Sulla sabbia cocente, tra un accampamento e l’altro, o tra un container contenente chissà cosa e l’altro, è il prezioso veicolo di Max, potenziabile tramite la ferraglia sparsa un po’ ovunque o da lootare dai cadaveri, ad essere il protagonista: che si tratti di velocizzare gli spostamenti, di inseguire qualche VIP della fazione nemica apparso casualmente, o di assaltare un plotone di Warboys (e anche difendervi dallo stesso) che vi circonderà all’improvviso, potrete contare sulla leggendaria macchina, sul sistema di guida esagerato e arcade, e sull’armamentario che porta con sé: abbiamo potuto provare lo shotgun, col quale mirare manualmente o automaticamente sia contro gli avversari più arditi che hanno provato ad assaltare il nostro veicolo, sia contro i singoli punti deboli dei loro mezzi, dal serbatoio alle ruote, con reazioni sempre molto coerenti, oltre che spettacolari da vedere. Fuoco e fiamme, sabbia, esplosioni e distruttibilità saranno il pane quotidiano di ogni quest e di ogni secondo passato nella Wasteland, e Avalanche, forte di un engine eccellente (lo stesso di Just Cause 3, come detto), non può far altro che mostrare orgoglio per quel che è riuscita ad ottenere.
C’è poi un fucile da cecchino utilizzabile dal retro del veicolo (impossibile da impugnare a piedi), e soprattutto l’arpione (simile al rampino di Rico Rodriguez), utile per sradicare torri o persino per aprire cancelli e container (contenenti scrap metal o collezionabili come note sulla trama), garantendo inoltre l’accesso, una volta potenziato, a fortezze ed accampamenti in un primo momento impenetrabili. A proposito del potenziamento, ci siamo divertiti a customizzare (tramite l’apposito menu) la Magnum Opus, sia esteticamente che in termini di prestazioni, tra armature, turbo e altre “stats” ancora bloccate (idem per il protagonista). La semplicità e comodità del tutto, oggettivamente, stona un po’ con l’atmosfera sofferente e decadente, così come il respawn del veicolo una volta distrutto, ma per gli amanti del realismo tout court, abbiamo notato delle chicche niente male: in primis, per utilizzarla vi servirà benzina, da depositare sul retro e da portare con sé per ogni evenienza, mentre alcuni elementi vanno cercati in giro (in una delle due missioni ci è stato chiesto di cercare un V8 da installare), quindi sarà curioso vedere come andranno sbloccati i potenziamenti migliori. Per ripristinare l’energia, Max potrà bere acqua, riempiendo una borraccia in punti appositi, col costante rischio di restare a secco, mentre lo strano individuo che ci segue e alberga sul retro della Magnum, si occuperà di ripararla ogniqualvolta scenderemo, in modo da farcela trovare sempre in forma smagliante e donando un pizzico di coerenza post-apocalittica al tutto.
La seconda demo, per dovere di cronaca, ci ha invece visto girovagare a caccia di informazioni per cercare un accampamento nemico, nel quale scatenare un bel po’ di casino. Dopo qualche combattimento, il buon Max (e noi con lui) ha risolto la situazione grazie ad un giavellotto tirato con precisione verso una cisterna, innescando l’esplosione di un intero giacimento di petrolio, in un’estasi di fiamme e detriti da manuale.
La missione di Avalanche non è per nulla semplice, ma quel che ha mostrato fino ad ora di Mad Max rema certamente a suo favore: il gioco si presenta interessante ed eccitante in fatto di collaudato combat system, comparto grafico di alta qualità e sequenze esplorative a bordo della Magnum Opus, il cui problema principale risiede nella gestione della telecamera durante i combattimenti con più di due veicoli, che rischiano di diventare confusionari e frustranti, soprattutto per via di controlli non così facilmente assimilabili.
È però la narrazione ad essere attesa al varco: la difficoltà dei titoli su licenza, sopratutto quelli che provano a dire la loro, sta nel creare un apparato di missioni e sottomissioni legate da un filo unico coerente ed intrigante, che oltre a non potersi permettere di snaturare l’opera originale, deve anche proporre, al contempo, qualcosa di nuovo. Avalanche è sicuramente un team valido, ma il suo punto di forza è stato sempre e solo il gameplay: riuscirà nell’impresa, tenendo soprattutto conto del fatto che a distanza di tre mesi, un altro dei suoi studios interni sfornerà un altro attesissimo AAA?
Quel che abbiamo provato, in ogni caso, resta un concentrato di follia, esplosioni e adrenalina, ed è questo ciò che conta.
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