little nightmares secrets of the maw.
17 Lug 2017

Little Nightmares: Le profondità – Recensione

Sarà stata la sua visionarietà folle e a tratti spietata, dall’inconfondibile profumo dell’infanzia grottesca filtrata sotto la lente di Tim Burton o Guillermo del Toro; sarà stata la sua colonna sonora, tanto malinconica quanto cupa ed agghiacciante; sarà stata la sua protagonista, quel piccolo mucchietto d’ossa avvolto in un impermeabile giallo, sola contro una nave piena zeppa di incubi ambulanti. Di motivi per aver apprezzato Little Nightmares, lo ricorderete, ne avevamo trovati parecchi: un’opera, quella di Tarsier Studios, metafora riuscitissima dell’incubo infantile e della paura del buio, del terrore di quel mostro nascosto nell’ombra del nostro armadio e pronto a colpirci quanto più siamo vulnerabili. Little Nightmares è stato indiscutibilmente una delle sorprese del 2017 nell’ambito dell’horror platform, abile sì nel trarre ispirazione da mostri sacri quali LIMBO o INSIDE ma, allo stesso tempo, di delineare una propria identità unica, tratteggiata con un segno così peculiare da renderlo riconoscibile anche a chi con incubi o grottesche creature ha poco da spartire.

Un’avventura breve, quella di Six, costellata di minacce, insidie, ostacoli e nemici letali: un climax memorabile che parte dai piani bassi delle Fauci, bagnarola galleggiante del terrore – che nasconde segreti ben più inquietanti degli ospiti che reca a bordo, per poi concludersi nei piani alti, quelli lussuosi e arredati con gusto, dove chiudere i conti una volta per tutto con le proprie paure e angosce. Non che Little Nightmares fosse il tradizionale titolo di chiara lettura: la trama volutamente ermetica, l’indecifrabilità di alcuni passaggi e, purtroppo, un finale che scivola via troppo velocemente lasciando spazio a decine di dubbi e un paio scarso di certezze, non potevano certo non essere notate dagli amanti del titolo Tarsier. Appassionati che, da oggi, potranno approfondire i segreti di questa inquietante avventura con Secrets of the Maw, trittico di DLC  “paralleli” all’avventura principale di Six che, da qui al prossimo gennaio, mira a far luce sui quesiti più assillanti relativi al titolo Tarsier: da dove arrivano Le Fauci, chi le comanda e, cosa più importante di tutte, perché proprio i bambini…

little nightmares secrets of the maw

Le Profondità è dunque il primo del terzetto di DLC (disponibile già da ora nel formato Season Pass ad un costo di 9.99€), di cui torneremo a parlare il prossimo novembre con Il Nascondiglio per poi concludere il prossimo gennaio, ferme restanti le attuali pianificazioni di Namco Bandai, con un epilogo ancora sprovvisto di nome. Abbandonati i panni della “tenera” Six ci ritroveremo ora a muovere il Fuggiasco, altro prigioniero della spietata imbarcazione tutto tranne che intenzionato a trasformarsi nella portata principale del banchetto dei piani alti. Un personaggio ancora una volta misterioso, che nasconde costantemente il proprio volto dietro un enorme ciuffo e, nonostante la presunta giovane età, non sembra per nulla impressionato da quanto i piani bassi delle Fauci hanno da offrire. Questo perché, come suggerito dallo stesso titolo di questo primo episodio, la quasi totalità dell’azione andrà a svolgersi in direzione opposta a quanto assistito in compagna di Six, con l’accesso ai piani più bassi della nave in un tentativo, forse ancor più disperato, di evasione.

I lussuosi salotti decadenti e le stanze della Signora lasciano dunque spazio a scenari più lugubri, sporchi e abbandonati, da un lato privi della varietà a cui il titolo principale ci aveva abituati ma, dall’altra, in grado di veicolare e fomentare ulteriormente quella sensazione di pericolo, di costante oppressione che grava sulle spalle del nostro giovane alter ego. Seppur dunque meno “particolare” da vedere, il setting de Le Profondità è perfettamente funzionale al proprio scopo: rumori tonfi che rimbombano all’infinito nei lunghi corridoi, un’umidità cosi opprimente che pare quasi di respirarla, disordine e abbandono che sembrano preludere alla più totale solitudine. Lo scenario perfetto per una fuga facile facile, direte voi: non fosse che, come sempre in questi casi, si finisce per fare i conti senza l’oste.

Da dove arrivano Le Fauci, chi le comanda, e soprattutto, perché proprio i bambini?

