Lost Judgement è figlio di Yakuza, o meglio, il secondo figlio dell’incredibile serie di Toshihiro Nagoshi e Sega. Uno spin-off nato dalla volontà di raccontare qualcosa di più di quel Giappone così realistico e vivo della serie Yakuza. Via la yakuza, le dispute familiari e gli intrighi del sottobosco criminale. Judgement nel 2018 voleva raccontare le peripezie di un ex avvocato, ora detective, all’interno del sistema giudiziario giapponese.
Lo faceva con uno stile sicuramente più realistico della serie principale, ma senza rinunciare a quel gusto eccentrico e over the top tanto caro a Nagoshi-san. Dopo 4 anni siamo già arrivati al seguito, Lost Judgement, che si pone l’obiettivo di limare alcuni elementi del primo capitolo, portando l’agenzia Yagami a scontrarsi con un nuovo, complesso caso giudiziario. Negli ultimi giorni le ore spese per le strade di Kamurocho e Yokohama sono state tantissime, quale sarà il verdetto?
Nonostante Lost Judgement sia di fatto un seguito, è piuttosto interessante vedere come il team sia riuscito a non alzare un muro verso chi non ha giocato l’originale. Judgement è un titolo che consigliamo senza dubbio, ma con la scusa di giocarlo sulle console di nuova generazione, non è così stramba l’idea che qualcuno possa volersi approcciare a questo seguito un po’ alla cieca. Per questo è bene sottolineare come Lost Judgement racconti una storia tutta nuova, che dà chiaramente per scontato tutto il viaggio emotivo del primo capitolo. Soprattutto per il nostro protagonista, il detective Yagami. Ex avvocato, si è reinventato detective dopo un efferato omicidio, che è il fulcro di tutto l’intreccio dell’originale Judgement.
La capacità di Lost Judgement di raccontare i suoi personaggi e la sua storia è uno degli elementi più forti dell’esperienza
Risoluto, determinato e con un forte ideale di giustizia, Yagami si conferma un personaggio carismatico e con cui si riesce a stabilire un contatto sin dai primi momenti. La scrittura in questo senso è ottima, riuscendo fin da subito a calare il giocatore in un turbinio di eventi ed emozioni, anche senza punti di ancoraggio pregressi dovuti alla conoscenza delle dinamiche tra personaggi o degli eventi del precedente capitolo. Oltre a Yagami ritornano però proprio tutti, dallo studio legale Genda a Kaito, ma anche a qualche inaspettato ritorno dal passato. La capacità di Lost Judgement di raccontare i suoi personaggi e la sua storia è uno degli elementi più forti dell’esperienza.
Il caso di molestie sessuali di Ehara che fa da incipit alla vicenda, insieme all’omicidio di un giovane ragazzo, danno vita ad un intreccio assolutamente incredibile. Sia per costruzione e capacità di gestione dei ritmi con cui il giocatore va scoprendo sempre nuovi retroscena, sia per l’attualità del racconto. Lost Judgement è un gioco moderno, che racconta il Giappone odierno rompendo ogni sacralità. Una brutale e onesta parabola sul bullismo, sulla violenza ma anche sull’inettitudine del sistema giudiziario nipponico. Un gioco che attraverso i suoi personaggi e le sue storie ci fa vivere il Giappone nelle sue contraddizioni, senza mai risultare ridondante o moralista. Una storia moderna per un pubblico moderno, senza mai rinunciare all’estro e all’eccentricità tipica della serie Yakuza.
Lost Judgement è un gioco moderno, che racconta il Giappone odierno rompendo ogni sacralità
Nell’arco dei suoi 13 capitoli, Lost Judgement unisce dramma, poliziesco e una buona dose di umorismo. La struttura in capitoli aiuta tanto il ritmo della narrazione, che può essere intervallata in qualsiasi momento con attività o elementi secondari che si aggiungono mano a mano. Kamurocho e Ijincho, i due quartieri dove sono ambientate le vicende, si dimostrano ancora una volta perfetto teatro per ogni genere di attività. Le missioni secondarie sono tantissime, accessibili dalla bacheca negli uffici di Yagami, così come le attività extra a cui si può partecipare. Sale arcade Sega, bische di scommesse, golf e tantissimo altro. Come al solito, le ore richieste per vivere a pieno Lost Judgement sono in potenza tantissime, ben oltre le venti richieste per completare la storia principale.
