O almeno di quelli “sospetti”.
Il noto analista di Wedbush Securities prosegue nelle sue dichiarazioni al vetriolo sui temi più scottanti del momento nell’industry sparate attraverso il suo “Pach Attack“. Dopo avervi proposto la sua posizione in merito al mercato dell’usato, ora è il turno degli odiatissimi DLC su disco.
Come al solito non usa mezze misure, e se in un primo momento spiega le “buone” motivazioni dal punto di vista delle Software House, dicendo che ognuno gestisce come vuole il modo per distribuire dei contenuti e che in tal modo sarebbero agevolati nel rilascio, d’altro canto afferma che comunque c’è dell’avidità dietro il porre dei contenuti già sul disco, con giochi sempre più corti che spillano soldi continuamente ai fan più accaniti.
Ricorda che i primi tempi bisognava spesso attendere fino a 6 mesi per un DLC: Red Dead Redemption fu il primo a ridurre bruscamente l’attesa (un solo mese) e ormai si raggiunge il D1 stesso in qualche caso che ha suscitato non poco clamore.
In molti casi ci sono stati comunque contenuti davvero ottimi ed al giusto prezzo, in grado di estendere e migliorare l’esperienza di gioco, ma è ovvio che come ci sono dei pro, ci sono anche dei contro.
Difende quindi gli utenti (come accaduto con Street Fighter X Tekken) che ricorrono a metodi alternativi ed “illeciti” (“crack the code“) per usufruire di tali contenuti senza pagare, parlando di “pirateria legalizzata” e del diritto di possedere tutto ciò che è presente sul disco pagato per intero.
Chiaro come i gamers non tollereranno a lungo un tale trattamento, tant’è che la stessa Capcom, ad esempio, ha promesso di rivedere la sua politica sui DLC sui titoli attualmente in sviluppo.
E voi che ne pensate degli amati/odiati DLC?
Fonte: VG 24/7
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