Nosgoth non è mai stata così definita!
Trovarci dinnanzi a Legacy of Kain: Soul Reaver a distanza di 25 anni, proprio nel periodo in cui la gloriosa PlayStation spegne le 30 candeline, non è un caso. Anzi, si tratta di una mossa azzeccatissima, poiché non è così sbagliato affermare che molti videogiocatori hanno iniziato la propria “carriera videoludica” con quello che poi sarà un classico senza tempo.
E Aspyr ha già dimostrato di saperci fare con le operazioni nostalgia, ci basti pensare al ritorno dell’archeologa amata da tutti, Lara Croft, con Tomb Raider 1-3 Remastered. Nuova linfa vitale, maggiore definizione e una “rimappatura” dei comandi, sono solo alcune delle caratteristiche chiave di quel gradito ritorno (a proposito, lo trovate anche da GameStop direttamente qui).
Ma torniamo a noi, Soul Reaver è uno di quei videogiochi che alzò l’asticella qualitativa alla fine degli anni ’90 grazie a una direzione artistica (oseremmo dire) meravigliosa, un doppiaggio di altissima qualità (anche in italiano) e un mondo aperto – ed estremamente dispersivo – che faceva spremere le meningi come nessun’opera dei tempi riuscì a concretizzare.
Ovviamente non si trattava di un’esperienza priva di difetti, anzi, delle significative porzioni di storia (e del mondo di gioco) furono tagliate per rispettare i tempi d’uscita. E questo, compresi noi, lasciò un po’ di quell’amaro in bocca: chi ha vissuto quella generazione saprà perfettamente a cosa ci riferiamo.
E quando i fan uniscono le forze e danno pieno supporto al team di sviluppo, cosa ne viene fuori? Una remastered realizzata da persone che nutrono un amore viscerale per la saga e che ci permettono, per la prima volta, di esplorare alcune di quelle aree mai viste prima d’ora. E fidatevi, dopo 25 anni, i fan non potevano che esserne felici.
Scusateci se ci siamo dilungati troppo in questa nostra introduzione, ma capiteci: avere tra le mani una raccolta come Soul Reaver è stato come un viaggio indietro nel tempo, ovvero quel momento in cui, a tu per tu con la PlayStation, inserivamo il disco e passavamo ore intere a Nosgoth (girando perlopiù a vuoto).
Legacy of Kain: Soul Reaver 1-2 Remastered non è una raccolta sempre perfetta, come vedremo, ma rappresenta sicuramente un’unica opportunità per riabbracciare un amico che non vedevamo da ben 25 anni: accidenti come vola il tempo!
Dove tutto ebbe inizio…
Primo della saga e secondo in ordine cronologico (dopo Blood Omen), le vicende sono ambientate a Nosgoth, una terra sotto il “dominio” incontrastato di Kain e dei suoi luogotenenti. Tra loro, emergeva la figura di Raziel, suo braccio destro e a capo di un’orda di vampiri che mise in ginocchio tutta Nosgoth.
Ma sin dai primi momenti di gioco, Raziel, a differenza degli altri, mostrò delle meravigliose ali da vampiro, una vera e propria mutazione della specie. E Kain, probabilmente temendo questo enorme potere, e violando una regola che obbliga i suoi servitori a non sperimentare nuovi poteri, strappò questo dono evolutivo e gettò il vampiro nel Lago dei Morti.
Dopo aver passato momenti di atroci sofferenze in un periodo non proprio precisato, il nostro protagonista torna alla vita (se così possiamo dire) in un viaggio di redenzione e punizione, guidato dal Dio Anziano. L’obiettivo è semplice: liberare Nosgoth da Kain per riequilibrare la Ruota del Destino (ovvero l’eterno ciclo di nascita, morte e purificazione delle anime).
La trama di Legacy of Kain: Soul Reaver è sempre stata un po’ misteriosa e affascinante, un qualcosa con cui Crystal Dynamics riuscì a ottenere un plauso dalla critica ma soprattutto dal pubblico che, per tanti anni, non ha mai smesso di pensare a Kain e Raziel. Pensate che dietro al team creativo c’era Amy Hennig, famosa anche per aver dato vita a una delle saghe di punta di Naughty Dog, Uncharted.
Non divaghiamo più del dovuto, e focalizziamoci sulla raccolta nella sua interezza. Precisiamo subito che quelle che avremo tra le mani non sono altro che versioni rimasterizzate dei due capitoli della saga di Raziel: Soul Reaver 1 e 2. Precisarlo è doveroso poiché, come spesso accade, a volte si genera un po’ di confusione tra remake e remastered.
