News 17 Gen 2016

Miglior gioco Indie – GameSoul Awards 2015

È finita l’epoca degli indie di nicchia, dei “giochi di serie B”, degli avanzi di pixel. Gli zero dietro gli incassi, il numero di copie vendute e di giocatori attivi aumentano senza sosta, e l’asticella della qualità e del fattore divertimento è spesso pronta ad esplodere.

È stata dura scegliere solo 5 contendenti al titolo di indie dell’anno, e le assenze illustri pesano come macigni, ma andava fatto, e abbiamo selezionato quelle gemme che, a nostro modesto parere, hanno assottigliato ulteriormente il già labile confine tra i AAA e le produzioni più minute, spedendo in territorio squisitamente mainstream giochi a bassissimo budget (ma non sempre, e lo dimostrano i 2 milioni di investimento dietro Rocket League), o realizzati da una sola persona (il chiacchierato Undertale). C’è il già citato calcio-macchinine di Psyonix, vera meteora estiva che ha rapito prima gli utenti PS Plus, che lo hanno potuto scaricare gratuitamente, e poi come una valanga inarrestabile, gli utenti PC e, prossimamente, quelli Xbox One, desiderosi di potersi massacrare sui campi di calcio sporchi di olio del motore i propri amici.

Her Story è finito nelle top personali di più di un redattore, e meritatamente: è un esperimento tanto curioso quanto riuscito, una forma di narrazione nuova, fresca, intrigante. Ruota infatti attorno ad un caso di omicidio, e agli interrogatori rivolti all’indiziata principale, la moglie della vittima, interpretata da una Viva Seifert semplicemente divina, e sta al giocatore setacciare l’intero database di un computer impolverato alla ricerca di frammenti utili alla risoluzione del caso.

Undertale è un curioso ed atipico RPG, apprezzato per la sua ironia e il suo coraggio, ma soprattutto per elementi come il gameplay davvero stravagante, infrazioni della quarta parete in ogni dove, citazioni, una colonna sonora divina, confezionata insieme all’intero titolo dal solo Toby Fox, e decisioni in grado di stravolgere l’intera avventura, a partire dalla scelta o meno di uccidere i nemici stessi, potendo optare per il dialogo e farli così desistere dall’inutile spargimento di sangue. Broforce è un tuffo nei ricordi, e non solo perché si tratta di uno shoot’em’up caciarone e gustosamente retro nella grafica e nelle meccaniche: ad ogni checkpoint il vostro avatar cambierà, tramutandosi in una copia spudorata e neanche troppo velata di qualche eroe di un vecchio film d’azione o fantascienza, dalla tostissima Ellen Ripley a Neo, da Ash (no, non quello dei Pokémon) a Conan, ognuno con armi e colpi speciali unici. Modalità, frenesia e nostalgia a palate.

Chiude il cerchio Volume, tributo elegante e spiccatamente british, condito da humor e finezze di vario tipo, al primo Metal Gear Solid, e nello specifico, alle sue VR Missions: missioni in cui il giocatore dovrà raccogliere delle preziose gemme, evitando accuratamente di finire nel campo visivo dei nemici, unendo tempismo e arguzia a strumenti e tecniche da manuale del genere stealth.


rocket-league


Her-Story1


Undertale1


Broforce1


Volume1


And the winner is…

indie

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