Questa (ormai adulta) generazione di console la ricorderemo senza dubbio per l’enorme quantità di edizioni remastered e di remake, alcuni di questi usciti meglio di altri.
Ciò può significare due cose: da un lato c’è la voglia di celebrare grandi capolavori del passato, ripresentandoli col giusto lustro che meritano, grazie alle moderne tecnologie.
Basti pensare a Resident Evil 2 di Capcom o al Final Fantasy VII di prossima uscita sviluppato ancora una volta da Square-Enix.
Dall’altro manca forse quel pizzico di coraggio per proporre qualcosa di diverso, di coraggioso e si preferisce seguire strade sicure, puntando molto sul fattore nostalgia.
Le ultime rimasterizzazioni di titoli platform ad esempio (genere davvero poco sfruttato nell’ultimo decennio dalle software house di prima categoria), come Crash Bandicoot o Spyro The Dragon, in effetti fanno pensare proprio a questo, anche se il pubblico accoglie comunque con grande entusiasmo questi gioiosi “flashback”, assecondando di fatto un mercato che da qualche anno a questa parte affianca a pari merito quello delle nuove IP.
Il 25 ottobre arriverà sugli scaffali un’altra grande icona del passato PlayStation: MediEvil.
Sir Daniel Fortesque risorge una seconda volta a più di 20 anni di distanza dall’uscita del primo capitolo ufficiale e si appresta a conquistare l’utenza più giovane e ri-conquistare i giocatori ormai adulti, grazie ad un’operazione di rimasterizzazione finemente realizzata ad opera di Other Ocean Interactive.
Nonostante i primi trailer poco lusinghieri, che avevano lasciato insoddisfatto il pubblico dell’ultimo E3 a Los Angeles, la prova con mano dell’action di Sony ci ha soddisfatto, riportandoci immediatamente indietro nel tempo quando, ad una manciata di centimetri di distanza da un piccolo televisore a tubo catodico, accoppavamo vagonate di zombi, liberando Gallowmere dalla morsa del male.
Come i più di voi ricorderanno, l’avventura del condottiero Fortesque si ambienta a Gallowmere, cittadina tranquilla che viene improvvisamente attaccata dal potente stregone Zarok, che con il suo esercito di non-morti tiene in ostaggio la popolazione.
Tra i cadaveri risorti c’è però anche il nostro eroe, pronto a tutto pur di liberare gli indifesi e riacquistare l’onore perduto. La trama scanzonata e sempliciotta di MediEvil è anche uno dei suoi maggiori punti di forza, che tra un livello e l’altro concede siparietti comici tra i tanti personaggi sopra le righe del gioco, dagli irriverenti gargoyle alle statue parlanti nel mitico Salone degli Eroi.
Il gameplay di questa remastered non si discosta minimamente dall’originale
Questa edizione remastered non si discosta minimamente dal gameplay che ha caratterizzato l’originale: MediEvil rimane un action game estremamente piacevole da giocare, che non rinuncia a mettere alla prova chi impugna il pad con boss-fight combattive e orde di implacabili zombi pronti a spolpare quella poca carne che rimane sulle ossa di Fortesque.
Al contrario di quello che suggeriscono le carismatiche immagini, MediEvil è un titolo che non va affrontato con la classica leggerezza con cui di solito si affronta un comune action: qui gli scontri se non gestiti a dovere, portano sempre e comunque a morte certa. E quando si muore in MediEvil, si ricomincia il livello dall’inizio senza contare i progressi o gli extra ottenuti.
Fortunatamente il nostro smascellato eroe può contare su un arsenale di tutto rispetto (spade, asce, clave, scudi di varia grandezza e resistenza, ma anche pugnali da lancio, un letale arco o un gigante martello di ferro) che deve essere sbloccato completando apposite sfide all’interno di ogni singolo livello, che varranno la conquista dell’agognato Calice.
Passando per il Salone degli Eroi e dialogando con quelli che sono stati i cittadini più valorosi di Gallowmere infatti, è possibile ottenere un equipaggiamento via via sempre migliore.
Inoltre la mappa di MediEvil non è lineare, ma in alcuni punti consente di fare delle piccole deviazioni per completare le (poche) missioni secondarie disponibili: anche queste sono occasioni per ricevere armi o miglioramenti esclusivi per la propria armatura. Se doveste avere particolari difficoltà con un boss quindi non disperate, potrete sempre tornarci in un secondo momento con qualche fiala energetica in più e con una maggiore esperienza accumulata sul campo.
