LEGO Worlds – Recensione

La tradizione dei titoli di Traveller’s Tales dedicati ai famosi mattoncini danesi dura ormai da tantissimi anni ed ha attraversato anche più generazioni di console e piattaforme differenti. Con il passare del tempo, questo brand ha sempre cercato di migliorare il proprio gameplay, in modo da dare puntualmente qualcosa di diverso, di nuovo e di accattivante ai propri giocatori, ed infatti, nell’ultimo periodo, anche noi italiani abbiamo visto arrivare sulle nostre console titoli decisamente interessanti come LEGO Dimensions e LEGO Star Wars: Il Risveglio della Forza.

Tra i due però, è fuor di dubbio che il più innovativo sia stato il primo, che ha decretato l’ingresso del brand anche nel mondo dei toys to life, e che più o meno regolarmente si espande con nuovi mondi e nuovi pack reali e digitali dedicati ad alcune delle licenze più famose dell’azienda con sede a Billund (tra cui citiamo Ghostbusters, Animali Fantastici e LEGO Batman The Movie).

Ora, il binomio TT Games e LEGO si è ripresentato sulle nostre piattaforme di gioco con un interessantissimo progetto, LEGO Worlds, ovvero una nuova (si fa per dire) idea nel campo videoludico dei mattoncini, che potrebbe essere una ventata di aria fresca nell’intero genere.

LEGO Worlds

L’idea che sorge spontaneamente a prima vista, è quella che vede fondersi in un unico titolo la lunga serie della LEGO con un altro grande successo videoludico, Minecraft. Se dovessimo risolvere tutto in questa sola affermazione però, ci toccherebbe dire che ciò risulta essere corretto solo in parte, e proprio per questo è preferibile andare per ordine ed occuparsi di quello che nei titoli di Traveller’s Tales è una sezione del gioco parecchio importante, la trama. LEGO Worlds, almeno per il momento, non si porta dietro licenze esterne “famose” come ha invece fatto abbondantemente LEGO Dimensions, ma resta circoscritto sulle produzioni originali interne, quindi City, le Figurines, i Pirati, Ninjago, e tutte le altre ambientazioni che probabilmente alcuni di voi già conoscono per via dei set di mattoncini reali in vendita da anni nei negozi di tutto il mondo. Per questo motivo è sorta la necessità di avere una trama che potesse unire tutte le ambientazioni, ed è qui che in parte entriamo in gioco anche noi. Il nostro protagonista è un astronauta non propriamente fortunato, che per una fatalità (leggasi asteroide) si ritrova catapultato fuori dalla sua navetta, spedito a gran velocità a sbattere la faccia in direzione di un piccolo mondo. Per sua fortuna, anche il razzo su cui si trovava precipita a non troppa distanza da lui, cosa che farà capire immediatamente dove il gioco sta per andare a parare… E’ chiaro infatti che se si vorrà andar via da questo pianetucolo, l’unico modo possibile è quello di provvedere a riparare la navicella, che nella cinematica introduttiva è infatti stata palesemente danneggiata da alcuni meteoriti. Per farlo, si sarà bisogno dei classici mattoncini dorati che abbiamo visto in tutti gli altri titoli appartenenti alla saga LEGO, e che saranno donati dagli abitanti del luogo dopo aver fatto giustamente qualcosa in cambio per loro. E poi… beh… poi sta a voi/noi decidere cosa fare e come andare avanti. Il titolo infatti si riserva solo i primi tre mondi per imbastire il tutorial necessario a cominciare a giocare, per poi lasciarci liberi di esplorare, costruire, smantellare qualunque cosa all’interno del suo universo. Da qui in avanti comincia infatti il divertimento vero e proprio, ma al contempo cominciano anche i problemi…

In LEGO Worlds avremo piena libertà di movimento, di azioni e di attività, che saranno limitate solo dalla nostra creatività

