Negli ultimi mesi PUBG Mobile e il territorio asiatico non vanno esattamente d’accordo.
Come abbiamo visto infatti in India il gioco è stato bandito da alcune regioni, ma ora il vero problema è diventato il mercato cinese.
La Cina infatti come intuibile è uno dei mercati più profucui per qualsisi videogioco avendo un’elevatissima densità di popolazione (e quindi di potenziali giocatori), e PUBG Mobile non fa eccezione.
Solo in Cina infatti il gioco aveva ben 70 milioni di utenti attivi ogni giorno (quasi la metà dell’intera utenza mondiale), tuttavia era stato rilasciato solo in fase di “test” poiché ancora mancava l’autorizzazione governativa per il sistema di microtransazioni.
La Cina infatti sta attuando una politica molto restrittiva con i titoli free-to-play con microtransazioni, mettendoli alla stragua del gioco d’azzardo come accaduto per esempio anche in Belgio.
Alla fine l’autorizzazione non è arrivata, e Tencent sarà quindi costretta a rimuovere PUBG Mobile dal mercato cinese perdendo quindi un’enorme fetta di giocatori.
Secondo alcune indiscrezioni tuttavia la scelta in realtà è stata unicamente politica, infatti la Cina pare stia boicottando diversi titoli provenienti dalla Corea del Sud, paese dove è stabilità proprio la base di PUBG Corp.
Tencent tuttavia non è di certo stata a guardare ed ha attuato un “piano B“, ovvero il rilascio di un altro gioco chiamato Game for Peace, un vero e proprio clone di PUBG simile in tutto (gameplay, grafica, personaggi) ma con un differente sistema di monetizzazione che invece ha ricevuto l’approvazione del governo.
I ricavi saranno quindi limitati rispetto a PUBG, ma sempre meglio di perdere totalmente il mercato cinese.
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