessità di Kingdom Come: Deliverance è forse stata sottostimata dagli stessi sviluppatori, che si sono ritrovati a dover mettere le mani su un gioco dotato di un numero incredibile di variabili, ed è questo probabilmente il motivo principale dei molteplici rinvii. Sì, perché questo è un titolo dove è possibile seguire un gruppo di bulli mentre lanciano letame contro la casa di un simpatizzante di Sigismondo e nello stesso tempo cercare di non far riscaldare la birra che ci portiamo nell’inventario, in modo che non diventi imbevibile. Ogni azione ha una conseguenza immediata, con cui fare i conti subito per riuscire a sbrogliare la matassa di eventi che il nostro agire potrebbe più o meno inevitabilmente generare. Nella prova avvenuta durante la fiera losangelina, il padre di Henry ci ha mandato a recuperare il credito che un noto attaccabrighe del villaggio deve alla nostra bottega da fabbro.
Le azioni possibili sono diverse e variegate: colpire il bullo ed estorcergli il denaro presuppone una conoscenza più che buona del combat system, perché altrimenti si finirà con la faccia nel fango e la successiva derisione da parte del nostro avversario. Ma questo non significa che la quest sia fallita, ma che dovremo trovare un modo più ingegnoso per concluderla, come reclutare amici per dargli una lezione o recuperare il denaro da altre fonti. Ancora peggio, potremo tornare a mani vuote da nostro padre, che darà dei buoni a nulla e andrà a risolvere in prima persona il problema, facendo crollare la nostra reputazione. Warhorse Studios punta moltissimo sul sistema causa/effetto di Kingdom Come: Deliverance, e fa bene: la stratificazione del gameplay legato alle nostre scelte ed alle nostre azioni ci ha convinto, ed è sicuramente un tratto distintivo di questa produzione.
Peculiare è anche il metodo di salvataggio, che è impostato per memorizzare i nostri progressi ogni volta che mangeremo, dormiremo o berremo un liquore boemo; quest’ultimo viene utilizzato per salvare velocemente la nostra partita (e non andrà abusato, pena una fama da alcolisti incalliti). Questo approccio rende difficile ricaricare le partite se una scelta non è andata come da noi previsto, costringendoci a terminare la quest in maniera coerente con il nostro comportamento in gioco piuttosto che in base a quello che avremo desiderato di fare. Interessante anche la possibilità di evitare di combattere, cercando di completare quasi qualunque quest senza spargimento di sangue. Il sistema di esperienza a livelli è totalmente assente, rimpiazzato da un sistema di abilità molto simile a quello visto in Skyrim, dove la nostra competenza migliora con l’uso: brandendo ad esempio una mazza ferrata per un lungo periodo, diventeremo più esperti nel maneggiarla.
Un gioco di ruolo atipico, affascinante e brutale
Tuttavia costringere il giocatore a centellinare i salvataggi potrebbe frustrare i meno pazienti, Inoltre il realismo voluto a tutti i costi da Warhorse Studios arriva insieme ad alcune forti limitazioni, come l’impossibilità di uccidere alcuni personaggi influenti per la storia e che saranno praticamente immortali. La decisione di rendere inattaccabili i regnanti o i comprimari fondamentali per le quest è stata presa per evitare di rompere il sistema di gioco, ci hanno spiegato gli sviluppatori. Tuttavia appare una scelta poco convincente ed altrettanto discutibile. Inoltre, il comparto tecnico appare ancora bisognoso di qualche limatura: la bellezza che il CryEngine è in grado di offrire arriva a scapito di una fluidità maggiore e di qualche intoppo nelle texture, più lente a caricarsi.
In ConclusionE3
Kingdom Come: Deliverance è una sorpresa, una ventata di novità nel panorama dei giochi di ruolo a stampo occidentale. La passione che Warhorse Studios sta mettendo nella realizzazione di questo progetto trasuda da ogni pixel: la storia di Henry è credibile, interessante e storicamente accurata. Il sistema di gioco complesso e profondo farà la felicità degli amanti delle sfide, abbinato ad un combat system decisamente inusuale e particolarmente crudo e realistico. Le alte aspettative del pubblico e dei backers su questo titolo sono giustificate, e se Warhorse Studios riuscirà a sistemare i pochi problemi che il titolo sembra avere, è quasi sicuro che Kingdom Come: Deliverance diventerà uno dei giochi di ruolo più interessanti degli ultimi anni.
Commenti