Se pensiamo al 1999, la prima immagine che ci salta in mente è di una PlayStation, con il suo iconico suono d’avvio e quella quantità di giochi leggendari che la accompagnarono. Per un appassionato di giochi di ruolo alla giapponese, quello era un periodo d’oro, tanto che alcuni dei titoli usciti in quel periodo sono ancora amati e influenzano tutt’ora il mercato.
Final Fantasy VII e VIII sono già usciti, ma è anche l’anno di Chrono Cross e The Legend of Dragoon. Un nuovo modo di intendere il jrpg, con grafiche 3D all’avanguardia e sistemi di gioco che traevano il meglio dalla console Sony. Eppure qualche baluardo dell’era 16-bit era rimasto, con la serie Mana che proprio nel 1999 arrivò con un nuovo capitolo: Legend of Mana. Inutile dire che la sua risonanza mediatica e di pubblico non era paragonabile ad altri titoli di Square, ma fu un titolo amato e anche dal discreto successo commerciale.
Rivederlo su console di nuova generazione è sicuramente una piacevole sorpresa. Soprattutto perché a differenza di altri titoli di quel tempo, Legend of Mana era profondamente differente e inusuale. Il titolo Square abbracciava la semplicità di un action rpg e la libertà di una struttura non lineare, priva di una narrazione trainante dell’intera esperienza. Ambientato nel mondo di Fa’Diel, il giocatore può scegliere di impersonare un protagonista silenzioso, maschile o femminile, ed iniziare il suo viaggio per ricostruire il mondo. L’albero Mana è bruciato, e i conflitti dei popoli hanno portato il mondo ad essere un pallido ricordo di sé stesso.
Una distesa desertica, dove si inserisce il peculiare design di Legend of Mana. Il giocatore dovrà infatti ottenere artefatti, completando i vari eventi del mondo (le quest), e posizionandoli sulla mappa. Questo permetterà di accedere a nuove ambientazioni, sbloccando nuove storie ed eventi e dando il via così ad un gameplay loop che culminerà con l’evento finale dedicato all’albero Mana. Il posizionamento è importantissimo, perché di fatto determinerà il nostro percorso nelle diverse narrazioni possibili di Legend of Mana.
A differenza di altri titoli di quel tempo, Legend of Mana era profondamente differente e inusuale
Gli archi narrativi maggiori sono tre, ma basta completarne uno per poter accedere al finale. Inusuale, così come tutti gli eventi narrativi secondari e sconnessi, completabili a nostro piacimento. Per il puro gusto di farlo, semplicemente. Nella mia partita ho aiutato il coniglio antropomorfo Niccolò a fare affari, ma ho anche sconfitto due maghetti dispettosi e aiutato una ragazza a scoprire la verità sulla sua amica. Piccole narrazioni sconnesse si uniscono in Legend of Mana e danno al gioco un sapore inspiegabilmente moderno. Una concezione di jrpg che nel saturo mercato di oggi appare fresca e originale. Pensare che un titolo del 1999 possa dare queste sensazioni nel 2021 è ironico, ma è un pregio senza dubbio.
Da un lato però questa struttura si scontra con una concezione molto vecchia del videogioco. La mancanza di un tutorial adeguato o di una minima indicazione rendono Legend of Mana particolarmente confuso e frustrante senza una guida. Capire come e dove agire è difficoltoso, laddove con una guida diventa tutto più godibile e comprensibile. Anche perché Legend of Mana non è un titolo complesso o difficile.
Una concezione di jrpg che nel saturo mercato di oggi appare fresca e originale
Il battle system è chiaro e accessibile: un action rpg in tempo reale senza tanti fronzoli; si attacca, si para e schiva, e si utilizzano nuove tecniche assegnandole ai tasti dorsali. Insomma, nulla che non possa essere assimilato con un po’ di pratica. Superata la barriera strutturale di una narrazione sconnessa, Legend of Mana è piacevole e godibile. Peccato che per sua natura, proprio questa sua peculiarità lo renda un po’ fine a sé stesso.
Non sorretto da una vera e propria trama, Legend of Mana dà il meglio di sé quando le storie a cui assistiamo sono divertenti o piacevoli da seguire. Il tono è fiabesco, come la direzione artistica del mondo di Fa’Diel, pieno di animali antropomorfi e creature fantastiche. Non mancano spunti più maturi e seri, ma è sicuramente difficile trovare fin da subito un vero motivo per proseguire. Se non il puro piacere di farlo, vivendo le strane e variegate storie del mondo.
Legend of Mana HD è un ottimo modo per riscoprire un titolo del passato, con gli occhi del presente. Una rimasterizzazione onesta e rispettosa, che restaura tutti gli sfondi in un bellissimo e colorato HD, senza rovinare gli sprite 2D che sono invece preservati. Un contrasto piacevole e intelligente, che rende Legend of Mana HD bello tutt’ora. Qualche aggiunta di questa versione rende più scorrevole il tutto, come l’autosave o la possibilità di salvare ovunque. Ma ci sono anche piccole chicche come l’artbook sfogliabile nel menù e la colonna sonora ascoltabile in ogni momento. Un titolo che porta con sé una filosofia originale e inaspettatamente fresca. La sua struttura narrativa però potrebbe non piacere a tutti, soprattutto se non supportata da una buona guida. Il battle system semplice ed immediato lo rendono però un titolo perfetto per tutti, per nulla ostico secondo gli standard moderni. Legend of Mana HD è da scoprire, pur con i suoi limiti. |
Commenti