Tuttavia, non si tratta di una semplice pulizia d’immagine, nossignore: la grafica è stata aggiornata con nuove texture, modelli e VFX (effetti visivi) nuovi di zecca, pur mantenendo inalterata la struttura portante. Un lavoro di fino che già avevamo provato con la prima trilogy di Tomb Raider e che abbiamo ritoccato con mano con questa collection dedicata al vampiro.
Legacy of Kain: Soul Reaver 1-2 Remastered è la soluzione perfetta per (ri)scoprire due delle migliori opere di Crystal Dynamics
Il colpo d’occhio è notevole: gli avversari, i fratelli di Raziel e persino Kain non hanno più una resa poligonale, bensì ora sono ben distinguibili in tutta la loro “bruttezza” (o bellezza, a secondo dei gusti). Stesso discorso per le ambientazioni: le pareti e gli scenari sono ricchi di glifi, incisioni e altri piccoli dettagli che permettono di vivere una Nosgoth che va ben oltre l’alta definizione. Per non parlare poi di Raziel stesso, i suoi occhi ora sono brillanti (nel vero senso della parola) e si riescono a intravedere perfettamente i muscoli e le ossa. Il lavoro svolto dal team di Aspyr e Saber Interactive è davvero goloso, brillante e assolutamente vivo.
Già agli inizi dell’anno 2000, Soul Reaver era considerato un gioco abbastanza ostico, non per quel che riguarda il combat system che era di per sé originalissimo (basti pensare agli svariati modi per uccidere i cattivoni e “papparsi” le loro anime), bensì per le fasi platform che generavano frustrazioni di altissimo livello. Eh sì, perché oggi come allora, non esistono i checkpoint o salvataggi rapidi di state: se si cade da una piattaforma, bisogna necessariamente rifare il giro e calcolare l’ampiezza di ogni singolo salto, senza possibilità di ricaricare un punto preciso.
E come se non bastasse, il sistema per ruotare la telecamera era scomodissimo e non si poteva utilizzare lo stick destro. Per fortuna, questo “problema” è stato risolto e potremo anche guardare verso l’alto o il basso, utilizzando il tasto precedentemente omesso. Questa caratteristica rende il gioco più godibile, anche se rimane qualche problemino con le telecamere generali: ma dopotutto parliamo di una remaster e non possiamo pretendere di più.
Sempre nel primo capitolo sono stati aggiunti la mappa e la bussola, che potranno aiutare i giocatori a orientarsi, soprattutto nelle prime fasi di gioco. In qualsiasi momento si può premere un tasto per aprire la mappa e capire esattamente in che punto ci si trova, oltre a scoprire l’obiettivo successivo. Ma badate bene: questi aiuti non ci guideranno come i giochi più moderni, dovremo sempre spremerci le meningi e capire cosa fare (la difficoltà d’esplorazione è dopotutto elevata).
Il gameplay invece è rimasto invariato: Raziel continuerà ad aggirarsi nei luoghi misteriosi di Nosgoth, ad acquisire nuove tecniche per raggiungere luoghi prima inaccessibili, ad assorbire anime dopo aver letteralmente fatto a pezzi i cattivoni e ad aguzzare l’ingegno tra il regno degli spettri e quello dei “vivi”. Il mondo di gioco, nonostante i 25 anni, è ricco di dettagli e ancora continua a divertire grazie alle sue particolari caratteristiche: da piattaforme che mutano a svariate armi con cui eliminare gli avversari.
Un viaggio indietro nel tempo
Ad arricchire questo piatto ci pensa la modalità fotografica che, a dirla tutta, ci ha lasciato un po’ di amaro in bocca. Le opzioni sono pochissime: potremo ruotare la camera, inserire un effetto vignetta e regolare il campo visivo… tutto qui!
A compensare però ci pensa la ricchissima sezione di contenuti bonus, un vero e proprio compendio pensato per i fan più accaniti. Oltre a poter ammirare bozzetti, conoscere la cronistoria di Nosgoth e poter ascoltare le colonne sonore di Soul Reaver 1 e 2, ci si può addentrare nei livelli perduti, ovvero quelle porzioni di gioco eliminate ma inserite in questa raccolta grazie all’impegno degli sviluppatori, dei fan e del supporto di Crystal Dynamics. In pratica, potremo esplorare alcune di queste porzioni cosicché, vecchi e nuovi fan, possano vedere la conclusione del viaggio di Raziel.
