News 15 Mag 2014

Mario Kart 8 – Recensione

Che l’ottavo episodio del kart-game più famoso del globo fosse atteso spasmodicamente da milioni di giocatori, già lo si sapeva da parecchi mesi. Se i più avventati immaginarono Mario Kart 8 come portabandiera della line-up di esordio dello sfortunato Wii U (di cui molto, specie in questa ultima settimana, si è parlato – e non certo in modo positivo), i cori entusiastici scaturiti dalle prove in quel dell’E3 2013 e dalle fiere seguenti davano ad intendere una semplice, inoppugnabile realtà: la prima Killer App dell’ammiraglia Nintendo stava arrivando. E poco importavano ritardi, Nintendo Direct fumosi o, paradossalmente, gli evidenti segni di resa di una console incapace di alzare anche solo un secondo la testa in un panorama oggettivamente dominato dalla concorrenza: Mario Kart 8 c’era, esisteva e cresceva lasciando di stucco chiunque avesse la fortuna di posare i propri occhi sull’operato di Kosuke Yabuki e soci. Oggi, finalmente, l’ottava iterazione di una delle saghe videoludiche più celebri di sempre è pronta alla propria consacrazione ufficiale. Sicuramente è ancora presto per dire se da sola riuscirà a dare a Wii U quella dignità tanto agognata che, almeno all’apparenza, non sarà di questa generazione: ma sappiate già da ora che il 30 maggio arriverà sugli scaffali un autentico capolavoro di design e giocabilità, un’esclusiva che, per la prima volta, farà nascere un moto d’orgoglio nel cuore dei fan Nintendo di vecchia data. Mario Kart 8 è arrivato: e se negli ultimi sei anni non avete saputo rinunciare a WiiMote/Wheel per sfrecciare nei tracciati di Mario e soci, forse è finalmente arrivato il momento della pensione per il mai troppo lodato Wii.

Mario Kart 8

Piattaforma: Wii U

Genere: Racing Game

Sviluppatore: Nintendo

Publisher: Nintendo

Giocatori: 1-4 

Online: Da 1 a 11 giocatori

Lingua: Testi in Italiano

La formula del successo di Mario Kart 8 si basa essenzialmente su tre fattori: tradizione, evoluzione e rivoluzione. Da sempre Nintendo rappresenta una compagnia squisitamente tradizionalista quando si parla di brand proprietari, ma è indubbio come nel corso degli anni abbia saputo rielaborare licenze storiche (o addirittura abusate, per i detrattori) reinventando quasi da zero dinamiche e approcci al gameplay: esempi come l’incredibile Mario Galaxy o l’ottimo Paper Mario sono i figli più recenti di questo meraviglioso processo evolutivo, che ha permesso a personaggi iconici dalle primavere numerose di rinnovarsi e reinterpretarsi in modo ottimale, approdando ad un meritatissimo oceano di applausi. Per comprendere al meglio Mario Kart 8 è dunque necessario contestualizzarlo in quest’ottica: e se l’apparenza più superficiale può essere meno rivoluzionaria se paragonata alle due IP appena citate, non servono molti giri di pista per accorgersi di come, ancora una volta, tutto sia profondamente diverso. E dannatamente migliore.

Mario Kart 8, in sostanza, è quel meraviglioso titolo di “guida” made in Nintendo (e prodotto dal genio di Miyamoto) che i più stagionati conosceranno dal lontano 1992 su SNES. I personaggi più celebri di Mamma N, una pletora di circuiti rigorosamente ispirati all’habitat e ai tratti distintivi dei relativi eroi e, non ultimi, un set di veicoli a due e a quattro ruote tra cui scegliere per far mangiare la polvere agli avversari rappresentano, oggi come allora, la ricetta segreta di una produzione incredibilmente capace di non piegarsi al passare delle stagioni. Appassionante in single player, semplicemente superbo se giocato in compagnia di amici sulla stessa console, il blockbuster Nintendo nasconde un animo aggressivo e ruggente dietro tonalità pastello, disegni morbidi e scenari baciati dal sole dove le comparse più disparate (Koopa, Shy Guy, Chomper e quanti altri vi vengano in mente) sembrano godersi un pomeriggio di relax. Poi appare Lakitu a bordo della sua nuvoletta con un semaforo appeso ad una canna da pesca: rosso, giallo, verde e via, parte la sfida, gli animi si scaldano, la competitività raggiunge livelli inaspettati e l’amicizia, l’amore, la sportività diventano di colpo concetti dimenticati. Dominare il tracciato è l’imperativo, derapare correttamente in curva per sfruttare il boost del kart è vitale, e chiunque sfrecci dietro o davanti è un ostacolo tra noi e la coppa e va abbattuto a suon di tamponamenti, gusci koopa o magari superato a pochi metri dal traguardo sfruttandone la scia.