Oste che, nella fattispecie, assume le sembianze della Nonnina, inquietantissima creatura che proprio nella solitudine dei piani inferiori allagati ha trovato la propria dimora – e che, per la gioia del Fuggiasco, condivide con le letali sanguisughe che tanto ci hanno fatto penare ai tempi di Six. Una creatura sfuggevole, che predilige le acque torbide e stagnanti per sfuggire all’occhio umano. E per attaccare indisturbata quando meno lo si aspetta, ovviamente. La Nonnina è un po’ la regina degli Abissi delle Fauci: un essere onnipresente seppur visibile solo di rado, magari puntando la torcia in corrispondenza di uno specchio d’acqua stagnante, ma non per questo meno pericolosa.

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Parlando di gameplay nudo e crudo, duole notare non solo come Le Profondità eviti di allontanarsi anche di un solo centimetro dal solco tracciato a proprio tempo da Little Nightmares, ma riduca ulteriormente l’esperienza ludica, già minata da una longevità complessiva inferiore (e non di poco) all’ora, ad un semplice platforming lineare privo di enigmi degni di nota. In questo primo DLC ci si muove da un lato all’altro degli scenari evitando sanguisughe o, in alcune occasioni, calibrando salto e tempismo per non finire ammollo “a tiro di Nonnina“: si tirano leve, si sposta qualche cassa per facilitare l’attraversamento di piscine pericolose, ma nulla che richieda un consumo di materia grigia superiore ai venti secondi. Il che, alla luce di quanto fatto da Tarsier nel capitolo maggiore, è un peccato non da poco. Al netto di un ritmo decisamente più veloce rispetto a quanto visto con Six (un fattore, questo, che lima in modo drammatico tanto la componente “stealth” dell’avventura quanto, e soprattutto, la sensazione di oppressione che avremmo voluto tornare a respirare), il grosso dell’avventura del Fuggiasco si snoda a pelo d’acqua, saltando o nuotando da un appiglio all’altro prima che la mano di Nonnina arrivi ad afferrarci o, in alcuni casi, a scaraventarci giù dalle piattaforme, verso un epilogo non certo felice.

Se dunque la fuga verso la salvezza del Fuggiasco sembra avere i connotati di una vera e propria corsa a ostacoli, la nota più dolente di Le Profondità è tuttavia quella che suona all’interno della propria sinfonia narrativa. A malincuore, lo ammettiamo, ma siamo ben lontani dal concetto di “ermetismo” che caratterizzava Little Nightmares: dopo i quaranta minuti scarsi di gioco che ci hanno condotto al primo dei tre epiloghi, i dubbi che avevano accompagnato i primi passi del Fuggiasco non solo non son stati risolti, ma nemmeno minimamente accennati. Le Profondità non aggiungono nulla, in termini di sceneggiatura, a quanto di buono tratteggiato da Six, salutandoci da qui ad un paio di mesi con le stesse incertezze, le perplessità e la curiosità morbosa di saperne di più che avevamo quando, un po’ troppo frettolosamente, avevamo salutato la misteriosa fanciulla dall’impermeabile giallo. Certo, stiamo pur sempre parlando dell’ouverture di un trittico che, auspicabilmente, avrà tutto il tempo necessario a svelare il proprio mistero: ma dopo tutto questo tempo, avremmo gradito un ritorno a bordo delle Fauci decisamente più memorabile.

Conclusioni

Con questo Le Profondità, l’esperimento di Little Nightmares: Secrets of the Maw parte un po’ a rilento, gettando sul piatto della bilancia un nuovo personaggio e delle idee interessanti (anche in termini di “interazioni” con l’avventura di Six), sfruttate tuttavia in modo soltanto parziale e per certi versi frettoloso. L’universo di Little Nightmares si espande, ed è indiscutibilmente un bene, ma l’incipit narrativo del Fuggiasco e di questa seconda disperata fuga da un universo ancor più agghiacciante e pericoloso funziona solo a metà, scivolando letteralmente tra le dita in poco meno di 50 minuti (qualcosina in più, voleste stappare tutte e cinque le bottiglie segrete nascoste) senza regalare emozioni forti o passaggi memorabili.

Le potenzialità non mancano: dallo scenario inospitale e decisamente più tetro del solito passando alla Nonnina, inquietantissima presenza che pare ascoltare ogni nostro passo, gli ingredienti alla base di una ricetta convincente non mancherebbero. Mancano però spunti di gameplay validi, come degli enigmi all’altezza del capitolo principale, così come non si vede l’ombra di una narrativa di rilievo – stavolta, a malincuore, troppo atona e distaccata. Il meglio, presumibilmente, arriverà nei prossimi mesi coi due DLC rimanenti: di sicuro, il viaggio per la salvezza del Fuggiasco avrebbe potuto partire sotto una stella migliore.