Editoriale 29 Gen 2018

Le 10 Cose da NON dire mai a una “Donna Gamer”

Nel corso degli ultimi anni il mondo del gaming ha subito un profondo cambiamento per quanto riguarda la componente maschile e femminile dei videogiocatori, sia per PC che per console. Oramai è cosa molto frequente incontrare videogiocatrici attive e non occasionali, che si tratti di titoli cooperativi o competitivi, così come nelle partite classificate di quasi tutti i giochi; una cosa che vent’anni fa era quasi impensabile. Così come negli ormai lontani primi anni del ventunesimo secolo la “donna nerd” era una sorta di Sacro Graal per molti amanti dei videogiochi, oggi le community basate sul gaming sono più abituate ad avere una forte fetta rosa al loro interno. Ma i pregiudizi nei confronti della donna videogiocatrice sono ancora fortemente radicati tra i videogiocatori, così come non mancano alcuni goffi (e talvolta quasi teneri) tentativi da parte loro di approcciarsi alle videogiocatrici o farle sentire parte del gruppo. Dopo questa premessa, vediamo in tono ironico quello che le donne armate di controller, che sia in una sessione online o su una community di Facebook, non vorrebbero mai sentirsi dire, tratte da storie reali di giocatrici vere.

1 “Ah ma sei una gamer girl”

No. Quel “girl” per noi è come il gesso che stride sulla lavagna, come la forchetta che gratta su un piatto, una di quelle cose che ti fa sentire un brivido di fastidio lungo la schiena. Il termine Girl Gamer (o Gurl Gamer) spesso indica quelle donzelle che pur di attirare l’attenzione si spacciano per giocatrici urlando al mondo “sono donna e gioco ai videogiochi!”. Le vere donne che giocano non hanno bisogno di dirlo a tutti, preferiscono farsi i fatti loro e soprattutto odiano le etichette.

2 “Vieni nel nostro gruppo/gilda/clan, ci sono altre ragazze!”

Direste mai ad un uomo “vieni nel nostro clan, ci sono altri uomini!”? No, passereste per Capitan Ovvio. Dire a una donna “ci sono altre ragazze” non è rassicurante del tipo “vieni da noi che non sei sola”, ma suona più come “c’è un’altra tipa di quella razza strana lì di cui fai parte, così potrete andare al bagno in coppia (perché è risaputissimo che le donne vanno in bagno in coppia)”. Se una donna vuole entrare in un clan non è detto che abbia parallelamente voglia di avere a che fare con qualcuno del suo stesso sesso, anzi, una buona percentuale di videogiocatrici preferisce la compagnia maschile mentre si gioca e vuole evitare quella femminile che trova comunque in altri contesti.

3 “Ciao, di dove sei?”

Esistono i siti di incontri, Steam, Xbox live e PSN non ne fanno parte. Il peggior approccio che si può avere con una donna appena incrociata in una lobby o appena aggiunta agli amici. Se proprio volete sapere dettagli sulla vita privata di una videogiocatrice, fatevi almeno furbi e girateci attorno, essere così diretti fa innescare un sistema di autodifesa che ci fa chiudere ogni comunicazione. Non parliamo poi del “ciao, quanti anni hai?”.

4 C-C-C Combo ADD

Ci sono due tipe di donne: quelle stealth che non accendono il microfono per passare inosservate al vigile occhio dei cacciatori di donzelle nei multiplayer, e quelle che non vogliono rinunciare alla loro identità e che coraggiosamente lasciano visibile anche nome e cognome sulle varie piattaforme di gioco. Io faccio parte della seconda categoria, e vi assicuro che una delle cose più letali sono le combo “richiesta amicizia + nome reale, stalking rapido su Facebook e richiesta d’amicizia anche lì + like di incoraggiamento alla foto del profilo”, il tutto in un tempo da record olimpionico che non ti lascia nemmeno pensare “ma che diamine sta succedendo?”. Per l’amor del Cielo, datevi una regolata, è un comportamento un po’ troppo invasivo!