Da quanto si intuisce facilmente quindi, LEGO Worlds non è un classico titolo legato alla ormai storica serie che abbiamo potuto giocare sulle nostre console, ma appartiene ad un genere leggermente differente da quello solito. La nuova creatura di Traveller’s Tales è infatti principalmente un sandbox, in cui avremo piena libertà di movimento, di azioni e di attività, che alla fine della fiera saranno limitate praticamente solo dalla nostra fantasia e dalla nostra creatività. Situazioni simili però possono essere molto rischiose, perché come è possibile immaginare, troppa libertà a volte può degenerare nel caos, ed il caos non è sempre una cosa buona e giusta…
Abituati al gameplay classico dei titoli di Traveller’s Tales e del brand danese, non è strano ritrovarsi un po’ spiazzati una volta terminato il tutorial, proprio perché la mancanza di uno scopo ed un obiettivo, rischia di deviare dalla concezione generale che ogni giocatore ha maturato nel corso delle precedenti avventure, bloccandone di conseguenza anche la motivazione. D’altro canto però, la mancanza di un’occupazione di breve termine toglie l’eccessiva linearità imposta in alcune situazioni, rischiando di catapultare il giocatore da un eccesso ad un altro. Abbandonati dal nostro istruttore virtuale infatti, si corre il rischio di perdersi nei meandri dell’esplorazione e della scoperta di nuovi mondi, lasciando quindi alla crescita ed al proseguimento del nostro apprendistato di costruttori solo un ruolo marginale.

Il punto di partenza però resterà sempre il tutorial, che indipendentemente dalla conformazione dei primi tre mondi su cui è relegato, ci fornirà le basi per poter cominciare la nostra partita. Durante il suo corso impareremo come acquisire degli elementi nella nostra collezione, e quindi come sbloccarli per poterli replicare nel mondo a nostro piacimento. Impareremo (a grandi linee) a costruire da zero un oggetto, ed acquisiremo tutti gli strumenti necessari per poter proseguire in autonomia nella nostra avventura, durante la quale dovremo soddisfare le esigenze ed i desideri dei PNG che incontreremo nel nostro cammino interstellare. Proprio per questo motivo e per comodità di utilizzo, la ruota di cambio personaggio che abbiamo sempre usato in passato ora assume il ruolo di una particolare “cassetta degli attrezzi”, al cui interno potremo trovare tutti gli strumenti a nostra disposizione, ivi inclusi quelli per il copia/incolla di oggetti, il tool per colorare i mattoncini, e persino quello per terraformare i mondi (aggiungendo o eliminando pezzi strutturali del mondo in cui ci troviamo). Quello che sarà usato maggiormente è sicuramente lo Strumento Scoperta, una specie di pistola a raggi che se puntata verso un elemento semplice di qualsiasi genere (personaggio, animale, vegetale, piccolo oggetto) ne aggiungerà la controparte nella collezione. Questo elemento poi, una volta sbloccato con una piccola somma in gettoni, potrà essere replicato all’infinito senza ulteriori costi aggiuntivi.

LEGO Worlds

Un altro strumento interessante è chiaramente quello della costruzione libera, che vi permetterà di ammassare mattoncini a vostro piacimento senza nessuna limitazione, se non quella relativa alla tipologia di pezzi a vostra disposizione. Per incrementare la vostra collezione, vi toccherà aspettare che qualche Guastafeste sbuchi fuori dal terreno (i mostriciattoli che corrono in giro con dei mattoncini in mano), in modo da catturarli e farvi consegnare così i nuovi modelli. La loro comparsa è casuale, ma abbiamo notato che molto spesso si fanno vedere subito dopo l’aver portato a termine una missione. Ovviamente alcuni pezzi di base saranno già disponibili nel vostro catalogo, permettendovi quindi di cominciare a creare i vostri capolavori in qualsiasi momento.

La generazione dei vari mondi/livelli di gioco è procedurale, che per i non addetti equivale a dire che ogni mondo in ogni partita risulterà essere differente da quello precedente. Ogni mondo avrà bene o male una porzione di terra e di acqua su cui potremo incontrare personaggi ed animali di varia natura, che saranno immersi nelle ambientazioni che in parte vi abbiamo già citato. Alcuni di loro, dopo averci affidato un particolare compito, potrebbero premiarci con un utilissimo mattoncino d’oro, che ci permetterà di proseguire nel titolo riparando la nostra navicella, sbloccando mondi sempre più grandi ed accessori utili alla nostra sopravvivenza, ed ovviamente facendoci anche da “esperienza” per il nostro cammino da maestri costruttori.

