News 02 Dic 2015

Magic Soul – La storia degli eldrazi

…un pericolo senza fine!

Bentornati lettori in un nuovo articolo di Magic Soul, la rubrica di GameSoul che parla di Magic the Gathering. Recentemente l’ambientazione di Magic ci ha portati su Zendikar a seguire le vicende di Gideon, Jace e Nissa contro gli eldrazi. Kiora li voleva distruggere con il bidente rubato a Thassa, Gideon e Nissa li hanno combattuti per riconquistare Portale Marino e Jace ha consigliato di imprigionarli nuovamente in attesa di trovare il modo per fermarli definitivamente. Sono tutti uniti contro questi esseri giganteschi (con le dovute eccezioni) e sono considerati la minaccia più letale di tutto il Multiverso. Ma effettivamente chi sono gli eldrazi e qual è la loro storia? Andiamo a scoprirla insieme!

Il multiverso e il titano

Per raccontare una storia generalmente si parte dall’inizio, ma con gli eldrazi un vero e proprio inizio ancora non lo conosciamo, pertanto comincio a raccontare dalla prima apparizione degli eldrazi conosciuta: 5000 anni fa. Il Multiverso che conosciamo oggi è cambiato moltissimo nel tempo, nel corso del quale si sono succeduti eventi, personaggi e planeswalkers. Circa 5000 anni prima della Battaglia per Zendikar a Portale Marino, molti piani erano diversi da come li abbiamo conosciuti. Ravnica ad esempio festeggiava i cinquemila anni del primo Patto delle Gilde e su Theros si venerava, tra le altre, una divinità dell’amore di cui non conosciamo neanche il nome; Alara doveva ancora dividersi nei cinque frammenti e Dominaria era considerata il centro del multiverso. Visto che la Riparazione non aveva ancora avuto luogo, i planesewalkers non erano come ora dei semplici mortali capaci di viaggiare tra i piani, ma veri e propri esseri semidivini in grado di compiere gesta incredibili come la creazione artificiale di interi piani.
Fin da quest’epoca ormai lontana, Sorin Markov e Nahiri facevano coppia per fronteggiare la minaccia degli eldrazi. Tanti erano stati i piani che avevano visto devastati e ogni volta facevano tutto il possibile per salvarli, ma senza mai riuscirci. Ed è proprio su uno di questi piani senza nome che la storia degli eldrazi ha “inizio”, con Ulamog stagliato all’orizzonte mentre tutta la sua progenie si scaglia sulla popolazione e strappa la vita dal mondo. Sorin e Nahiri combatterono duramente, ma anche con i loro grandi poteri, non poterono nulla contro Ulamog e furono costretti a lasciare il piano prima di finire a loro volta vittima della fame del titano.

Tre è meglio di due

A legare insieme i due planeswalkers era principalmente il senso di protezione per i propri piani natii. Sorin si preoccupava per Innistrad, mentre Nahiri lo faceva per Zendikar. Ma a loro insaputa, non erano gli unici due planeswalkers a essersi resi conto della minaccia rappresentata dagli eldrazi. Anche Ugin, lo spirito drago, aveva visto di cosa erano capaci e si stava prodigando per fermarli. Prima di fare la sua mossa però, Ugin si prese del tempo per studiarli, scoprendo così che gli eldrazi non sono esseri del multiverso, ma provengono dalla cieca eternità, generati dall’energia del mana vorticante e affamati di mana “stabile”. Questi tre immensi esseri non possono lasciare la cieca eternità, in quanto un singolo piano non è sufficiente a contenerli, ma possono concretizzare una loro forma fisica con la quale nutrirsi. Ciò che creano è quindi un’ombra di sé stessi che a sua volta genera altri piccoli eldrazi che distruggono, uccidono e devastano il piano di turno. Le progenie non sono esseri a sé stanti, ma sono un’estensione del titano che li ha generati.
Ugin si manifestò a Sorin e Nahiri, rivelando le scoperte effettuate in seguito agli studi ed esponendo lo stratagemma che aveva architettato. Non era necessario uccidere gli eldrazi, anche perché non si conosce il modo di elminarli definitivamente, ma bastava spingerli a concretizzarsi fisicamente su un piano e lì incatenarli affinché non potessero più nuocere a nessuno. Il Multiverso è infinito, ma i piani al suo interno non lo sono e se gli eldrazi fossero stati liberi di agire, avrebbero consumato ogni forma di vita.

