Los Angeles – Quando un certo Myiamoto si “scomoda” per salire sul palco della conferenza Ubisoft, capisci che sotto c’è qualcosa di speciale. Mario + Rabbids Kingdom Battle non è speciale solo perché vede l’unione di due colossi come Nintendo ed Ubisoft, e nemmeno perché è un progetto tutto italiano. È speciale prima di tutto perché, signori cari, è davvero un gran bel gioco. E non parliamo di un platform, al cui interno l’idraulico baffuto si sarebbe sentito più che a proprio agio, ma di un progetto totalmente nuovo, un gioco che mescola sì l’esplorazione e la simpatia dei personaggi Nintendo alla goliardia dei conigliastri di Ubisoft, ma che a conti fatti si dimostra essere un gioco di strategia a turni. Semplice ma complesso: è in questo modo che lo definiremmo dopo averlo provato, e nelle prossime righe proveremo a raccontarvelo.
Abbiamo provato Mario + Rabbids l’ultimo giorno di fiera, dopo aver sentito più volte i commenti entusiastici dei nostri colleghi che, raccontandoci quanto di buono visto allo stand Ubisoft, avevano simpaticamente etichettato il titolo come un “Xcom con Mario e Rabbids“. Abbiamo avuto anche l’occasione di provarlo allo stand Nintendo, ma abbiamo preferito attendere, per far sì che ad introdurci il gioco fossero proprio gli sviluppatori di Ubisoft Milano. Dobbiamo dire che, proprio per sottolineare quanto abbiamo detto poco sopra, una persona qualunque potrebbe prendere il controller di Switch e iniziare a giocare a Mario + Rabbids senza trovare nessuna difficoltà, per quanto intuitivo sia il gioco. Tuttavia avere l’assistenza di chi da mesi vive il gioco da vicino ci è servito a capire più a fondo quanto possa essere profondo il suo gameplay.
Come al solito il Regno dei Funghi è preso di mira da una nuova minaccia, che per una volta non porta il nome di Bowser, ma quello di Rabbids. I conigli made in Ubi li abbiamo visti in tutte le declinazioni possibili, ed anche in questo gioco continueremo a ridere delle loro bravate – non fosse che, stavolta, svolgeranno principalmente il ruolo di cattivi. Ad eccezione di alcuni personaggi come Rabbid Mario, Luigi e Peach, i rimanenti Rabbids saranno nemici – compreso il Rabbid Kong che ha fatto la propria apparizione nel trailer e che era assoluto protagonista nella hall d’ingresso del Convention Center. Mario e soci avranno diverse armi a disposizione, ma non basteranno quelle a salvare il regno: bisognerà prima di tutto essere degli ottimi strateghi.
Durante la nostra prova ci siamo ritrovati in un mondo tridimensionale con visuale isometrica, simile a quello di Super Mario 3D World per intenderci, in cui guidiamo la nostra squadra alla ricerca di monete, segreti e bonus come armi o power up. Durante questa fase esplorativa abbiamo trovato dei semplici puzzle in stile platform, ma si tratta solo del preludio al cuore del gioco, rappresentato appunto dalle battaglie. Una volta raggiunto il momento della lotta cambia totalmente il sistema di gioco, si passa da un gameplay stile platform a quello di un gioco di strategia a turni, appunto alla Xcom. Potremo muovere i nostri personaggi uno alla volta e solo all’interno dell’area massima raggiungibile in base alla nostra posizione. Questo però non significa che ogni personaggio faccia gioco a sé, anzi, muoverli ed attaccare in maniera organizzata è la via più semplice per la vittoria. Esistono delle mosse/combinazioni tra i personaggi che permettono di far raggiungere ai compagni luoghi altrimenti al di fuori dell’area consentita: in pratica un personaggio funge da catapulta, spingendo con i piedi l’altro e facendogli spiccare un super salto. La collaborazione è essenziale anche quando bisogna attaccare i nemici o difendersi da un danno che potrebbe essere fatale, laddove la mossa di ogni personaggio è strettamente collegata a quelle dei compagno.