Gli elementi tradizionali della serie tornano in Mario Kart 8 ulteriormente arricchiti: salta subito agli occhi l’introduzione di nuovi power up quali la Pianta Piranha (che permette di equipaggiare a bordo la classica pianta carnivora, che morderà amabilmente chiunque sia a pochi metri dal nostro Kart), il Boomerang, la famigerata Scatola Clacson (un gingillo che manda in testacoda ogni veicolo all’interno del proprio raggio d’azione) o il Fiore di Fuoco (devo davvero spiegarvi il funzionamento?), che si affiancano agli intramontabili gusci di tartaruga verdi e rossi, alla stellina dell’invincibilità, ai Funghi rossi e dorati, alla Seppia, al Bullet Bill, al fulmine “rimpicciolitore” e, non ultimo, al famigerato guscio blu alato (l’oggetto più odiato nell’intera storia dei videogiochi) che tanti dispiaceri ha recato a chiunque dominasse la gara sino a pochi metri dal traguardo. Il power up raccolto da ciascun personaggio (sia esso anche mosso da CPU) sarà visibile a tutti gli altri sia tramite GamePad (delle cui funzionalità parleremo a breve), sia direttamente in pista, visto che l’oggetto “incriminato” sarà tenuto in mano dal pilota sino al momento dell’effettivo utilizzo. L’unico a sfuggire a questa logica è la vera novità di Mario Kart 8, una item box rappresentata da un 8 ruotato di 90 gradi (che dunque, come matematica insegna, si trasforma nel simbolo dell’infinito) e regala al fortunato pilota la possibilità di lanciare in sequenza otto diversi power up – ad esclusione del guscio blu. Chiaramente, la probabilità di raccogliere tale gingillo sarà tanto maggiore quanto più lontani sarete dal gruppetto di testa.

L’offerta contenutistica di Mario Kart 8 è indubbiamente di alta qualità: trenta i personaggi giocabili (ventinove dei quali “marchiati” Nintendo e l’ultimo, ovviamente, rappresentato dal Mii del giocatore) e sbloccati al progredire dei successi nei campionati, trentadue i tracciati diversi raggruppati nelle otto intramontabili Coppe. La prima metà dei circuiti proposti si svolge in ambientazioni del tutto inedite e assolutamente fuori di testa, la seconda riprende i tracciati più celebri dei precedenti sette Mario Kart e li rielabora in quella che, come vedremo a breve, rappresenta la nuova chiave di lettura delle gare. Altra new entry di questa ottava declinazione è la possibilità di raccogliere un massimo di dieci monete d’oro nel corso della gara, fermo restante che ogni volta sarete colpiti o cadrete nel vuoto, parte del gruzzoletto verrà dispersa. Ogni 50 monete raccolte verrà sbloccato un nuovo “pezzo” con cui comporre il proprio kart che, vale la pena sottolinearlo, consta di un telaio, un set di pneumatici e un dispositivo “di volo” (deltaplano, paracadute, ombrellino o quant’altro). Ciascuna componente gode di proprietà specifiche fondamentali nell’economia di gara, quali velocità, accelerazione, peso, maneggevolezza o fuori pista: se da un lato è superfluo ricordare come scegliere solo componenti veloci rappresenti nella maggior parte dei casi la soluzione sbagliata, specie in circostanze di AI maggiore, dall’altro è comunque evidente come l’impatto della componentistica diventi maggiore nella modalità 150 cc (caratterizzata da una intelligenza artificiale nettamente più agguerrita) rispetto alla 100 cc o, chiaramente all’abbordabilissima 50 cc.

