Kingdom Hearts 2.8 Recensione
23 Gen 2017

Kingdom Hearts HD 2.8 Final Chapter Prologue – Recensione

Parlare di Kingdom Hearts 2.8 equivale a farsi carico di un peso non da poco: c’è chi con la serie Square Enix/Disney ci è cresciuto, chi invece ha solo recentemente colto l’occasione per tuffarsi in mondi fantastici e in un’avventura all’insegna del potere dell’amicizia e del cuore. Un cuore che, a dirla tutta, ha rischiato di fermarsi in più di un’occasione negli ultimi anni: vuoi per caparbietà di Tetsuya Nomura, autore e director della serie, vuoi per esigenze strettamente economiche, la saga di Sora, Pippo e Paperino è stata spostata su una varietà spaventosa di piattaforme, spesso portatili, con capitoli importanti erroneamente associati dal pubblico al ruolo di semplici spin-off. Con il tanto atteso terzo ed ultimo capitolo ancora lontano, era chiara l’esigenza per Square Enix di dare ai fan luogo e modo di poter saggiare l’intera avventura in modo uniforme, chiaro e strutturato. Dopo le raccolte I.5 HD Remix e II.5 HD Remix, arriva sul mercato Kingdom Hearts HD 2.8 Final Chapter Prologue, e stavolta è molto più di un semplice remaster.

Le remaster, salvo rari casi, vengono percepite dal pubblico di videogiocatori come un qualcosa di mostruosamente sbagliato. Voglio dire, perché mai vorremmo rigiocare un titolo vecchio ad una risoluzione più alta?! Bella domanda, ma la risposta non è sempre così facile: nel caso specifico della serie di Kingdom Hearts, queste remaster sono delle vere e proprie benedizioni che il pastore Nomura dona ai fan-discepoli in attesa dell’eclatante finale. Con Kingdom Hearts 2.8 abbiamo quindi, come suggerisce la bizzarra numerazione, un vero e proprio prologo al 3° capitolo. Sono infatti inclusi: Kingdom Hearts Dream Drop Distance HD, Kingdom Hearts 0.2 Fragmentary Passage e Kingdom Hearts X Back Cover. Per una lettura più agevole, inseriremo dei riferimenti per permettervi di leggere le nostre opinioni sulle singole esperienze di questa collection.

Kingdom Hearts 3D: Dream Drop Distance HD

Kingdom Hearts 3D, per gli amici Dream Drop Distance, è solo uno dei tanti esempi di quanto il titolo di un gioco possa fare la differenza… in peggio. Se da un lato puramente commerciale l’idea di pubblicarlo su 3DS non è stata delle migliori, la scelta del titolo, tutto suggerisce tranne che il gioco sia, a tutti gli effetti, un seguito di Kingdom Hearts 2. Ed inizia proprio dove quest’ultimo finiva, con i nostri tre ragazzini preferiti, Sora, Kairi e Riku, mentre leggono una misteriosa lettera.

Il messaggio non è altro che un invito del Maestro Yen Sid a sottoporsi ad un esame per diventare Maestri del Keyblade. In un periglioso viaggio da un mondo Disney all’altro (questo capitolo ne offre di nuovi di zecca, come il meraviglioso mondo dei Tre Moschettieri), Kingdom Hearts 3D si dimostra un tassello controverso ma fondamentale per comprendere gli eventi che porteranno Sora e Riku allo scontro finale nel terzo capitolo. Laddove qualche passo falso ed una trama fin troppo convulsa in alcuni passaggi (ce l’abbiamo con i viaggi nel tempo), il titolo rappresenta una chiara evoluzione del franchise in termini di profondità e idee applicate al gameplay.

Kingdom Hearts 2.8 dona a Dream Drop Distance un deciso e meritato miglioramento

A mente fredda, il 3DS non era proprio la piattaforma giusta per sperimentare, vista la mancanza di un secondo analogico ed una comodità di controllo non proprio eccelsa. PS4, invece, si pone come terreno florido dove far attecchire questo poco apprezzato fiorellino: la meccanica del Fluimoto, che permette letteralmente di lanciarsi, rimbalzare e saltare da una parte all’altra della mappa, e perfino di effettuare degli attacchi contestuali ad essa, è finalmente sfruttabile nel massimo della comodità e della superbia, così come in generale la navigazione per i menù e la possibilità di gestire i propri Spiriti, e la meccanica di “drop” da un personaggio all’altro (Sora e Riku condividono l’avventura). Oltre al sistema di controllo, estremamente pregevole è il lavoro di restauro effettuato sul titolo, che ora gira su PS4 a 1080p e a 60 frame per secondo. Kingdom Hearts 2.8 dona a Dream Drop Distance un deciso e meritato miglioramento, e sebbene sia un titolo dall’essenza discutibile, resta un’esperienza di grande impatto e che in molti, probabilmente, non hanno avuto occasione di giocare. Senza contare soprattutto la presenza di una traduzione italiana che mancava nella release originale.

Kingdom Hearts 0.2 e Back Cover

Ciò che differenzia profondamente questa raccolta dalla precedenti, è la presenza di due esperienze differenti tra loro ma essenzialmente nuove, che raccontano due diversi eventi nella vasta mitologia di Kingdom Hearts. Storie che mai come ora appaiono di vitale importanza per allineare i pezzi di una narrazione che per lungo tempo ha dato ai suoi fruitori vicoli ciechi e poche certezze. Kingdom Hearts 0.2 A Fragmentary Passage si pone quindi come uno scorcio sulla maestra del keyblade Aqua, dopo gli eventi che l’hanno portata a cadere in balia del Mondo dell’oscurità per salvare i suoi amici. Il suo è quindi un viaggio alla ricerca di risposte, di una via d’uscita ma soprattutto di ricerca personale, sola e abbandonata in un luogo inospitale che può facilmente piegare le menti deboli.