E’ qui però che il gameplay del titolo comincia a dare i primi cenni di cedimento, perché anche dopo pochissimi mondi, le ambientazioni, le quest ed i personaggi cominciano a ripetersi anche troppo frequentemente, ed il gioco di base infatti si trasforma pesantemente in un rinse and repeat in cui ci si limita a visitare nuovi mondi, cercando oggetti e raccogliendo mattoncini dorati.

Troppo presto il gioco di base infatti si trasforma pesantemente in un rinse and repeat in cui ci si limita a visitare nuovi mondi, cercando oggetti e raccogliendo mattoncini dorati

Durante la nostra esperienza per esempio, ci è capitato di trovarci su un mondo in cui ben cinque PNG ci hanno richiesto, come quest da completare, la costruzione di una particolare gabbia di contenimento di cui non avevamo ancora recuperato il progetto. Ciò ci ha in parte bloccato, e ci ha impedito di conquistare gli eventuali mattoncini che tali committenti ci avrebbero potuto donare.

Al pari di questa problematica, ci siamo accorti che due delle tipologie di quest più frequenti, risultano essere un tantino rognosette. Ci riferiamo ovviamente a quelle di tipo fotografico e di quelle “di salvataggio”, in cui un povero personaggio è alle prese con un gruppo più o meno nutrito di nemici che gli vogliono fare “il mattoncino”… Per quanto riguarda le prime, non parliamo di una problematica vera e propria, ma più che altro di una defezione del tutorial live, che non indica con precisione la combinazione dei tasti necessaria al passaggio alla modalità fotografica. Le quest che abbiamo definito come “di salvataggio” invece, come anticipato, sono quelle che vedono un PNG minacciato da zombie, banditi e compagnia bella, e sono quelle a più alta percentuale di fallimento. Qui infatti le cose si fanno più complicate, in primis perché ci sarà poco tempo per eliminare tutti i nemici, e poi perché oltre a dover evitare di essere sconfitti, si dovrà anche impedire che il personaggio in pericolo non venga a sua volta riempito di botte. In caso contrario, come avrete capito, la quest risulterà essere fallita, e ci vorrà un bel po’ di tempo perché essa possa respawnare dando nuovamente una possibilità di completamento. Questo meccanismo evidenzia sfortunatamente una lacuna del sistema di combattimento, che risulta infatti essere meno equilibrato rispetto a quello visto nei precedenti e più canonici titoli LEGO, soprattutto se si tiene conto del fatto che gli avversari pronti a minacciare la conquista del prezioso mattoncino sono spesso e volentieri più forti e resistenti del personaggio che controlliamo.

LEGO Worlds

Quello che di buono ha aggiunto LEGO Worlds all’esperienza del brand, è sicuramente la nuova gestione del multiplayer. Qui sarà infatti possibile collaborare con i propri amici sia in multiplayer locale (che già conosciamo da tempo), che in multiplayer online (finalmente), dove sarà possibile unire le proprie forze per costruire creazioni sempre più grandi, più imponenti e più spettacolari. Le modifiche fatte dai nostri amici potranno essere permanenti nei nostri mondi, oppure solo temporanee in base alle nostre impostazioni di gioco, che potremo modificare a nostro piacimento nei momenti di calma. Un’altra feature interessante è invece la gestione della visuale, che adesso, oltre ad avvicinarsi ed allontanarsi dal nostro protagonista, switcherà fino ad arrivare ad una visuale in prima persona, portandosi dietro di conseguenza eventuali pro e contro della cosa.

Entrambe sono delle novità apprezzabilissime, ma che a nostro avviso non sono probabilmente sufficienti a far fare al titolo quel passo in avanti sufficientemente grande da lasciare il segno. Alcune scelte tecniche del gameplay poi non ci hanno convinto totalmente, ed infatti avremmo preferito qualche giro di vite più incisivo in alcune sezioni. Una delle cose che per esempio ci sono sembrate troppo permissive, è stata quella di poter replicare all’infinito i modelli catturati con lo Strumento Scoperta, che in pratica ci concede un’infinita scorta di mattoncini, da impiegare in qualsiasi modo ci possa venire in mente, ivi incluse le creazioni libere richieste dai PNG in alcune missioni. Secondo noi sarebbe stato più giusto imbastire una sorta di “magazzino” dei mattoncini, che dovrebbe rimpinguarsi per esempio quando si smonta o si rimuove qualche oggetto/creatura presente sul mondo di gioco, ed a cui si potrà attingere come risorsa quando invece si creeranno determinati oggetti, animali e via di seguito. Una gestione un po’ più realistica quindi, che magari affiancata ad alcune meccaniche ereditate dai precedenti titoli (che in questo sono state in parte abbandonate), avrebbe potuto creare il giusto equilibrio tra difficoltà, realizzazione ed impegno necessario, portando ad un risultato finale forse più obiettivo.