Visivamente, MediEvil è molto suggestivo, ma non raggiunge standard elevati
Una delle più gradite novità è senz’altro la possibilità di ruotare la telecamera in maniera libera, cercando sempre di ottenere la visuale migliore durante l’esplorazione e i combattimenti. Purtroppo in alcuni momenti abbiamo sofferto un certo impaccio dell’odierna visuale, che seppur rimodernata, non ci ha convinto del tutto.
Già dai primissimi minuti si intravede infatti che il lavoro svolto in fase di sviluppo da Other Ocean non è bastato a fugare tutti i dubbi; a questo si aggiungono alcune ambientazioni molto ristrette, quasi claustrofobiche (come il livello del formicaio) dove la gestione della telecamera è bloccata e ciò rende più complesso l’avanzamento.
Anche la gestione dei comandi, pur rimanendo fedelissima al gioco originale, ci è sembrata fuori tempo massimo, inadatta ai pattern più recenti che diamo quasi per scontato. Nulla che un po’ di tempo in compagnia del nostro scheletro preferito non possa risolvere, certo, ma dare una svecchiata al vecchio sistema di tasti a nostro avviso non avrebbe guastato.
La parte più discussa del titolo è sicuramente quella tecnica, aspramente criticata fin dal primo annuncio ufficiale. Ebbene, la verità non si discosta troppo da quel parere così acerbo, ma con qualche precisazione.
La resa visiva del nuovo MediEvil è molto suggestiva: tornare a solcare quelle ambientazioni così caratteristiche è emozionante, perché se nel 1998 il nostro immaginario infantile colmava le lacune tecniche della produzione, oggi il lavoro di Other Ocean gli rende finalmente giustizia con una fedeltà assoluta per l’aspetto di un tempo, senza rinunciare a qualche abbellimento estetico in grado di regalare maggior risalto.
È altrettanto chiaro però che la qualità complessiva non raggiunge l’apice di produzioni affini come la N. Sane Trilogy o la Reignited Trilogy, rispettivamente dedicate a Crash e Spyro, ma si colloca un gradino sotto.
C’è da dire che anche all’epoca, MediEvil era un ottimo prodotto, ma un po’ meno curato rispetto a quelli di altre mascotte Sony e questa condanna sembra voler seguire lo stesso corso anche a 20 anni di distanza.
Il gioco è tutto in italiano, col doppiaggio del 1998
Su PlayStation 4 Pro MediEvil gira comunque a 60 frame al secondo e quasi mai cala in maniera vistosa, salvo giusto in un paio di punti al netto dell’intera avventura.
Il gioco non solo è interamente doppiato in italiano, ma il doppiaggio è quello originale del 1998. Non aspettatevi quindi grandi prove attoriali: all’epoca era già un mezzo miracolo avere qualcuno che parlasse in italiano all’interno di un videogioco, sarebbe stato decisamente troppo aspettarsi anche la giusta dose di pathos.
Ma anche così i dialoghi sono spassosissimi, tra accenti romaneschi, inflessioni siciliane ed il solito incomprensibile farfugliamento di Sir Daniel Fortesque.
Vero fiore all’occhiello è invece la colonna sonora, ispirata al vecchio campionamento e interamente registrata dall’Orchestra Sinfonica di Praga che ha svolto un lavoro a dir poco sorprendente, riuscendo a replicare tutti i motivetti più orecchiabili per trasformarli in piccoli gioielli musicali di stampo classico.
MediEvil oggi è esattamente come allora: un gioco divertente, gratificante e spensierato. Con la sua immancabile ironia e il suo carismatico protagonista può senza dubbio fare colpo anche in questa generazione e ridiventare un’icona associata orgogliosamente al marchio di PlayStation. Il prezzo accattivante a cui viene venduto è giustificato in parte dal contenuto estremamente ridotto: non si tratta infatti della saga completa, come per altre edizioni remastered, ma solo del primo capitolo riproposto com’era 20 anni fa, salvo le dovute eccezioni tecniche. Eccezioni che purtroppo non lasciano a bocca aperta come si sperava, ma che comunque bastano per tirare a lucido un’opera celebre e universalmente riconosciuta e amata da tutti i giocatori “non più giovanissimi”. Se siete tra questi, non dovreste lasciarvi scappare questa rimasterizzazione di MediEvil: l’assoluta fedeltà con cui sono riproposti tutti i contenuti più caratteristici, dal menù iniziale con lo scheletro al Salone degli Eroi, basta a far capire quanto impegno e quanta devozione sono stati riversati in questa produzione da Other Ocean, seppur ciò non è bastato ad assicurare una resa grafica all’altezza. Se invece non conoscete Sir Daniel Fortesque, non c’è occasione migliore di questa remastered. |