Abbiamo terminato questo vero e proprio intermezzo in circa 3 ore, alla difficoltà standard, e nonostante possa sembrare una longevità discutibile, di carne al fuoco ne è presente parecchia. Prima di tutto, la narrazione procede spedita e ci permette di incontrare uno dei personaggi femminili più amati della serie, ed allo stesso tempo fa luce su alcuni eventi passati, suggerendone altrettanti futuri con una serie di entusiasmanti cutscene che i fan non potranno che apprezzare. Ma l’aspetto interessante è soprattutto la possibilità di sbizzarrirsi con Aqua in attività inusuali, cercando di sbloccare i 51 obiettivi e ottenendo i corrispettivi pezzi di abbigliamento ad essi legati. Una novità decisamente bizzarra per la serie, pensata sicuramente per rendere più interessante il fattore rigiocabilità della (breve) avventura, ma è essenzialmente divertente poter dare, ad esempio, alla nostra Aqua un paio d’ali o, perché no, una bel drappo bianco con dei lievi motivi verdi ad adornarli.

Questa collection si pone quindi come un prodotto imprescindibile per gli appassionati

Non aspettatevi purtroppo grande coraggio dal gameplay, che limita il giocatore ad una serie di preset e magie per bilanciarne al meglio l’esperienza. La delusione a nostro avviso viene attutita in modo parziale, vista la presenza di alcuni nuovi nemici e di boss fight incredibilmente entusiasmanti dal punto di vista ludico. Un indizio? Gli “sciami di heartless” sono presenti anche qui, e sono un graditissimo assaggio di quel che ci aspetta nel terzo capitolo. Nonostante la sua breve durata, A Fragmentary Passage si pone come l’unica, classica e sostanziale novità nell’universo di Kingdom Hearts da tanti anni e giocarlo è stato senza dubbio un piacere.

Kingdom Hearts 2.8 è anche la nostra prima occasione di vedere i progressi tecnologici della serie, con l’uso del nuovo Unreal Engine 4, e i risultati sono promettenti: la resa visiva degli ambienti, dei personaggi e dei particellari è semplicemente spettacolare, e il lavoro artistico del team ha permesso allo stile cartoonesco e colorato della serie di rimanere sostanzialmente intatto, al netto di una resa visiva senza precedenti. Da grandi cambiamenti derivano grandi problemi, ed è un peccato constatare quanto in alcuni frangenti il motore sembri zoppicare, con qualche calo di frame rate qua e là a mettere la pulce nell’orecchio, più che a infastidire realmente.

Con lo stesso motore è stato poi renderizzato Kingdom Hearts X Back Cover, un lungometraggio che elabora in maniera più elegante e con qualche aggiunta la trama presente nel titolo mobile Unchained X. Un film di circa un’ora quindi, dove viene fatta luce sulla storia dei Veggenti, del Maestro dei Maestri e della tanto chiacchierata Guerra del Keyblade. Non potendo (né volendo) spoilerare, ci limiteremo a dare un’opinione diretta e consapevole di questo strano esperimento.

Back Cover riesce ad essere davvero interessante solo in alcuni frangenti

Nonostante una meravigliosa realizzazione visiva e registica, questa mega cutscene racconta una storia affascinante in modo inconsistente, lasciandole il compito di suggerire più che di mostrare effettivamente gli eventi cruciali della mitologia di Kingdom Hearts. Ne risulta che Back Cover riesce ad essere davvero interessante solo in alcuni frangenti, gettando nuova luce sugli eventi (e i personaggi) passati e futuri, ma lasciando l’amaro in bocca in altri, dove si dimostra solo un polpettone di eventi privo di reale pathos e anzi, piuttosto anticlimatico.

Conclusioni

Kingdom Hearts HD 2.8 Final Chapter Prologue è senza dubbio un pacchetto interessante, conveniente e intelligente per continuare ad apprezzare una serie che ci accompagna ormai da 15 anni. Kingdom Hearts 3D resta un titolo validissimo, seppur controverso per la sua narrazione convulsa e bizzarra (ma questa è un po’ la croce e delizia della saga tutta) ed è finalmente apprezzabile al meglio grazie al sistema di controllo su dualshock e ad un restauro grafico convincente, con i suoi brillanti 1080p a 60 frame per secondo.

Da non sottovalutare assolutamente è 0.2 A Fragmentary Passage, un intermezzo perduto dell’avventura di Aqua che ci permette di saggiare alcune delle novità che ci riserva il futuro, e allo stesso tempo ci permette di gettarci in una piccola, nuova avventura dalla buona rigiocabilità e dalla narrazione soddisfacente. Qualche riserva invece per Back Cover, il lungometraggio che narra gli eventi antecedenti alla Guerra del Keyblade, che pur facendo luce su alcuni aspetti chiave della mitologia della saga, fallisce sostanzialmente nel suo essere lungometraggio, limitandosi ad essere una cutscene gigantesca, inconsistente e dal retrogusto amaro. Questa collection si pone quindi come un prodotto imprescindibile per gli appassionati, i quali probabilmente avrebbero (o hanno!) potuto fare a meno di leggere le nostre opinioni, limitandosi ad ascoltare il proprio cuore. Dopotutto: “Possa il vostro cuore essere la vostra chiave guida”, no?

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