Dopo aver conquistato le sale cinematografiche, gli Avengers si uniscono ancora una volta in un action-adventure che ricalca da vicino i concept dei film per offrirci una storia inedita. Marvel’s Avengers è infatti volto a creare un cosiddetto gameverse all’interno del quale gli sviluppatori possano sbizzarrirsi con le idee senza costrizioni dovute al MCU o agli stessi fumetti – da cui comunque prendono non poca ispirazione, come dimostra il neo annunciato Hawkeye.
La beta del gioco si aprirà su PlayStation 4 dal 7 agosto per chiunque lo abbia prenotato ma noi abbiamo potuto avere in anteprima quel corposo assaggio che Crystal Dynamics ci ha promesso nel corso dell’ultimo War Table; quello che sembrava mostrare tutte le potenzialità di un progetto partito non con il piede giusto, buono sì nelle intenzioni ma un po’ meno nella messa in scena.
Abbiamo spolpato la beta fino all’osso, tra missioni della storia principale e co-op con altri giocatori assieme all’intelligenza artificiale, laddove i partecipanti non riuscivano a essere abbastanza, e non possiamo nascondere un filo di amarezza. Marvel’s Avengers continua a dimostrare tutti i migliori propositi ma persino a fronte dell’ultima presentazione, quando lo si prova con mano non ci si riesce a liberare della sensazione che, al di là di un citazionismo in grado di entusiasmare qualunque appassionato, il gioco fatichi a ingranare e offrire qualcosa più di un discreto action-adventure – a tratti persino pigro, sotto certi aspetti.
Ci sono diversi fattori che concorrono a renderlo ripetitivo e banale, incapace di trasmettere davvero la sensazione di sentirsi Iron Man, Hulk, Thor o uno degli altri supereroi e la nostra speranza è che l’esperienza complessiva riesca a dare più di quanto questa beta sia stata in grado di fare. Lo ripetiamo a scanso di equivoci, Marvel’s Avengers non è brutto ma le ore in sua compagnia ce l’hanno restituito insapore, privo del giusto coinvolgimento.
Prima di accedere alla componente multigiocatore, Marvel’s Avengers spinge il giocatore a completare le fasi legate alla storia principale: a cominciare dal Golden Gate Bridge, preludio alla caduta dei nostri eroi nel corso del quale abbiamo modo di provarli tutti, per finire tra le foreste del Pacifico nord-occidentale fino alla gelida tundra russa, il gioco ci offre i primi bocconi di una trama che porterà alla rinascita di figure delle quali il mondo non potrà mai fare a meno e cui loro non volteranno le spalle – non importa quanto quello stesso mondo li abbia calpestati, nel suo sconfinato egoismo.
L’aver avuto accesso, sebbene per un tempo piuttosto breve, a tutti gli Avengers per poi concentrarci nello specifico su quattro di questi ci ha permesso di trarre un’osservazione preliminare in particolare: la diversità di questi eroi è molto meno sentita di quanto, a ragion veduta, si dovrebbe pensare nel vedere chi sono davvero gli Avengers. I fumetti e i film ci hanno insegnato soprattutto come fosse la loro sinergia a renderli una squadra efficiente, una di quelle dove le rispettive debolezze sono arginate da altrettanto evidenti punti di forza.
Marvel’s Avengers è citazionismo puro ma un gioco ancora grezzo sotto diversi aspetti
Nel gioco di Crystal Dynamics questa sensazione viene a mancare, in favore di una messa in scena abbastanza piatta e lineare. Manca il bilanciamento tra queste parti, qualcosa che renda ogni eroe unico nel suo stile di gioco al di là delle evidenze dovute al personaggio – lo scudo per Cap, l’armatura per Iron Man, il martello per Thor e via discorrendo. Quando schiantiamo a terra Mjöllnir, scatenando la furia di un dio, non c’è quell’effetto devastante che ci aspetteremmo e gli stessi nemici risentono in misura limitata di una potenza che dovrebbe far tremare qualunque terrestre.
Non c’è personalità in nessuno di loro, almeno per quanto abbiamo potuto vedere, ed è questo che intendiamo quando diciamo che Marvel’s Avengers rischia di presentarsi come un gioco discreto e nulla di più. Insegue il modello dell’action GdR, con punti abilità ed equipaggiamenti sempre migliori da recuperare, ma ne fa uno strumento troppo grezzo la cui necessità non si è fatta poi sentire.
Il lato appagante di un gioco di ruolo, o comunque un’esperienza che ne mutui alcune caratteristiche, è quello di vedere con i nostri occhi l’aspetto del personaggio che stiamo utilizzando cambiare di volta in volta, plasmarsi pezzo dopo pezzo in base alle migliorie che raccogliamo lungo il percorso e ci motivano a esplorare persino l’angolo più remoto di una mappa; perché c’è una soddisfazione difficile da trasmettere a parole, quando scopriamo che in quel baule si nascondeva un oggetto leggendario del quale possiamo fare sfoggio, sentendoci ricompensati su più livelli.
L’equipaggiamento visibile e in continuo cambiamento del nostro eroe è ormai diventato uno standard al punto tale che non ci si capacita di come nel 2020 questo possa non essere preso in considerazione in un gioco, a maggior ragione se tripla A. Marvel’s Avengers invece fa proprio questo: banalizza la personalizzazione con una serie di equipaggiamenti sì ad hoc per ciascun personaggio ma tutti dello stesso tipo e mai visibili su di loro, a favore di costumi preset che possono essere sbloccati spendendo la rispettiva valuta in game. Citazionismo? Senza dubbio, vedendone alcuni, ma giocare sull’hype e sulla nostalgia non è abbastanza, soprattutto se manca quella soddisfazione che deriva dal crearsi davvero il proprio eroe.
