Klonoa Phantasy Reverie Series – Recensione

La fine degli Anni ’90 è stata un’era monumentale per la storia del genere platform. E non ci riferiamo solamente a Crash Bandicoot, ma a ben tre perle chiamate Croc: Legend of the Gobbos, Tombi e ovviamente Klonoa (potete già trovare questa collection sullo shop online di GameStop ovviamente) . Anni memorabili che conserviamo gelosamente nel nostro scrigno dei ricordi, fantasie che ora possono tornare a prendere vita grazie a delle versioni remasterizzate di tutto rispetto.

E tra i grandi ritorni c’è quello di Klonoa, un giovincello con l’aspetto di un gatto con delle grandi orecchie, pronto a riportare la serenità nella terra di Phantomille (e non solo). E dunque, in occasione del 25° anniversario della serie, Bandai Namco ci propone la raccolta denominata Klonoa Phantasy Reverie Series che ci propone i primi due capitoli della saga, ovvero Klonoa: Door to Phantomile (PS1) e Klonoa 2: Lunatea’s Veil (PS2), in un’unica collezione con grafica deliziosamente ripulita e gameplay fedele all’originale.

A dirla tutta, Klonoa è sempre stato un platform molto fresco, che riesce a intrattenere ancora oggi grazie a delle meccaniche che sembrano non essere invecchiate così male (a parte qualche piccola sessione che non ricordavamo così impegnativa).

Siamo molto lieti che Klonoa sia ritornato, con la speranza di rivederlo in azione con un nuovo entusiasmante capitolo.

Nella Klonoa Phantasy Reverie Series vestiremo i panni di un’allegra creatura antropomorfa che ricorda vagamente un gatto con delle lunghe orecchie da coniglio. È denominato anche il “Viaggiatore dei Sogni” con l’obiettivo di salvare i mondi dal caos (così come accade in entrambe le avventure).

Durante le nostre scorribande faremo la conoscenza di tanti nuovi alleati nei mondi onirici che ci aiuteranno a sconfiggere i vari incubi che popolano le varie zone. Queste due rinnovate esperienze di certo non brillano nella stesura della trama, anche se a tratti riescono a suscitare qualche emozione nel giocatore, ma ci (ri)proiettano nell’era d’oro dei videogiochi platform a scorrimento.

Il gameplay di Door of Phantomile fu rivoluzionario all’epoca: un platform 2.5D con scenari in tre dimensioni che, anche se non possono essere attraversati, trasmettono un senso di profondità capace di far entrare nel meraviglioso mondo onirico.

Nel 1997 tutto questo era una bella novità, e ricordiamo pomeriggi passati a raccogliere diamanti e “imbollare” vari cattivoni, anche grazie a un design intelligente. Ci perdonerete se abbiamo fatto più di una volta un un viaggio nelle nostre memorie, ma Klonoa, essendo sostanzialmente lo stesso gioco di tanti anni fa, ci “obbliga” a viaggiare nel tempo.

Klonoa Phantasy Reverie Series è in gran forma anche a distanza di 25 anni

Ma fermiamoci un secondo sugli aspetti di gameplay, quelli che poi ci interessano maggiormente. Ogni livello della collezione di Klonoa, nonostante una prospettiva 3D, è interamente sviluppato bidimensionalmente e non mancheranno le occasioni in cui salteremo e finiremo malauguratamente nel vuoto.

A rendere tutto più originale ci pensa il Wind Bullet, la speciale arma di Klonoa a forma di un grande anello che può sparare una piccola raffica di vento. Utilizzandola vicino ai buffi cattivoni potremo sollevarli (facendogli perdere peso) e utilizzarli per darci una spinta verso l’alto e raggiungere zone prima inaccessibili.

Utilizzare questa tecnica è sostanzialmente il fulcro del gameplay di Klonoa: sarà utile per raccogliere oggetti preziosi, collezionabili e per salvare sei abitanti in ogni livello, intrappolati nei propri incubi. Questa unica abilità extra la possiamo considerare la feature identificativa e distintiva di questi due platform: a volte afferrare i nemici e scagliarli in sequenza costituisce l’unica strada per arrivare alla sezione successiva, di contro uno slancio mal calibrato potrebbe farci perdere una vita.

