19 Ago 2016

Little Nightmares – Anteprima gamescom 2016

Colonia – L’immaginazione è amica della paura, soprattutto da bambini: il buio diventa di colpo un muro invalicabile, perché al suo interno potrebbe nascondersi di tutto. Piccoli incubi, che spesso ricordiamo con un sorriso ma che ci terrorizzavano, scendevano lungo la spina dorsale e richiedevano per i meno orgogliosi il tempestivo intervento di “mamma e papà”.

Little Nightmares, nuova IP di Bandai Namco sviluppata da Tarsier Studios, vuole raccontare proprio questo: piccoli incubi di una ragazzina con un impermeabile giallo, che dovrà sfuggire alle “Fauci”, una grande e misteriosa imbarcazione abitata da anime malvagie in cerca della loro prossima cena. Un po’ crudo, non trovate? In quel di Colonia abbiamo provato per la prima volta questa stravagante esperienza, scopritela con noi!

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Pad alla mano, le sensazioni provate di fronte allo schermo sono state molteplici: le Fauci, la misteriosa nave prigione in cui la nostra protagonista Six si ritrova, è un incubo in costante movimento. Un buio e tetro microcosmo in cui le paure si ampliano agli occhi dell’immaginazione. Per questo motivo gli sviluppatori hanno pensato all’ambientazione come un’esagerazione, un costante e grottesco mostro che viene alimentato dall’immaginario e dalle paure che hanno dato vita ai nostri incubi nei nostri primi anni di vita.

La scalata della nave non è quindi compito facile, anzi: le creature che vogliono metterci i bastoni tra le ruote sono tante, e in questa breve prova abbiamo avuto modo di conoscerne una di queste. Un cuoco, grasso, deforme, dal passo pesante e dal respiro affannoso ossessionato dal cibo, costantemente impegnato a cucinare pietanze disgustose e, ovviamente, ricche di carne (di dubbia provenienza). Un incubo vivente, alimentato anche dalla fragilità della nostra Six, che si muove secondo i paradigmi dei platform 2D (in uno spazio tridimensionale), spostando e afferrando oggetti e sporgenze, saltando e interagendo con l’ambiente per superare alcuni puzzle ambientali.

Quando necessario poi, sarà importante sfruttare l’accovacciamento (stealth) e l’ambiente circostante per aggirare i nemici, insormontabili demoni che la nostra Six proprio non può sconfiggere. Siamo genuinamente rimasti paralizzati per qualche secondo di fronte a quell’orribile scena, la cucina era orribile, e il Cuoco non da meno. L’atmosfera c’era tutta, il battito cardiaco di Six palpitava all’impazzata: le sensazioni horrorifiche provate giocando Little Nightmares sono entusiasmanti, e i piccoli jump scares piazzati qua e là aiutano senz’altro a terrorizzare il giocatore di tanto in tanto. Estremamente positivo anche l’aspetto visivo, che oltre ad una direzione artistica ispiratissima ha dalle suo un buon motore ed un’ottima presentazione, con un fantastico uso delle luci, delle texture abbastanza dettagliate e delle animazioni piuttosto riuscite.

Little Nightmares è già storia

Little Nightmares ci ha stupito in positivo: l’impostazione non è affatto originale, ma la storia raccontata potrebbe essere assolutamente pregevole, immersa com’è tra l’incubo e la fantasia, tra l’horror e il fantasy e tra una serie di ispirazione che rendono l’esperienza più caratteristica di quello che traspare. Il gameplay appare ad un primo impatto semplicistico, ma le situazioni in cui saremo portati ad utilizzarlo appaiono già da ora incredibilmente tese e terrorizzanti, andando a centrare in pieno uno degli aspetti principali dell’esperienza Tarsier Games.

Bello da vedere ed ascoltare, Little Nightmares si pone come una delle sorprese di questa gamescom, e per farlo è bastata una bambina con un impermeabile giallo, un fiammifero ed una cucina distorta e malata. In poco meno di 10 minuti, la nuova IP di Bandai Namco è già storia.

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