Il piano

Per poter imprigionare gli eldrazi erano necessarie due cose: la magia draconica e un piano ricco di mana. Ugin scartò Tarkir perché troppo piccolo, mentre Sorin eslcuse Innistrad perché non possedeva la quantità di mana necessaria ad attirarli. Nahiri si oppose con fermezza sulla scelta di Zendikar, ma era l’unica opzione disponibile. Zendikar era l’unico piano che conoscevano abbastanza grande da poterli contenere e sufficentemente ricco di mana da poterli attirare. Seppur controvoglia, la litomante si rese conto che il suo piano era anche l’unico dei tre ad avere le carte in regola per sopravvivere agli eldrazi e così iniziarono i preparativi per la trappola agli eldrazi. Nahiri creò gli eldri con la sua litomanzia, Ugin sfruttò la sua magia draconica e la incise su ognuno di essi, mentre Sorin monitorava gli eldrazi e si assicurava che non si avvicinassero a Zendikar prima che tutto fosse pronto.

Imprigionamento

Ci vollero quarant’anni perché fosse tutto pronto. Una rete di edri si estendeva per tutto Zendikar, sovrastando il paesaggio e ricollegandosi completamente al suo centro: l’Occhio di Ugin. Gli edri fluttuavano per il piano con leggiadria, mentre amplificavano l’energia emessa dalle leyline nella speranza di attrarre i tre titani. Emrakul, Ulamog e Kozilek non si fecero attendere e si manifestarono in tutta la loro immensità.
Sorin utilizzò i suoi poteri per fronteggiare la progenie dei titani, mentre Nahiri era rimasta nell’Occhio in attesa del segnale per poter attivare l’edro centrale.
Gli eldrazi iniziarono a consumare Zendikar e il piano reagiva a suo modo scatenando il torbido in tutta la sua potenza. Sorin contrastava la capacità degli eldrazi di risucchiare la vita, mentre Ugin li inceneriva con il suo soffio spettrale. Quando furono in posizione, finalmente il drago planeswalker dette il segnale e Nahiri attivò l’edro. Tutte le rune di magia draconica incise sulle magiche pietre brillarono contemporaneamente e gli eldrazi vennero imprigionati. Tutto era finito. Zendikar era in parte distrutto, ma ancora vivo, mentre la minaccia degli eldrazi era definitivamente fermata. O meglio, così credevano.

Risveglio

Diversi secoli dopo, la prigione s’indebolì e gli eldrazi, affamati come non mai, si liberarono e ricominciarono a divorare Zendikar. I tre planeswalkers però si resero immediatamente conto del pericolo e tornarono sul piano per imprigionarli nuovamente, con la promessa che, se il sigillo si fosse indebolito ancora, si sarebbero ritrovati lì per bloccare nuovamente quei mostri.

Dei

Tempio degli Dei Rinnegati
Rispettivamente: Ula, Emeria e Cosi.

5000 anni passano lentamente e le memorie di quel giorno in cui gli eldrazi attaccarono il piano, si affievolirono, diventando pian piano delle leggende. Le intenzioni degli eldrazi divennero meno chiare e le popolazioni del piano iniziarono a venerare quei mostri imprigionati come vere e proprie divinità. Emrakul, chiamato sia Em che Emeria dai Kor e dai tritoni, era rappresentato come una divinità benevola e vendicatrice. Sulle rovine di Emeria iniziarono a viverci gli angeli e pertanto veniva rappresentata come un angelo guerriero. Kozilek venne soprannominato Cosi, divinità degli inganni e il suo culto divenne proibito per la gran parte delle popolazioni di tritoni. Era rappresentato armato di pugnali nascosti, secondo a Emeria in grandezza. Ulamog infine, il più piccolo, venne soprannominato Ula e divenne la divinità della guerra, rappresentato come un guerriero con tentacoli al posto dei piedi.