Dal club di robotica a quello dei “misteri”, l’ecosistema scolastico con cui si intreccia la narrazione diventa luogo per sfoggiare le storie laterali di Lost Judgement. Proprio come in Yakuza, non mancheranno deviazioni più o meno assurde. Dal ballare col kung fu davanti a una classe, o a costruire robot da battaglia come se fossimo sulla MTV dei giorni d’oro. C’è anche un cane detective, ma questo è un elemento che lascio scoprire a voi.
Lost Judgement è un gioco ricco, per contenuti e per la qualità degli stessi. Solo nelle fasi finali dell’avventura si avverte qualche problema di ritmo, concedendosi qualche brusca frenata in fasi ormai concitate della vicenda. Tutto il resto è però perfettamente incastrato, dimostrando ormai una padronanza assoluta del team sulla loro formula.
Il sistema di combattimento è in tempo reale, restando ancorato alla visione originale di Yakuza. Yagami può tirare pugni a destra e manca, secondo diversi stili di combattimento. Oltre alla Tigre e alla Gru, si aggiunge quello del Serpente. Più riflessivo e tecnico, questo stile punta tutto sui contrattacchi e sulla capacità di disarmare i nemici. Poter cambiare stile in tempo reale permette di adattarsi ad ogni occasione, in un crescendo di follia tipico del team.
Pronti a picchiare gangster coi barili industriali? Non vedete l’ora, lo so. Pur non introducendo chissà quale innovazione, Lost Judgement propone moltissime abilità da sbloccare per migliorare e imparare nuove mosse. A difficoltà più elevate padroneggiare combo, parate e contrattacchi diventa fondamentale, dimostrando quanto questo gameplay sia accessibile ma anche profondo, per chi ha tempo ed energie da dedicargli.
Lost Judgement è un gioco ricco, per contenuti e per la qualità degli stessi
Dove Lost Judgement convince meno è negli elementi di contorno, come le sezioni stealth o le indagini sul campo, dove il giocatore dovrà trovare indizi con una visuale in prima persona.
Sono elementi che aggiungono varietà al loop di gameplay, ma che si rivelano fin troppo guidate e lineari per risultare davvero appaganti. Non mancano sezioni più riuscite di altre, sia chiaro. Più interessante è il parkour, che aggiunge fluidità e più dinamicità alle esplorazioni degli ambienti, permettendo a Yagami di arrampicarsi e saltare per palazzi o travi di sorta. Non è Assassin’s Creed, ma ha il suo perché.
Lost Judgement è un’esperienza ricca, ma equilibrata. I suoi difetti sono inezie, rispetto alla grandiosità di quanto proposto su schermo nelle sue decine e decine di ore. La formula è derivativa e meno fresca di Yakuza: Like a Dragon, ma poco importa quando la qualità è così alta. Un thriller legale di grande spessore, ottimamente recitato in lingua inglese e con un cast carismatico ed estremamente cinematografico. Una storia moderna, che scava nello sporco della società per ricercare un ideale di giustizia assoluto. Appagante ed emozionante, anche quando intervallato da sezioni di botte e attività secondarie. Il gameplay e l’esplorazione sono stati impreziositi da nuovi elementi, e sebbene non tutti siano poi così interessanti, permettono al gioco di avere una buona varietà per spezzare la ripetitività di un loop di gameplay ormai rodato e ben noto. Su PS5 poi è bellissimo da vedere, con i suoi suggestivi scorci cittadini. Kamurocho non si scorda mai, come anche la più tranquilla e periferica Ijincho. Dimenticabile invece il supporto al Dualsense, quasi impercettibile. Fa nulla, Lost Judgement resta un ottimo videogioco. |