5 Ti boosto io, baby

Abbiamo due mani come voi, abbiamo la stessa capacità di gioco vostra, vi ringraziamo per il boost ma no, non necessariamente ci serve. Questo non vuol dire che vada bene un “arrangiati allora”, proponetevi se il vostro componente del clan, maschio o femmina che sia, ha veramente bisogno di un boost su qualche gioco, non vuol dire che perché siamo donne non sappiamo giocare e per forza di cose andiamo boostate/carryate, scoprirete che siamo ottimi booster e carrier anche noi.

6 “…Ma non è un gioco da donne” / “Sì quel gioco è da donne”

Ho guardato tutte le scatole dei miei giochi, ho trovato i vari descrittori PEGI tra i quali NON è presente un simbolo che vieti il gioco al pubblico femminile e no, il descrittore “sesso” non indica quello, ma indica scene a carattere sessuali presenti nel gioco. Non esistono giochi da maschi e giochi da femmine. Esistono uomini che giocano a Cooking Mama e donne che giocano a Duke Nukem, E No, le donne non giocano solo Support e Healer.

7 Una donna gamer? Sposami!

A me fa sempre sorridere quando lo dicono, altre donne hanno reazioni random tra facepalm, alzare gli occhi al cielo, storcere la bocca, improvvisare una falsissima risata, o far finta di niente. Per favore, non ditelo! Davvero, nemmeno per scherzo…

8 “Sei donna però sei brava”

Quindi con questa affermazione date per scontato che le donne non sappiano giocare. Fisiologicamente le donne non sono meno abili degli uomini, anzi, alcune giocano da una vita e sicuramente se la cavano meglio di voi. Così come ci sono i giocatori pro uomini, ci sono anche le donne pro, il fatto che siano di meno è semplicemente un dato statistico basato sulla percentuale di giocatori di sesso femminile dediti ai giochi competitivi.  Quindi per favore, se non volete che la “donna però brava” in questione non si alteri e vi powni brutalmente al prossimo 1v1, togliete qualche parola di troppo e trasformate il tutto in “sei brava”.

9 “Ma il/al tuo ragazzo… ” / “peccato che tu sia fidanzata”

Tutte le frasi che iniziano con il “ma il/al tuo ragazzo” finiscono sempre nel peggiore dei modi, tra “ma al tuo ragazzo sta bene che giochi?”, continuando con “ma il tuo ragazzo è fortunato ad avere una ragazza che gioca”, che spesso e volentieri è anche un “aspetta, vediamo se mi risponde che è single!”.  Menzioniamo la più atroce delle cose da dire ad una ragazza durante una sessione di gioco o semplicemente in party o chat “peccato che tu sia fidanzata, sennò potevamo conoscerci meglio”. Solitamente la donna che sente questa frase, dentro di lei comincia a covare un profondo desiderio di assistere alla scena in cui Sephiroth di FFVII piomba dal cielo con la spada, e al posto della povera Aeris ci sia l’autore di tale abominevole affermazione. Nella realtà, probabilmente sarà l’ultimo contatto che avrete con lei.

10 “Pensavo che tutte le ragazze nerd fossero brutte”

E ho scritto brutte per non scendere nella volgarità. Probabilmente il più maldestro tentativo di complimento sulla bellezza di una donna videogiocatrice, nonché il luogo comune più antico della storia assieme al “le ragazze non giocano ai videogiochi”. Difficilmente si sente nella variante “gamer” al posto di “nerd”, che, fortunatamente, ha perso la accezione negativa. Mai affermazione fu così infelice come questa, che mescola la credenza che le donne per giocare debbano necessariamente essere inguardabili all’imbarazzo di un’affermazione solitamente di un uomo sconosciuto mentre passa al microscopio la vostra foto profilo.


Abbiamo scherzato un po’ sulle frasi più ricorrenti che noi donne sentiamo durante il corso della nostra “carriera videoludica”, e sono abbastanza certa che voi che state leggendo siate incappati almeno una volta, dicendola o subendola in una di queste domande o situazioni. La cosa che non bisogna mai scordare è che, uomini o donne che siano, il modo di approcciarsi a qualcuno conosciuto da poco in una sessione di gioco o in una community e il rispetto non devono mai mancare, così come sarebbe ora di darci un taglio con tutti i luoghi comuni che ancora restano tristemente legati al mondo di noi gamers. Un sincero grazie a tutte le ragazze videogiocatrici che hanno contribuito con le loro esperienze a questo articolo.

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