Ascesa degli Eldrazi

Le fratture temporali e il Conflux furono tra le principali cause di indebolimento del secondo sigillo di prigionia degli eldrazi. Sorin si rese subito conto della cosa e andò su Zendikar per cercare di porre rimedio, non trovando né Nahiri (guardiana del piano), né Ugin. Si alleò allora con Nissa. Vedendo quei mostri non come una minaccia, ma come una risorsa, Nicol Bolas manipolò Sarkhan Vol, facendolo impazzire e facendo in modo che si trovasse insieme a Jace e Chandra all’interno dell’Occhio di Ugin. Tre planeswalkers avevano applicato il sigillo e l’energia di tre planeswalkers era necessaria per scioglierlo. Fu così che lo scontro tra i tre all’interno dell’Occhio generò l’energia necessaria a sciogliere il sigillo, mentre Nissa, non fidandosi di Sorin, decise di liberare gli eldrazi sperando che lasciassero il piano. Ma nonostante tutto le forme fisiche dei tre titani erano ancora legati a Zendikar e vedendo che non potevano viaggiare su altri piani, Sorin, adirato per il tradimento dell’elfa, lasciò Zendikar al suo triste destino.

All is Dust
Ulamog all’orizzonte.

Battaglia per Zendikar

Liberi dalla loro prigione, gli eldrazi ricominciarono a divorare il mana di Zendikar e Ulamog invase e distrusse Bala Ged, uccidendo tutte le popolazioni elfiche e radendo al suolo Legnotorto e Joraga. Anche Guul Draz subì lo stesso destino e i rifugiati di tutte le nazioni iniziarono a vagare in cerca di una meta sicura. Si diffuse la voce che Portale Marino stava resistendo, così molti superstiti iniziarono a viaggiare in quella direzione, ignari che la città era stata distrutta e conquistata sempre da Ulamog. Curiosamente Emrakul e Kozilek non si macchiarono di distruzioni degne di nota, quasi a far pensare che i due titani avessero lasciato definitivamente Zendikar dopo la distruzione completa dell’Occhio.

Ugin e Jace

Arrivato su Zendikar per aiutare Gideon, Jace si diresse all’Occhio di Ugin, dove trovò lo spirito drago creduto morto (ma ancora vivo in seguito alle vicende di Sarkhan su Tarkir) e si fece spiegare come uccidere quei mostri. Ugin fece allora un esempio che lascia intuire alla peferzione l’essenza stessa degli eldrazi. Immaginiamo di mettere una mano in una pozzanghera. Ora immaginiamo che quella mano venga inchiodata sul fondo della pozzanghera. Noi non potremo togliere la mano e quindi non potremo andarcene e lasciare la pozzanghera. Così funziona per gli eldrazi e per Ulamog. La forma fisica di Ulamog è la mano e la pozzanghera è Zendikar. Una volta imprigionato su Zendikar, il titano non può più lasciarlo perché, sebbene non sia effettivamente sul piano, non può scollegarsi dalla sua forma fisica. In questo esempio, la progenie eldrazi sono le dita della mano. Non cinque, ma migliaia, tutte parte integranti del titano, ma sacrificabili per il suo bene.
Con questo esempio, Jace capì che Ulamog andava nuovamente imprigionato nell’attesa di capire come ucciderlo e che qualunque attacco che non lo avesse ucciso, lo avrebbe solo spinto a lasciare Zendikar per andare a devastare un altro piano.

Trappola

Con l’aiuto di Nissa, Jace allineò tutti gli edri in modo da formare un gigantesco anello che potesse imprigionare Ulamog, che nel frattempo si stava dirigendo verso Portale Marino appena riconquistato. Gideon rallentò il titano e quando tutto fu pronto, la trappola scattò e il mana al suo interno attirò Ulamog e lo sigillò. Tutto era andato come previsto e l’esercito di superstiti festeggiò: Ulamog era imprigionato.
La loro gioia però non durò a lungo in quanto Ob Nixilis decise di sfruttare l’anello di edri per sprigionare l’energia necessaria a riottenere la scintilla. Ci riuscì e uno degli edri si disallineò. Ulamog si svegliò e distrusse gli altri edri, impedendo che potessero nuovamente imprigionarlo. Non contento del caos generato, Ob Nixilis lanciò una magia di controllo mentale su gran parte dell’esercito di superstipi, che controvoglia marciò verso il titano, incontrando la morte.

E ora?

Ulamog è nuovamente libero. Kozilek è stato spoilerato tra le nuove carte di Giuramento dei Guardiani e sembra che la nuova terra base che produrrà mana incolore, non sia altro se non uno dei vecchi paesaggi rigogliosi di Zendikar. Cosa succederà al piano? Kozilek ed Emrakul lo hanno veramente lasciato o sono solo rimasti nascosti? Lo scopriremo solo col tempo, aspettando la nuova espansione in uscita il prossimo 22 gennaio.

Anche per questa settimana è tutto, tornate la settimana prossima per trovare un nuovo articolo di Magic Soul!

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