Da questo punto di vista, Klonoa Phantasy Reverie Series è una raccolta che non è invecchiata così male e, anzi, risulta ancora in gran forma anche a distanza di 25 anni dalla release del capitolo originale. Però, bisogna essere chiari su un punto: si tratta pur sempre di un platform con meccaniche un po’ datate, quindi è inevitabile che ci siano alcuni problemi, legati soprattutto alla gestione delle hitbox.

Klonoa potrebbe sbandare dopo aver effettuato un preciso salto basato sullo slancio e scivolare inavvertitamente anche qualora abbiate calibrato il tutto perfettamente. Per fortuna però i checkpoint sono frequenti, rappresentati in gioco da un grande orologio sveglia, che ci (ri)proietterà a pochi passi del nostro fatidico errore.

Gli sviluppatori però, per venire incontro soprattutto ai giocatori più giovani, hanno introdotto diversi livelli di difficoltà. A quella più bassa potremo avere 5 cuori massimi, un danno ridotto di 1/3, le vite infinite (come i vecchi trucchetti su PS1) e le pallottole eolo con una traiettoria più estesa.

Il lavoro di rimasterizzazione è brillante sia dal punto di vista grafico che sonoro

Se dobbiamo essere sinceri abbiamo preferito la modalità classica e non la ricordavamo così impegnativa, soprattutto negli ultimi livelli in cui si richiede una certa attenzione. Ritornare a giocare questi due videogiochi ci ha fatto capire come le vecchie opere videoludiche fossero più difficili, tanto da spingere le software house a introdurre delle modalità semplificate (e questo non è necessariamente un male, anzi).

Graficamente è stato fatto un lavoro eccellente, tutte le arene sono state brillantemente ripulite e rinnovate. I personaggi non presentano più l’effetto cel-shading (molto marcato soprattutto in Lunatea’s Veil) ma si mostrano in una forma decisamente smagliante. Anche la colonna sonora è stata riarrangiata, a parte le voci dei protagonisti che ci sono sembrate un po’ ovattate (anche se parlano una lingua inventata).

Bellissimo lavoro è stato fatto anche dal punto di vista del framerate: su PlayStation 5 Klonoa può godere una risoluzione a 4K e 60 fps abbastanza stabili. Durante le varie scorribande non abbiamo notato mai un problema, segno di come sia stata riposta molta cura in queste remastered.

Klonoa Phantasy Reverie Series non spicca in termini di durata generale e le due avventure si possono terminare abbastanza velocemente. Ovviamente salvare tutti gli abitanti e raccogliere ogni diamante potrebbe aumentarne la longevità ma metterà a dura prova la vostra pazienza: alcuni cristalli sono veramente insidiosi da collezionare.

Conclusioni

Klonoa Phantasy Reverie Series è una raccolta davvero interessante con un duplice scopo: far (ri)scoprire un personaggio così caro nel mondo dei platform e consegnarci un pezzo di storia di quello che il genere è stato capace di generare alla fine degli ’90 (i migliori a nostro modesto parere).

Il ritorno a Phantomile e a Lunatea è stato nostalgico, interessante ma soprattutto impegnativo. Klonoa ci ha ricordato come dovrebbe essere un platform e come bisogna ingegnarsi per superare determinati percorsi o sconfiggere i cattivoni di fine area.

Il lavoro di rimasterizzazione è brillante sia dal punto di vista grafico che sonoro. Purtroppo la mancanza di alcuni extra (bozzetti e curiosità per esempio) e qualche livello bonus potrebbe farsi sentire in questo ritorno. Ma poco male: se ve lo siete perso, e amate i platform, questi due viaggi onirici non potete proprio mancarli.

Klonoa Phantasy Reverie Series è disponibile da GameStop.

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