Tradizione, dicevamo, ma è proprio nei circuiti che si manifesta la rivoluzione. Se già nelle precedenti declinazioni il level design delle piste era uno degli aspetti meglio riusciti dell’intero pacchetto, con location evocative e scanzonate, brulicanti di NPC e curate anche nel singolo dettaglio, in Mario Kart 8 il team di sviluppo ha fatto i proverbiali straordinari spingendosi ben oltre quanto già visto, raggiungendo una nuova dimensione nella progettazione dei tracciati che mescola genio, follia, fisica e gravità. Verticalità diventa la parola d’ordine, con circuiti sviluppati schiettamente lungo l’asse y che si beano delle più normali legge fisiche grazie all’introduzione delle piste magnetiche: in punti specifici del tracciato, infatti, i veicoli si trasformano in una sorta di DeLorean con dispositivi elettromagnetici al posto delle ruote, grazie ai quali diviene normale scalare superfici verticali, sfrecciare in torsioni a 360 gradi o effettuare enormi giri della morte. Gravità, aderenza, fisica meccanica sono concetti che appartengono ad un passato all’apparenza remoto: in Mario Kart 8 l’importante è che ci sia dell’asfalto dove sfrecciare. Il come, è autentica magia di Nintendo. Non bastasse l’ulteriore livello di profondità raggiunto dalla planimetria delle piste, mai come oggi multidimensionale, a rendere il tutto ancora più avvincente (e difficile, inutile ammetterlo) è la presenza di sequenze “in volo” o di improvvisi muri d’acqua, magari subito dopo aver imboccato una curva cieca, che oltre a stupire un giocatore che tutto si aspetterebbe tranne una sessione subacquea nel mezzo delle nuvole, rimescolano drammaticamente le carte in tavola nell’ottica della corsa: avere un mezzo molto pesante o dalla scarsa accelerazione, in questi frangenti, può significare una netta riduzione del vantaggio sugli inseguitori. Quello che si ottiene, specie nelle 16 nuove piste, è una totale imprevedibilità dell’esito della gara, già reso incerto dall’utilizzo massivo dei power up: ogni curva può nascondere una torsione o una salita verticale imprevista e, per questo motivo, non affrontata in modo corretto. Certo, l’esperienza e la memoria giocheranno un ruolo fondamentale, rendendo di fatto le soprese meno frequenti col progredire delle corse (e portando alla luce utili scorciatoie): ma nessuno prima d’ora si era spinto ad un design così rivoluzionario per un gioco di corse. E il risultato, inutile dirlo, è sorprendente.

Le modalità di gioco offerte da Mario Kart 8 sono le più tradizionali: la campagna per giocatore singolo vanta il classico Gran Premio, dove cimentarsi su quattro tracciati per conquistare l’ambita Coppa, le Prove a Tempo (dove è possibile correre cercando di siglare il miglior record personale o, qualora connessi ad internet, provare a battere i ghost migliori), le Corse Sfida (gare customizzate dove il giocatore decide abilità avversaria, numero di giri, tipologia di power up e altri parametri) e la divertentissima Battaglia. In quest’ultima, ogni sfidante ha tre palloncini legati al proprio Kart: visto e considerato che non si tratta di tagliare il traguardo prima degli altri ma che, al contrario, subire il colpo avversario o precipitare in un baratro farà esplodere uno di questi palloncini, quella che si instaura è una lotta serratissima a suon di sgambetti e scorrettezze nel tentativo di siglare il maggior numero di punti nell’arco dei tre minuti in cui si svolge la gara. Inutile sottolineare l’animo fortemente multigiocatore di questa modalità, chiaramente è disponibile all’interno del menù Più Giocatori (che, rispetto al precedente, è privo per ovvie ragioni delle Prove a Tempo).

