Los Angeles – Metal Gear Survive è uno di quei titoli che, lì per lì, fai fatica ad inquadrare. O anche ad accettare del tutto, ad essere davvero onesti: da un lato perché senza quella scritta “A Hideo Kojima Game“, per quanto ti possa sforzare, non è la stessa cosa. Dall’altro perché trasformare quello che da sempre è un universo di spionaggio, scene memorabili, epiloghi da far commuovere anche le pietre e intrecci narrativi da far impallidire Hollywood, in un mondo alternativo pieno di creature mostruose, “scovato” dopo aver attraversato un wormhole che precede di pochi istanti l’esplosione di Mother Base, non è quel genere di sceneggiatura in grado di farti vincere l’Oscar.
Poco da fare, ci siamo avvicinati al booth di Metal Gear Survive con la consapevolezza (amara, permetteteci) che difficilmente avremmo trovato qualcosa capace di farci cambiare idea, dopo l’allucinante presentazione in occasione di gamescom 2016. Nemmeno la fugace introduzione alla sessione hands-on, che spiegava rapidissimamente le meccaniche single player concentrandosi sul main theme della giornata, la coop per quattro giocatori, è riuscita nel miracolo: e con tutta la preoccupazione del caso, abbiamo afferrato il pad tra le mani e ci siamo gettati nella mischia.
Il risultato? Beh, qualcosa di vagamente positivo l’abbiamo trovato. Premesso che Metal Gear Solid Survive sta a Metal Gear quanto Zelda sta a Call of Duty, dobbiamo ammettere che sopravvivere alle tre orde nemiche cercando di collaborare per quanto possibile, vista l’assenza di un headset con microfono, un po’ ci ha divertito. Abbiamo scelto il nostro alter ego tra quattro disponibili, rispettivamente due bestioni close combat e due soldatesse decisamente più atletiche ed esperte con le armi a medi-lunga gittata, ritrovandoci nella lobby di caricamento tutti con lo stesso personaggio. Un chiaro indice che qualcosa di meglio per diversificare classi e personaggi avrebbe potuto essere fatto (fermo restante che, una volta conclusa l’opera, sarà possibile creare da zero il proprio alter ego) ma vabbè, di una pre-alpha stiamo parlando, da qui al fumoso “early 2018” di tempo per correggere il tiro ce n’è.
L’obiettivo della modalità co-op è semplice: resistere a tre orde nemiche, di difficoltà, frequenza e resistenza crescenti, avendo cura di mantenere intatto il generatore di singolarità in nostro carico. A cosa serva un tale generatore, onestamente, è uno di questi misteri su cui non abbiamo voluto indagare – vista e considerata una trama che vabbè, per quanto detto sinora parla abbastanza da sola: interessante il command schema, che pur richiedendo un leggero rodaggio iniziale permette di alternare tra due armi principali e due secondarie (mitragliatori, fucili e pistole, ma anche archi speciali particolarmente potenti) e un set di sei items, tre dei quali attivabili col dorsale sinistro e tre col destro. Tali item spaziano da elementi offensivi, come mortai, trappole incendiarie o bombe a mano, ad elementi difensivi atti a fortificare la resistenza della nostra piccola base: torrette, ad esempio, da cui cercare una miglior posizione per un clear shot, o reti metalliche con cui impedire temporaneamente l’accesso alla minaccia zombesca.
La selezione di armi e item è demandata alla croce direzionale di DualShock: su e giù per switchare armi principali e secondarie, destra e sinistra, rispettivamente, per scorrere gli slot di item associati ad entrambi i dorsali. A seconda della tipologia di oggetto prescelta sarà necessario un placement (con tasto quadrato) in una zona adeguata (come nel caso delle reti protettive o dei mortai) o la semplice pressione di X o del trigger R2 (nel caso delle bombe) per effettuare il lancio.
Mettiamola così: Metal Gear Survive è un gioco insolito.
C’è altro da dire? Beh, non molto onestamente. Il grosso del lavoro consiste nel fortificare a dovere il nostro fortino, avendo cura di monitorarne gli accesi più critici e vomitare tonnellate di piombo verso gli incombenti nemici prima che arrivino al suddetto generatore. Evenienza pressoché impossibile nelle prime due ondate e matematicamente certa nel corso della terza, laddove l’utilizzo di due mech – rinvenuti muovendoci di pochi metri nella mappa di gioco, come suggeritoci da uno dei ragazzi del team di sviluppo – ha facilitato non poco il compito di chi vi scrive, che da novello Rambo metallizzato con particolari skill nella sacra dote del calcione ha fatto la giusta piazza pulita nei momenti più critici.
Due le evenienze di game over: quando tutti e quattro i giocatori sono morti o quando il generatore scoppia, lasciandoci col proverbiale cerino in mano. Nel complesso la difficoltà non ci è parsa così esagerata, laddove l’introduzione di diverse tipologie di nemici avanzati (alcuni corazzati, altri esplosivi) in un paio di occasioni qualche grattacapo ce l’ha regalato. Nel complesso, la modalità cooperativa di Metal Gear Survive potrebbe anche funzionare: non è complicata da giocare, ci si abitua abbastanza in fretta e, se giocata con i giusti amici, magari un paio d’ore di divertimento te le regala pure. Non fosse che, alla fine della fiera, non aggiunge nulla che non sia mai stato visto e giocato almeno un centinaio di volte – nonostante l’insistenza, nel corso della presentazione, sul legame tra co-op e single player: migliori i risultati nella co-op, tanto maggiore sarà il loot guadagnato e utilizzabile nella modalità giocatore singolo. Ok, indubbiamente una feature degna di nota: ma dovesse essere la prima volta che udite una caratteristica come questa, signori miei, al posto vostro inizierei a preoccuparmi.
In conclusionE3
Mettiamola così: Metal Gear Survive è un gioco insolito. Se siete arrivati sino a questo punto dovreste aver capito quanto l’ultimo gioco di uno dei franchise più amati al mondo da almeno 20 anni non solo ha fatto i salti mortali per starci antipatico già in partenza, ma non ha fatto particolari cose una volta stretto il pad tra le mani per invertire questa delicata situazione. Magari la modalità single player sarà rivoluzionaria, chissà, ma la cooperativa provata oggi presso il booth Konami non è riuscita a lasciarci ricordi decisamente positivi, se non un paio di scene esilaranti (come un colpo di mortaio lanciato dal sottoscritto in direzione dei tre compagni di squadra, che nella lobby di prova lo stavano aspettando per avviare la partita). Chiariamo una cosa importante: non è un brutto gioco, e gli amanti delle coop survival – quelle infarcite di orde e di strumenti per difendere casuccia propria – troveranno quanto basta quantomeno a divertirsi un paio di pomeriggi, a patto di dimenticarsi almeno per un po’ la profondità che anni or sono aveva sua maestà Left4Dead. I problemi grossi di Metal Gear Survive e della sua modalità per quattro giocatori, stando a quanto visto oggi, sono essenzialmente due: non introduce nulla, ma davvero nulla, di almeno vagamente innovativo. E, non vi fosse passato il messaggio, non ha nulla a che vedere con quella saga meravigliosa che risponde al nome di Metal Gear. Che lo sapevamo tutti già da tempo, ma quando stringi il pad tra le mani e te lo trovi scritto davanti, voi non sapete quanto male fa.
Commenti