Ad ogni turno potremo muovere il personaggio, sparare ed utilizzarne l’abilità speciale. C’è anche la possibilità di far compiere una scivolata sul nemico mentre ci muoviamo, per poi ad esempio andarci a nascondere dietro una copertura e quindi sparargli: in questo modo gli rosicchieremo un po’ di energia in più. Quando arriva poi il momento di sparare avremo, come in ogni gioco del genere, dei valori che ci indicheranno la percentuale di possibilità di colpire il nemico, così come altri dati: è scontato che, se ben coperto, il nemico sarà più difficile da colpire. Tuttavia alcune delle protezioni naturali si distruggono dopo diversi colpi, per cui potrebbe essere comunque il caso di attaccare anche se la percentuale è bassissima o pari a 0. Nella fase esplorativa poi avremo la possibilità di guadagnare delle nuove armi attraverso mini-giochi o raccolta di monete, fermo restante che ogni arma ha le proprie caratteristiche: al di là dei danni inferti, esse possono avere anche poteri speciali e, pertanto, vanno equipaggiate anche in base alla sfida che si va ad affrontare.
Come detto, ogni personaggio ha il proprio “potere speciale” – Peach, ad esempio, può curare i compagni che sono all’interno della propria area e Mario può sparare anche quando non è il proprio turno, se qualcosa gli passa sotto i baffi. Alcuni di questi poteri però non possono essere attivati ad ogni turno, ma bisognerà aspettare prima di poterli riutilizzare, motivo per cui vanno utilizzati anch’essi con un certo criterio. In ogni momento avremo la possibilità di togliere l’inquadratura isometrica e passare a quella dall’alto per studiare bene il campo nemico – che, vi assicuriamo, già dopo le prime battaglie inizia a farsi complesso. Farlo sarà quindi cruciale, per evitare di far fare la mossa sbagliata che potrebbe mandare in fumo tutta la strategia che avevate in mente per vincere.
Dietro ad una veste da “semplice platform” si cela quindi un gioco in cui la strategia è alla base di tutto: dalla possibilità di sfruttare gli elementi ambientali a proprio favore, alla selezione del team e dell’equipaggiamento, fino allo studio della mappa e della posizione dei nemici, c’è proprio tutto quello che desidera un fan del genere. La simpatia dei personaggi, sia quelli Nintendo che dei Rabbids, potrebbe però far avvicinare praticamente chiunque a Mario + Rabbids, le cui meccaniche ci sono sembrate comunque molto accessibili.
Mario + Rabbids è qualcosa di unico.
Nonostante l’entusiasmo, un paio di cose che “non vanno” in questo gioco ci sono. La prima è la visuale: durante la fase esplorativa ci siamo trovati più volte a non riuscire a direzionare bene il nostro team ed abbiamo trovato un po’ scomodo doverla girare con lo stick destro, ma probabilmente si tratta solo di una questione di abitudine. Quella durante le battaglie ci è sembrata invece un po’ troppo ravvicinata, forse per tenere il focus anche sui personaggi e la relativa espressività, ma appunto poco adatta a chi vuole avere sempre sotto controllo il campo di battaglia. Sinceramente non abbiamo chiesto se la visuale si potesse allontanare, il che renderebbe nullo quanto appena detto, ma in ogni caso non si tratta di qualcosa che vada ad inficiare realmente l’esperienza, visto che ci siamo divertiti tantissimo.
Ed è proprio qui che arriva il vero punto dolente: seppur manchino solo poco più di un paio di mesi all’uscita del gioco, non sappiamo ancora come faremo ad ingannare l’attesa, anche perché il ritmo di gioco ed in questo caso la sua “leggerezza” lo rendono un tipico gioco estivo, da giocare in vacanza, anche sotto l’ombrellone. D’altro canto a fine agosto fa ancora caldo, potrebbe essere un buon motivo per spostare le vacanze di qualche settimana, non credete?
In ConclusionE3
Sarà che chi vi scrive adora il genere, adora i Rabbids e come ogni videogiocatore di un certa età non può non amare Super Mario, sarà che sapere che si tratta di un progetto italiano lo rende ancor più interessante, sarà quello che volete ma a prescindere da tutto, Mario + Rabbids è qualcosa di unico. Unico perché non ti saresti mai aspettato di vedere insieme questi due mondi, unico perché ancor meno ti saresti aspettato di vederli convergere in un gioco del genere, mantenendo inalterata tutta la loro verve. Uno strategico a turni che unisce tatticismo (anche piuttosto profondo) ad un’interfaccia semplice e dinamiche accessibili, che è diventato (almeno per il sottoscritto) uno dei giochi più attesi di questo 2017 – e senza dubbio il gioco che volevamo vedere su Nintendo Switch. Mario Rabbids è allo stesso tempo semplice ma complesso, è divertimento e strategia; è qualcosa che forse ci saremmo aspettati da Nintendo e da Miyamoto, ma sapere che è frutto di menti italiane, non può che renderci ancora più orgogliosi.
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