E Soul Reaver 2?
Scusateci, non ce lo siamo dimenticato, ma capirete che il lavoro di ottimizzazione è più tangibile sul primo capitolo della saga di Raziel. Il cambio tra PS1 e PS2 aveva portato grandi miglioramenti nell’avventura di Raziel, a partire dai nuovissimi puzzle ambientali e una trama ancora più ricca di sfumature. E per fortuna, dato che il primo Soul Reaver aveva lasciato un po’ di amaro in bocca per il finale, diciamo così, un po’ sbrigativo.
Al primo avvio, verrete trasportarti nel punto in cui si era interrotta la precedente avventura, e proseguirete senza intoppi il viaggio di Raziel. I miglioramenti sono pressocché gli stessi, ma passo dopo passo si sente l’inevitabile cambio generazionale.
La prova su PlayStation Portal
È stato più forte di noi, provare Soul Reaver su PlayStation Portal collegati in remoto con la nostra PlayStation 5. Bisogna dire che il risultato è stato davvero buono, anzi, probabilmente si riesce anche a godere di più di questo lavoro su uno schermo a 1080p.
Non ci sono state grosse difficoltà nel superare alcune sessioni platform e a sconfiggere i fratelli di Raziel da remoto. Durante la nostra prova abbiamo avuto una sola disconnessione (con fibra ottica) e tutto è filato liscio come l’olio.
Abbiamo pensato di darvi un feedback su PS Portal perché riteniamo che Legacy of Kain: Soul Reaver sia una collezione perfetta da giocare in portabilità: completare un intero dungeon sdraiati beatamente sul divano, beh, non ha eguali.
Nonostante una ferrea volontà nel rendergli omaggio, e far riscoprire una saga immortale, questo viaggio di Raziel non è stato sempre ordinario. Se dal punto di vista estetico ne abbiamo osannato le qualità, lo stesso non possiamo dire sul fronte della stabilità generale su PlayStation 5: purtroppo il titolo soffre di un frame rate non sempre stabilissimo. E questo ci è sembrato strano: con Tomb Raider, nella versione moderna, il frame rate era fissato a 60 fps, per poi scendere a 30 nella controparte originale.
Sia chiaro, non siamo di certo dei “fissati” di frame rate, ma una “nuova edizione”, alla soglia del 2025, dovrebbe essere consegnata con una stabilità generale degna di nota su console. Siamo dell’idea che questa raccolta potrebbe già creare qualche grattacapo per una difficoltà che alza leggermente l’asticella, pensate poi a dei rallentamenti in alcune fasi più concitate. In ogni caso, non ne compromettono mai l’esperienza generale.
Non si poteva fare di più in tal senso? Non lo sappiamo. Tuttavia, solo da questo punto di vista, abbiamo intravisto un po’ di “pigrizia”.
Conclusioni
Ritornare a giocare a Legacy of Kain: Soul Reaver 1-2 Remastered a distanza di tanti anni è stato piacevole, un po’ come quando ci viene a trovare un vecchio amico che non vedevamo da anni: “dai, ti trovo bene”. E in effetti è così, abbiamo trovato questa raccolta in buona salute, e i piccoli miglioramenti messi in atto da Aspyr e Saber Interactive hanno reso queste esperienze ancora più godibili e apprezzabili da tutti.
Il lavoro svolto dietro quest’operazione è molto buono, a parte alcuni momenti in cui si deve fare i conti con il tempo che passa e con un frame rate non sempre dei migliori (almeno su console). A parte questo, Legacy of Kain: Soul Reaver 1-2 Remastered rappresenta la soluzione perfetta per (ri)scoprire due delle migliori opere di Crystal Dynamics, arricchita da contenuti da far venire l’acquolina in bocca anche al meno affamato dei vampiri.
Legacy of Kain: Soul Reaver 1-2 Remastered è disponibile al momento solo in digitale per console e PC. Da GameStop sono disponibili le ricariche per ogni tipo di piattaforma.
Good
+Due esperienze intramontabili con una grafica splendidamente aggiornata+Enigmi e Combat System ingegnosi e fuori dagli schemi+I contenuti bonus sono davvero appaganti per i fan più accaniti+L'esplorazione resta sempre un fiore all'occhiello…Bad
-… anche se a volte può generare frustrazione-L'implementazione dei checkpoint non sarebbe stata fuori luogo-Piccoli cali prestazionali
Commenti