L’impatto visivo di LEGO Worlds è come sempre brillante, pieno zeppo di colori e qualitativamente sorprendente

Le delusioni però non finiscono qui, ed infatti una delle problematiche più fastidiose che abbiamo dovuto affrontare, è certamente quella dei continui crash dell’applicazione, che oltre ad essere piuttosto fastidiosi, non permettono il corretto salvataggio della partita, traducendosi quasi sempre in un save corrotto. Per fortuna, quest’eventualità, non distrugge totalmente tutto quello che si è fatto nel gioco, ma grazie al piccolo sistema di disaster recovery, limita i danni alle ultime azioni, conquiste, e mattoncini d’oro sbloccati (NdR: e meno male, che sennò altro che razzi spaziali, qua cominciavano seriamente a volare madonne…).

Nonostante l’impatto visivo del titolo sia come sempre brillante, pieno zeppo di colori e qualitativamente sorprendente, la gestione grafica non è immune da qualche intoppo più o meno serio, e non possiamo infatti esimerci dal portare sotto i riflettori il terribile problema dell’effetto pop-up che affligge i mondi. Finché questa problematica si limita a far comparire solo alcuni elementi o personaggi all’ultimo momento, potremmo anche considerarla fisiologica vista la mole di elementi a schermo da dover gestire, ma quando ci si ritrova impossibilitati a proseguire in una direzione solo perché manca completamente il terreno e le relative suppellettili a contorno, allora è un altro brutto paio di maniche. Non neghiamo infatti che la cosa ci ha fatto storcere parecchio il naso, soprattutto per il fatto che tale problematica si è presentata anche sulla PlayStation 4 Pro su cui abbiamo effettuato la prova, e su cui invece davamo per scontato ci fosse una resa decisamente più performante. A questa poi, all’interno delle problematiche visive, facciamo rientrare anche quella relativa alla telecamera, che in alcuni casi comincerà a vivere di vita propria, rendendo quasi impossibile muoversi attraverso passaggi intricati o dungeons complessi.

Conclusioni

Alla fine della fiera, non nascondiamo di essere un po’ combattuti, ma la delusione sembra aver avuto la meglio nei nostri pensieri. Avere la possibilità di costruire in un videogame qualunque cosa ci venga in mente con i mattoncini della LEGO, è un pensiero che bene o male ci è sempre balenato in testa giocando ai vari titoli del brand, ma probabilmente eravamo così accecati dal nostro desiderio da non aver mai soppesato realmente le eventuali conseguenze.

Il risultato finale infatti non si può dire perfetto, e tra un sistema di combattimento all’apparenza monco rispetto al passato, un comparto grafico con visibili buchi, ed una trama praticamente ridotta all’osso, ci sembra che quello che sarebbe potuto essere uno storico passo avanti per la serie, si è invece tradotto quasi in un passo falso. L’unica feature che potrebbe tenere in piedi la baracca è chiaramente la libertà di costruzione e creatività che il titolo dona al giocatore, preferibile alla controparte reale del gioco solo per una questione economica, e che unisce il divertimento della creazione a quello del gioco condiviso, da portare avanti insieme ad amici con la stessa passione per i mattoncini. Per il resto, non ci resta che sperare che i futuri aggiornamenti promessi dagli sviluppatori e le eventuali features aggiuntive, portino nuova linfa ad un sistema che probabilmente al momento è stato un po’ troppo sopravvalutato.

 
  • Good
    Finalmente un titolo come si deve dedicato a Berserk E' possibile sentire tutta la potenza dell'Ammazzadraghi Alcuni particolari del gameplay lo differenziano, in meglio, dagli altri musou Personaggi esteticamente ben fatti, con molta cura nelle espressioni, ma...
  • Bad
    ...c'è ancora qualche difetto grafico Essendo un musou, a lungo andare può annoiare un po' La telecamera resta sempre uno dei talloni d'Achille
  • 6
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