Last Day of June
31 Ago 2017

Last Day of June – Recensione

Riesce difficile pensare che a molti giocatori non importa il carico emotivo che un videogioco può dare. Sono del resto quelli che sembrano più semplici da fuori, ma che raccolgono all’interno un lavoro di sceneggiatura davvero da stretta di mano. Se poi si parla di qualcosa che proviene dal nostro Paese, tanto meglio. Last Day of June è l’ultimo lavoro di Ovosonico ed è qualcosa da avere assolutamente, un piccolo gioiello in grado di toccare le vostre corde più sensibili e lasciarvi per un po’ di tempo a pensare sulla vostra vita. Magari qua in Italia non saremo bravi a creare blockbusters e abnormi serie di successo, ma di sicuro l’industria, sia generale che indie, non ha nulla da invidiare per progetti dritti al cuore dei giocatori.

Last Day of June è arrivato in silenzio e fa dello stesso un suo elemento caratteristico, concentrandosi infatti su altri modi per parlare al giocatore. È una dimostrazione che il linguaggio dei sentimenti non è solo verbale, ma appartiene ad una sfera superiore, capace di essere condotta non solo in un film, un libro o uno spettacolo, ma anche attraverso un videogioco.

Impossibile non innamorarsi dunque di una simile perla. Last Day of June ha subito un impatto molto particolare con il suo stile grafico, composto da disegni soffici e poveri di dettagli, ma capaci di trasmettere subito le emozioni che il momento vuole raccontare. I colori caldi denotano serenità e spensieratezza, quelli freddi parlano invece del dramma del protagonista. Insieme compongono un intreccio che guida il mood del giocatore e permette di capire con semplicità come sentirsi in una certa situazione.

Last Day of June

I personaggi sono come fantocci, privi di occhi e parola, ma comunque perfetti quando si tratta di comprendere il loro stato d’animo. Si esprimono in mugugni nelle conversazioni, capaci di far intendere come si sentano in certe situazioni e cosa ne pensino degli altri. Oltre alla storia principale, infatti, anche loro hanno stralci di vita vissuta alle spalle, collezionabili ripercorrendo i ricordi di ognuno: piccole sfere fluttuanti possono essere raccolte da ogni personaggio per svelare la loro vita e cosa li abbia portati a essere come sono. Un buon insegnamento per capire che ci sono motivazioni dietro al comportamento di ognuno di noi, segnato in qualche modo da ciò che abbiamo vissuto negli anni.

Impossibile non innamorarsi di una simile perla

Il protagonista, Carl, è però l’elemento principale della storia e lo si incontra insieme all’amata June in un solare tramonto d’estate. La coppia si trova su un piccolo molo, luogo scelto per passare la giornata insieme e scambiarsi un piccolo regalo. Già da qui si nota quanto i due siano legati e in sintonia, una coppia che sta vivendo felicemente il matrimonio. Immedesimarsi è istantaneo quando una lieve brezza si alza e June comincia ad avere freddo. Portandole qualcosa con cui coprirsi, si passa vicino a dei fiori, piccoli regali che starebbero splendidamente tra i capelli della ragazza. Quando però arriva la tempesta, tornare in macchina e dirigersi verso casa è ormai d’obbligo. È qui che la musica cambia già di tonalità e i colori si fanno più scuri, lasciando presagire che nessuno dei due arriverà a casa in salute. Ed è proprio quello che succede: un incidente stradale che provoca la morte di June e lascia il nostro protagonista paralizzato.

Comincia così la storia di Last Day of June, con un uomo affranto dalla perdita della moglie e ormai costretto alla vita su una sedia a rotelle. I colori virano verso il blu della notte e la musica lascia il posto a melodie più tristi, quasi silenziose. Carl è distrutto da ciò che è successo, tanto da non riuscire quasi a entrare nella stanza che racchiude i dipinti di June. La situazione però lo costringe ad entrare, per scoprire che questi dipinti non sono solo semplici tele colorate, bensì portali per modificare i ricordi delle persone raffigurate. Non appena svelato quello di un bambino, sullo schermo compare la parola “Salvala.”. June può dunque essere salvata ripercorrendo i ricordi dei diversi personaggi?