Anche l’impianto online non è da meno, complice un’infrastruttura finalmente valida e precisa che non obbliga ad estenuanti scambi di codici amico o, in termini più tecnici, a matchmaking farragginosi e troppo spesso instabili. Novità delle novità, sarà possibile competere contro il mondo non solo in solitaria, ma anche in compagnia di un secondo giocatore (che, qualora ve lo foste chiesti, potrà utilizzare il Classic Controller di Wii U o l’intramontabile WiiMote). Grazie all’aiuto di alcuni colleghi della stampa digitale abbiamo potuto così provare le principali funzionalità online di Mario Kart 8, che mostra le proprie unghie sin da subito offrendo al giocatore la possibilità di scegliere il proprio avversario “a caso” da qualsiasi parte del mondo, limitando geograficamente la ricerca per Regione oppure, ovviamente, andando a pescare all’interno della lista di amici e avversari. Sarà inoltre possibile accedere alla modalità Torneo, opzione che lascia presagire una serie di competizioni a carattere sociale organizzate dalla stessa Nintendo nei giorni successivi al lancio ma che, già da ora, permette di crearne di personali o di prender parte a quelli creati da altri giocatori. Ci siamo così cimentati nelle modalità Corsa e Battaglia (affiancate da una terza, Personalizza, che ricalca per filo e per segno il concetto della Corsa Sfida), rimanendo piacevolmente stupiti non solo da una pulizia tecnologica davvero di prim’ordine, quanto e soprattutto dalla stabilità di un netcode che non ha mostrato alcuna incertezza senza abbandonarsi a fastidiose disconnessioni casuali. Se il matchmaking scivola rapido ed indolore, con la possibilità di chiaccherare vocalmente coi propri amici nell’attesa della sfida vera e propria, l’assenza di una chat in game – magari circoscritta esclusivamente ai match “chiusi” tra soli amici, dove il rischio di comportamenti intollerabili è praticamente assente – è parsa quasi una caduta di stile da parte di Nintendo in un online semplicemente perfetto, arricchito ulteriormente dall’ennesima new entry che risponde al nome di Mario Kart TV. Al termine di ogni gara, sia essa offline che online, è infatti possibile rivedere, salvare o addirittura modificare i momenti più salienti della sfida (immortalati per l’occasione con una cinematica estremamente d’impatto). Il filmato così ottenuto potrà poi essere condiviso con i propri amici all’interno del Miiverse o, a partire dal 30 Maggio, caricato direttamente sui server di Youtube. L’ennesima conferma di come, per quanto se ne dica, l’aspetto social rimane uno dei focus principali dell’operato della grande N.

Chiudiamo questa lunghissima disamina con qualche riga sull’impianto tecnologico. Pur potendo riassumere il tutto con un semplicissimo “spettacolare“, vale la pena sottolineare l’incredibile risultato raggiunto dagli sviluppatori di casa Nintendo, capaci di confezionare un titolo in HD (il primo MK in 720, ad onor del vero) che non abbandona per un solo istante i 60 frame al secondo. Gli stessi 60 frame al secondo che rimangono imperturbati in un match a due giocatori in split screen verticale: un chiaro messaggio ai detrattori dell’hardware giapponese, evidentemente capace di sorprese che in pochi si aspettavano. Qualora il numero di giocatori dovesse aumentare, la velocità di gioco viene automaticamente scalata a 30 frame per prevenire rallentamenti o fastidiosi artefatti: posto che l’impatto visivo rimane ugualmente spettacolare, sarete troppo impegnati a prendere a gomitate i vostri avversari per accorgervi del più che lecito dimezzamento di refresh. Premesso questo, Mario Kart 8 è un tripudio di colori sgargianti, animazioni estasianti e modelli ricreati con una cura del particolare al limite del maniacale: l’alta risoluzione non rappresenta affatto un problema, e per tutta risposta troveremo una modellazione esemplare di ciascun personaggio in gioco (persino il vostro Mii vi sembrerà più bello) e degli annessi veicoli. Ottime le animazioni di gara, fluide anche nelle situazioni più concitate dove esplosioni, scie ed urti fanno da padrone. Ovviamente la parte del leone è riservata ai circuiti, marchio di fabbrica del franchise Nintendo e, anche questa volta, capaci di soddisfare anche i palati più esigenti in quanto a implementazione tecnica. La Giungla di Donkey Kong, il Castello di Bowser, la leggendaria Pista Arcobaleno o il Deserto di Tartosso, solo per citare alcune delle sublimi ambientazioni di gara, non lesinano un dettaglio per un solo istante: e se in pista sfuria l’agonismo, a bordo pista non mancano animazioni, festeggiamenti, tifo o scenette curiose.

