Avendo, ora più che mai, una visione d’insieme chiara e definita, non è azzardato definire The Phantom Pain come il Metal Gear Solid definitivo. Tutto, dal mondo di gioco al gameplay, si incastra alla perfezione senza sbavature, permettendo al giocatore di vivere l’esperienza secondo il proprio stile, ma sempre in modo fluido e continuo, senza menù invasivi o cutscene interminabili. Kojima sembra aver preso il meglio dei suoi titoli precedenti, per inserirlo in un’opera che diverrà probabilmente l’emblema della saga e non solo. Sebbene la componente narrativa resti in qualche modo criptica e volutamente misteriosa, il titolo è incredibilmente variegato per quanto riguarda modalità e contenuti: oltre a Metal Gear Online infatti, sarà presente una modalità in cui potremo condividere la nostra Mother Base online, permettendo a chiunque di invaderla e, nel caso, di saccheggiarla. Si tratta di un gioco nel gioco, che ci vede impegnati a sfidare la Mother Base a tutti gli effetti, in una sorta di 1vs1 asimmetrico.
Dettagli semplici, che vanno ad aggiungersi ad un quadro di per se complesso ed estremamente sfaccettato che non vediamo l’ora di giudicare nella sua interezza, con tutti i pezzi del puzzle al posto giusto. Dal punto di vista grafico il FOX Engine, pur non impressionando in tutte le sue sfaccettature, riesce a mettere in piedi ambientazioni realistiche e con un livello di dettaglio eccellente. Non sarà next-gen nella sua forma più pura, ma è senz’altro un grande esempio di quanto un motore ottimizzato e funzionale possa portare su schermo un mondo realistico, vivo, reattivo e graficamente splendido. Ground Zeroes era solo un antipasto, ve lo possiamo assicurare.
La nostra prova con The Phantom Pain non ha fatto luce su alcuni misteri legati alla narrazione principale, ne ha svelato ulteriori novità, ma si è “limitata” a confermare e ad aiutarci a sviscerare con più consapevolezza alcuni dettagli già noti da tempo, ma le cui potenzialità possono essere testate solo con una prova sul campo. Metal Gear Solid V è immenso, profondo e complesso, ma non rinuncia ad offrire al giocatore la libertà e la personalizzazione che il genere merita. Settembre è vicino più che mai: il cerchio disegnato da Kojima sta per chiudersi definitivamente, per quella che a conti fatti potrebbe essere l’esperienza Metal Gear definitiva.
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