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Ovviamente non andremo oltre con la trama del gioco, che tocca non solo la storia di Carl, ma anche quella degli altri personaggi presenti nel villaggio. C’è un’altra ragazza, segretamente innamorata del protagonista, un bambino giocherellone, il cacciatore pieno di sé e infine un vecchio dall’aria misteriosa e malinconica. Il loro intreccio di ricordi, rappresentati in più finali da sperimentare e “giocare” come fossero carte, è quel filo che crea la linea narrativa. Modificando il ricordo di uno di loro, quelli successivi vengono influenzati a loro volta, permettendo di fare o non fare determinate cose, aprendo a diversi finali insieme a nuove vie di esplorazione, per poi richiudere il tutto e verificare se i propri sforzi sono stati sufficienti per salvare June.

Visto un tale meccanismo si può incorrere a volte nel trial and error, ma Last Day of June ovvia a questo problema saltando certe scene ripetute e permettendo una giocabilità molto più fluida. Parlando di tecnicismi, non occorre avere una grande confidenza con i controlli per godere al massimo dell’esperienza. Last Day of June è un gioco per tutti, che contiene un sistema di puzzle con difficoltà accettabile, forse non molto articolato, ma comunque in sintonia con il concept del gioco. Carl e gli altri personaggi possono girare liberamente per il villaggio con una telecamera in terza persona interamente inclinabile per guardarsi attorno e interagire con l’ambiente. Parlando con gli altri è possibile capire quale sia il livello di relazione, ma si può interagire anche coi ricordi di Carl durante i suoi viaggi in quello che sembra essere un limbo temporale.

Last Day of June

Tra suoni, musiche e effetti visivi, Last Day of June sa sempre come far passare al giocatore lo stato d’animo coerente con la scena, sfruttando lo stile grafico molto particolare, fatto di luci soffuse e penetranti raggi luce. Oltretutto ha un crescendo emozionale che sa colpire dritto al cuore. Carl ha perso tutto ed è molto difficile capire cosa si provi dopo un evento del genere, ma è comunque immediata la compassione nei suoi confronti e la comprensione verso la sua chiusura e amarezza nei confronti della vita. I puzzle distraggono poi leggermente da questa tragedia, lasciando quasi pensare che il carico emotivo del gioco non sia poi così elevato. Tuttavia, proprio come dovrebbe essere, Last Day of June sa colpire infine nel punto più debole, proprio quando il giocatore pensa di aver visto tutto e si è arreso alla vita ormai segnata di Carl.

Il merito di Ovosonico non è solo quello di aver creato una bella storia strappalacrime, bensì di averne levigato ogni aspetto nel migliore dei modi. Può darsi che si riesca a prevedere qualche situazione all’interno del gioco, ma c’è sempre quel dettaglio in più capace di rompere l’equilibrio e dare ancora più profondità. Nulla è scontato in Last Day of June, nemmeno quei piccoli gesti opzionali che potrebbero poi portare a qualcosa di molto più importante.

Un piccolo gioiello in grado di toccare le vostre corde più sensibili

Nel giocarlo, la mente è volata ad altri giochi provati in passato. Blackwood Crossing è uno di questi, in particolare per la dissimulazione della realtà e per la capacità di intrigare il giocatore senza dare alcuna spiegazione. Si è pensato anche a Life is Strange, non tanto per la possibilità di tornare indietro nel tempo, quanto per il perfetto connubio tra situazione e colonna sonora. Servono poche, semplici note per dire alla mente come sentirsi. Soprattutto non servono parole, bastano i gesti di Carl e June per far capire quanto siano importanti l’uno per l’altra. Così come è talvolta sufficiente una semplice azione per stravolgere la vita propria e di qualcun altro.

Conclusioni

Last Day of June è da avere, senza alcuna esitazione. La sua storia, capace di tenere occupati per circa 4 ore davanti allo schermo, è in grado di colpire con forza al cuore e immedesimare in una situazione cupa e pesante, tanto reale nella sua concezione, quanto eterea nel modo in cui può essere plasmata da Carl. Chiunque vorrebbe poter tornare indietro nel tempo per cancellare situazioni spiacevoli e cambiare in meglio la propria vita, ma nessuno sa con esattezza fin dove si spingerebbe per amore.

Parlare di prezzi è quasi rude per un gioco del genere, ma a volte è questo il limite di molti giocatori. Last Day of June, coi suoi 19,99€, è senza ombra di dubbio un’occasione da non perdere, un concentrato di feels che vale assolutamente la pena di essere vissuto.