San Francisco – Speravamo di mettere le mani su Lost Soul Aside sin dal primissimo annuncio, e per più di un buon motivo: graficamente stellare, era il concentrato di stile e azione del suo sistema di combattimento il vero protagonista delle nostre attenzioni, nonostante si trattasse di una semplice tech demo, anche molto derivativa dal punto di vista estetico, simile a quello che all’epoca era un gioco ancora attesissimo, Final Fantasy XV, realizzata incredibilmente da un solo individuo, Yang Bing.
Di acqua sotto i ponti, da allora, ne è passata: Lost Soul Aside è sempre più vicino ad essere realtà, grazie al supporto di Sony (con il Sony China Hero Project, programma che aiuta i giovani sviluppatori a concretizzare le proprie idee), e ora Yang Bing ha un intero studio di sviluppo a disposizione.
E i progressi si vedono eccome: abbiamo provato la prima demo disponibile del gioco, la stessa mostrata al PSX 2017, contenente un breve combattimento contro nemici comuni, giusto per prendere confidenza con i comandi, e un’intera, estenuante boss fight con un mostro ancora senza nome: lo abbiamo chiesto esplicitamente, ma gli sviluppatori presenti ci hanno altrettanto chiaramente detto che non sono ancora pronti a svelare maggiori info sul lore, assicurandoci al contempo che non dovremo aspettare poi molto…
In attesa di scoprirne di più, vi basti sapere che il primo impatto col gioco è stato devastante, e nel senso buono: il colpo d’occhio è pazzesco, con un Unreal Engine 4 sfruttato egregiamente, e decine di prodezze tecniche su ogni centimetro dello schermo. Schizzi di sangue che ci coprono la visuale per qualche istante ad ogni colpo subito, effetti particellari superlativi, lampi, scie lasciate dal semplice sprint e dal Ghost Dodge, una schivata iper-veloce che rientra tra gli speciali poteri di Kazer, il protagonista (molto somigliante al principe Noctis, oggettivamente), e infine giochi di luce sulle sue armi e sulla corazza del nemico della demo, una mastodontica e agilissima creatura appartenente alla razza Arena, con cui Kazer si è misteriosamente e accidentalmente “fuso” ed è ora in cerca di cristalli proprio per questo motivo. La velocità di esecuzione dei colpi, così come i riflessi richiesti al giocatore per padroneggiare il frenetico e folle combat system, non lascia scampo, complici anche degli inscalfibili 60 fps, che a simili ritmi sono fondamentali non solo per un fattore estetico, ma anche e soprattutto per quanto concerne il gameplay. Precisione, schivate, scelta del tipo di attacco giusto (tra uno lento, uno pesante e le rispettive versioni “caricate” tenendo premuto il tasto), combo via via più complesse, le cui diramazioni diventano tentacolari nel momento in cui viene gettata nell’equazione la facoltà di poter cambiare al volo, anche nel mezzo di una combo, l’arma, scegliendo una delle tre (almeno tra quelle disponibili in questa demo: non sappiamo ancora come verrà gestito l’inventario nella versione definitiva). Ce n’è una viola lenta e pesante, ma devastante, una gialla, più rapida, e una di colore blu, posta nel mezzo, e ognuna gode di moveset, ma soprattutto di attacchi caricati ad hoc. C’è infine il devastante Dragon Bite, inferto da quello che sembra un “famiglio” che segue pedissequamente Kazer, attivabile accumulando una speciale barra.
Insomma, più che gli automatismi di Final Fantasy XV, Lost Soul Aside deve molto più a giochi come Devil May Cry, agli “stylish action”, ma allo stato attuale, per quanto esaltante, il ritmo forsennato dei combattimenti va spesso a compromettere l’esito degli stessi, con colpi che ancora non vanno sempre a segno, e una difficoltà di lettura dell’azione che rischia di confondere e disorientare. Non il massimo quando il boss che ci si trova davanti è dannatamente resistente agli attacchi e agilissimo, oltre che dotato di un vasto catalogo di moveset per le sue varie fasi, in cui passa da goffe ma letali schiacciate, fino ad evocare barriere distruttive e persino delle spade. Alcuni suoi attacchi, inoltre, ci sono sembrati semplicemente impossibili da evitare, segno che UltiZero deve ancora lavorare sul delicato bilanciamento che un gioco così votato all’azione richiede.
Tra un combattimento à la Devil May Cry e una direzione artistica à la Final Fantasy XV, UltiZero deve spingere l’acceleratore in fatto di personalità, permettendo così a Lost Soul Aside di risplendere per i suoi innegabili pregi, dal comparto tecnico/grafico fino alla sua esaltante frenesia. Anche quest’ultima, comunque, necessita di una sistemata, in quanto alcuni frangenti sono un po’ troppo confusionari, e contando la volontà da parte del team di offrire boss fight lunghe ed estenuanti, il rischio frustrazione rischia di essere dietro l’angolo. Una cosa è certa: questa brevissima prova non ha fatto altro che aumentare il nostro desiderio di mettere le mani su Lost Soul Aside.