Stesso discorso si applica al combattimento: queste prime ore non sono riuscite a trasmetterci, come scritto sopra, la diversità che ci si aspetta da un gruppo così variegato come gli Avengers. Avremmo sicuramente preferito una cura maggiore dei personaggi quando si tratta di gameplay e verosimiglianza con il materiale originale. Capiamo la difficoltà nel trasporre a videogioco eroi la cui forza va oltre le umane capacità (Superman è un caso emblematico) ma non gioca a favore di Marvel’s Avengers il fatto che le tipologie di nemici siano piuttosto ridotte e scarsamente d’impatto: un misto di umani e robot, armati e/o costruiti con materiale trafugato dello S.H.I.E.L.D. che bene o male infligge a e subisce dagli eroi lo stesso danno.
Manca, e lo abbiamo già sottolineato, quel bilanciamento che concorre a rendere gli Avengers unici nei loro pregi o difetti e al quale lo sviluppo sotto forma di nuove abilità non offre un grande aiuto – perché il tutto si riduce a un button mashing al quale occasionalmente si aggiunge la schivata con annesso bullet time per non soccombere alla quantità di nemici presenti in ogni area. Se dovessimo dare un definizione del gioco, sarebbe un musou un po’ meno statico e affollato. Il concetto alla base però è quello: si avanza, si raggiunge un’area gremita di nemici, si elimina il pericolo, si prosegue e via discorrendo. L’unica “boss fight” che abbiamo affrontato, durante la sezione del Golden Gate, non ha lasciato granché il segno.
Si tratta ovviamente di osservazioni preliminari nei confronti di un gioco per il quale andranno spese ore ad analizzare il loot e la gestione delle build, quanto impatto avranno davvero le abilità ai livelli più alti e in che modo gli sviluppatori si dimostreranno in grado di gestire il non facile equilibrio tra l’utente medio e il giocatore invece più navigato.
Marvel’s Avengers, del resto, è un gioco rivolto a uno spettro di pubblico molto ampio dove è possibile trovare chi è alle prime armi e chi invece ha molta più gavetta alle spalle; un’esperienza nata soprattutto per essere giocata staccando il cervello, buttandosi in mischia con il solo proposito di menare le mani nei panni del nostro supereroe preferito. Ciò non toglie che ci siano diversi aspetti da affinare ancora, qualcosa che pur non facendo di Marvel’s Avengers la rivoluzione dei GaaS (Games as a Service) lo aiuti a emergere amplificando caratteristiche che già ha e potrebbero portarlo un gradino sopra la media.
Soprattutto per quanto riguarda il comparto multigiocatore. I contenuti in questo senso non mancano e sono senza dubbio un valore aggiunto al lancio del gioco ma da quanto abbiamo potuto provare tendono a essere molto ripetitive, alcune persino incredibilmente brevi mentre per quelle più lunghe c’è uno schema di fondo che all’inizio potrebbe accattivare ma bisogna capire sulla lunga distanza quanto sia in grado di reggere.
Marvel’s Avengers promette contenuti di cui serve verificare l’efficacia sul lungo periodo
Se le Missioni Eroe, ovvero quelle legate alla trama, hanno uno stampo più cinematografico e focalizzato sulla narrazione, la maggior parte degli incarichi facenti parte delle Zone di Guerra si concentra sul gameplay vero e proprio (pur non mancando sezioni dedicate all’approfondimento di un singolo eroe), sulla sinergia tra giocatori e la libertà di come approcciarli, permettendo dunque una sperimentazione a pieno regime delle build. Sono i banchi di prova perfetti sia per trovare il proprio stile, posto che le personalizzazioni riescano a portare quella diversità cui auspichiamo, sia il proprio eroe preferito. Non possiamo negare che il lavoro svolto da Crystal Dynamics, in termini di contenuti previsti per il day one, sia lodevole e lo sarebbe se anche solo la metà di quanto promesso sia effettivamente presente, ma rimane pressante lo spettro della loro efficacia: già sul breve periodo abbiamo riscontrato un po’ troppo ripetitività, dovuta sia a luoghi già incontrati nella trama principale sia a nemici sempre uguali e scarsamente memorabili.
Marvel’s Avengers è un gioco che promette tanti contenuti, la cui vera efficacia potrà essere analizzata solo in fase di recensione. Data la mole prevista, poche ore non sono sufficienti a farsi un’idea chiara della bontà finale del prodotto ma le premesse lasciano ancora troppi dubbi: da una mancata diversità nei personaggi, pur con le molteplici migliorie a disposizione, fino a incarichi multigiocatore abbastanza sottotono, il tutto condito da qualche bug e qualche spigolosità latente nei modelli degli eroi, questa prova ci ha lasciato con più dubbi che certezze. Spunti interessanti ci sono, le buone intenzioni anche, si tratta di capire fino a che punto verranno sfruttati per rendere il gioco qualcosa di più del solito GaaS. L’evidente citazionismo non può e non deve essere l’unico scoglio a cui aggrapparsi per gli sviluppatori.
Marvel’s Avengers sarà disponibile dal 4 settembre su PC, Xbox One, PlayStation 4 e Stadia, entro fine anno su PlayStation 5 e Xbox Series X. Potete prenotarlo qui.
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