Se c’è una categoria per la quale il 2017 si è rivelato non solo proficuo ma stupefacente in termini di favore della critica per i suoi titoli più rappresentativi e della risonanza che solo richiamandone il nome riescono a ottenere fra i giocatori, è senza dubbio quella dei Giochi di Ruolo. Sono titoli complessi, spesso dallo sviluppo lungo e travagliato, che aspettiamo e desideriamo per anni seguendone anche il più piccolo aggiornamento, intavolando lunghissime discussioni spesso basate sulle ipotesi che un semplicissimo artwork è bastato a scatenare; giochi che per l’estenuante attesa cui ci sottopongono meriterebbero spalle volte e silenzio, e invece no, perché sappiamo che questa stessa attesa sarà ripagata da ore e ore d’immersione in realtà virtuali che spaziano fra le situazioni più disparate: dal classico fantasy medievale alla distopia urbana moderna – nel mezzo, quel pizzico di steampunk e assurdità dissacranti che non guastano mai. Vi state già facendo un’idea?
Allora avrete già capito che quando parliamo di distopia urbana ci riferiamo a Persona 5, un grandissimo ritorno per la serie Atlus che con le sue cento e passa ore di gioco ci presenta un’esperienza straordinaria, memorbile e non è esagerato dirlo fra i più profondi JRPG dell’ultimo decennio. Un design accattivante persino nei suoi aspetti più minimali e un intreccio narrativo meravigliosamente scritto ne fanno non solo il nuovo standard per i giochi di ruolo giapponesi ma il miglior capitolo che potesse debuttare su PlayStation 4.
Abbandoniamo la maschera del ladro per indossare i panni dell’avventuriero e viaggiamo da fattorie solitarie fino a prendere parte a epiche battaglie campali contro divinità provenienti da dimensioni remote, in Divinity: Original Sin II – uno dei più avvincenti giochi di ruolo fantasy realizzati. Il suo mondo, puro ed emozionante, è sormontato da un sistema di combattimento tattico che lo inserisce di diritto nel pantheon dei migliori GdR.
Passiamo di-rettamente a un gioco che fa delle parolacce, delle bestemmie e del politically incorrect i suoi punti di forza. Intenso come i peti di cui si fregia il protagonista, South Park: Scontri Di-Retti emula la serie TV e si trasforma in un titolo memorabile, capace di evolversi visibilmente rispetto all’originale nonostante la storia prenda vita esattamente un giorno dopo la precedente, di lasciare un segno. Vi colpirà dritti al naso.
A proposito di ventate d’aria (fresca questa volta), sebbene le sue migliorie non si traducano in un nuovo gioco per gli appassionati di vecchia data, Final Fantasy XII: The Zodiac Age è un piccolo gioiello, un’esperienza rifinita che supera a sua volta le cento ore e mostra il gioco sotto una nuova luce: la sua lore ricca e un Gambit System perfettamente collaudato nel tempo dovrebbero invogliare a conoscerlo chi non ha mai intrapreso il viaggio attraverso Ivalice per scoprire un’edizione definitiva che migliora il titolo originale su tutta la linea.
Ambizioso, sconfinato, con pochi concorrenti che possano tenergli testa su una console come Nintendo Switch, Xenoblade Chronicles 2 è il gioco perfetto per tornare a immergervi in un open-world vivo dopo gli spettacolari panorami di The Legend of Zelda: Breath of the Wild. E quando parliamo di titolo immenso, sappiate che non stiamo facendo riferimento a una questione di quantità sopra la qualità – non solo.
Noi ci siamo espressi, ora è il vostro turno: qual è secondo voi il miglior gioco di ruolo del 2017?
And the Winner is…
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