Colonia – Di platform bidimensionali ne abbiamo visti a bizzeffe negli ultimi anni, quasi a sancire un certo ritorno di fiamma, o una lettera ad un’amore mai realmente finito. Light Fall, realizzato dai canadesi di Bishop Games, ne è un nuovo esponente, e alla gamescom abbiamo avuto modo di provarlo. Ci siamo quindi gettati, pad alla mano, nel mondo misterioso di Numbra.
Un mondo visivamente affascinante, quasi fosse sempre sull’orlo del crepuscolo. Una luce soffusa, illumina gli sfondi bellissimi disegnati a mano dal team. Di fronte a noi invece, la penombra del nostro piccolo esserino, che dovrà farsi strada tra le numerose insidie di Numbra per riportare la luce al suo popolo. E così Stryx, un curioso e anziano gufo, inizia a raccontarci di queste terre, degli dei che ne hanno calpestato le fondamenta prima di noi, e della necessità di incamminarsi verso chissà dove. Un viaggio bidimensionale tutto all’insegna del platform, con dei movimenti ed un certo feeling di gameplay che ci hanno ricordato a più riprese quanto visto in Ori and the blind forest, ma che non compromette una certa originalità da parte di Light Fall.
Oltre a movimenti naturali come salti e l’aggrapparsi con velocità sul muro a più riprese, dove Light Fall stupisce è nell’affiancare al nostro personaggio un piccolo “shadow cube”. Un vero e proprio cubo che potrà essere utilizzato (fino ad un massimo di un paio di volte) come piattaforma o come ostacolo tra noi e qualche aggeggio mortale che si frapporrà tra noi e l’agognato traguardo.
Abbiamo quindi sfruttato il cubo, con un tempismo estatico, per superare una distesa acquatica dalle piattaforme decisamente troppo piccoli, lanciandoci in corsa con la nostra creaturina. Oppure abbiamo utilizzato il cubo per superare alcuni laser irremovibili. Light Fall da il meglio di sé proprio in queste sezioni, con una grande enfasi sulla velocità d’azione e sui riflessi nell’utilizzare (spesso in modo creativo) il proprio cubo. E’ un’idea di platform molto affascinante e divertente, ed i ragazzi canadesi (il team è piccolissimo) sembrano sapere il fatto loro, con una direzione artistica, fatta di contrasti e colori notturni con luminescenze, che regalano uno spettacolo visivo da mozzare il fiato.
Nonostante tutto il gioco ci è sembrato bisognoso di altro tempo, non tanto per gli aspetti che fanno da contorno all’esperienza, quanto per il gameplay in sé. Con gli elementi base al loro posto infatti, Light Fall si dimostra ancora da bilanciare nell’utilizzo dello shadow cube, e in generale negli equilibri che ne regolano il level design, o i tutorial stessi. E’ in generale un titolo che ha ancora bisogno di essere rifinito con precisione, nonostante una prima impressione assolutamente affascinante.
In conclusione
Light Fall è un titolo indipendente dal grande fascino e dalle buone idee. Ci ha divertito, e affascinato con la sua direzione artistica e la sua “narrazione” da fiaba, con il gufo Stryx e la sua goffa voce ad accompagnare i nostri salti per lo splendido e misterioso mondo di Numbra. Il gameplay è derivativo, ma lo shadow cube è una buona idea e funziona, sebbene siano necessari dei tweak e un bilanciamento nel level design, che soffre di una certa ingenuità a tratti.