Lato sonoro, siamo ugualmente a livelli di eccellenza. Musiche classiche e sonorità inedite si alternano in jingle tamburellanti e scanzonati che, che lo vogliate o no, finiranno per entrarvi in testa per molto, molto tempo. Buona anche la controparte FX, chiaramente priva di velleità realistiche (sarebbe stupido fare un paragone con il suono dei motori di Forza MotorSport) ma realizzata comunque in maniera esemplare. Il GamePad di Wii U, pur non raggiungendo le vette di fruibilità siglate da Rayman Legends, si dimostra funzionale e ben sfruttato (soprattutto nel ricorso al giroscopio per effettuare le curve in luogo dello stick sinistro): posto che sarà possibile giocare a Mario Kart 8 sfruttando esclusivamente il suo schermo, con una resa visiva ugualmente meravigliosa nonostante la diagonale ridotta, in condizioni “normali” esso fornirà l’indicazione aggiornata sulla posizione degli avversari nel tracciato corrente e dei power up equipaggiati. L’assenza di tale informazione su schermo, una costante nella maggior parte dei giochi su ruote, pesa non poco – specie considerando il numero di curve che finirete pietosamente per tagliare nei brevi istanti che getterete lo sguardo sul GamePad. Nulla però che un po’ di allenamento e un minimo di coordinazione non riusciranno a correggere.

IN CONCLUSIONE…

Non mi era mai successo di dover ricaricare anche tre volte nello stesso giorno il GamePad di Wii U. Da qualsiasi lato lo si possa guardare, Mario Kart 8 è un autentico capolavoro. Una gioia per gli occhi, con i suoi 720p e i 60 frame al secondo, un campione di giocabilità grazie alle sue piste così avveniristiche e anti-fisiche da levare il fiato, un generatore perpetuo di sfide tra amici che difficilmente verrà abbandonato dai propri giocatori da qui sino alla prossima iterazione della serie. L’ultima fatica di Nintendo stra-vince e convince, non lasciando nulla al caso ma evolvendo, affinando e rivoluzionando un brand già consacrato all’Olimpo dei videogiochi e impreziosendolo con un level design che nessuno, e ribadisco nessuno, aveva anche solo osato immaginare prima di oggi. Elencarne nuovamente i pregi sarebbe troppo faticoso, laddove i difetti, se proprio vogliamo essere puntigliosi, si esauriscono nella mancanza di una chat online (relegata alla sola stanza d’attesa) e all’assenza di un indicatore di mappa su schermo, presente invece su GamePad. Punto. Tutto il resto è oro colato, gameplay allo stato puro. Se già da tempo in molti erano convinti che la creatura di Yabuki dovesse rappresentare il non plus ultra per la sfortunata ammiraglia Nintendo, oggi finalmente ne abbiamo la prova concreta. Mario Kart 8 è un acquisto obbligato per i possessori di Wii U, una dichiarazione d’amore di Nintendo verso un fandom troppo spesso bistrattato dalla stessa software house e costretto ad attese bibliche di triple A significative. Lasciatevelo scappare, e lo rimpiangerete come si rimpiange la fanciulla dei vostri sogni ogni volta in cui la vedrete a mano con un altro. Il prossimo 30 Maggio fatevi un favore e portate a casa la prima vera esclusiva di peso di Wii U: vi farà ridere, imprecare e odiare i vostri amici. Ma di fronte ad un titolo del genere, non esiste maledizione del guscio blu che tenga.

VOTO: 9,5

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