09 Ott 2016

Minecraft: Story Mode – Episode 8: A Journey’s End? – Recensione

Un’altra avventura di Telltale Games arriva alla sua conclusione dopo circa un anno di vita: Minecraft: Story Mode, partita non col piede giusto, ha poi lentamente guadagnato senso e spazio con il passare degli episodi. Jesse, il protagonista, ne ha infatti passate di cotte e di crude insieme ai suoi compagni, ai rivali e agli insospettabili nemici che si annidavano in dimensioni parallele. Quella che infatti era partita come una storiella da paese si è poi trasformata in un viaggio attraverso tutte le novità che Minecraft ha introdotto fin dal suo lancio: seguendo l’andamento degli update che hanno colpito la versione ufficiale, anche Minecraft: Story Mode ha approfittato delle innovazioni per plasmare la propria trama e mostrare più da vicino le meccaniche del gioco.

Con l’Episodio 8 si chiude l’intera storia, dopo ben due diversi Season Pass che ne hanno caratterizzato l’andamento. È stata infatti dimenticata per un attimo la via classica dei 5 episodi, in favore di una doppia serie di 4 episodi ciascuna: i primi propedeutici e gli altri più profondi nelle meccaniche e nella narrazione, includendo anche alcuni personaggi d’eccezione.

Per concludere la faccenda, Telltale Games ha pensato bene di creare un episodio che riunisse le motivazioni del viaggio di Jesse: la scoperta dell’acciarino magico, il corridoio dei portali e l’incontro finale con gli Old Builders sono gli eventi più importanti, che si riuniscono ora in un duello che prende parecchio spunto da Hunger Games, oltre ad essere basato sulle ultime scelte del giocatore.

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Dopo aver sconfitto PAMA e convinto Harper ad aiutare Jesse e i suoi compagni, il gruppo si ritrova per l’ennesima volta nel corridoio dei portali, pronto per andare finalmente a casa. Tuttavia, Harper è stata molto abile nel gioco di parole usato con i personaggi, poiché è solo a conoscenza del metodo per esaudire il loro desiderio, ma non ha il potere per farlo. Già qui è necessaria una presa di posizione nei suoi confronti: assecondare le sue spiegazioni poco chiare o fare di testa propria?

Ciò che si sa per certo è che il Redstone Heart recuperato da PAMA si rivela essere la chiave per accedere all’ultimo portale, quello originale che porta al mondo degli Old Builders, di cui Harper faceva parte. L’avventura di Jesse non finisce dunque qui, ma si appresta ad entrare nel suo capitolo finale, forse il più pressante dal punto di vista etico, morale e psicologico: per quanto infatti il protagonista si sia imbattuto in nemici senza rispetto, questa volta si trova davanti ad un gruppo di persone intelligenti, seppur spietate, e poco inclini ad essere private del loro potere.

Arrivati nella nuova dimensione parallela, Jesse ed i suoi compagni vengono subito buttati in quella che pare essere una partita di Spleef: l’obiettivo è distruggere il terreno sotto i piedi dell’avversario, per farlo cadere in una fossa e condannarlo allo schiacciamento. Subito la situazione si fa rovente, vista la frenesia con cui i giocatori combattono tra di loro, la foga dei gladiatori e l’attenzione superba dei creatori: tutto fa pensare ad una versione Minecraft di Hunger Games, dove i lottatori si scontrano per la propria sopravvivenza lasciando da parte pietà e compassione.

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L’obiettivo di Jesse, tuttavia, è recuperare un oggetto in grado di riportarlo a casa, ovvero l’Atlas: esso è in mano a Hadrian, Mevia e Otto, i rimanenti Old Builders che regnano sulle vite dei giocatori. Per recuperarlo, Jesse deve per forza scendere a patti con loro e capire come batterli al loro stesso gioco, salvando così i compagni ed il resto dei lottatori.

Da qui in poi è conveniente godersi la trama senza sapere altri particolari: tutto ciò che accade in seguito è infatti piuttosto importante per le nostre decisioni, poiché fa leva su ciò che le persone amano usare maggiormente durante la loro vita, ovvero la vendetta. Le azioni degli Old Builders sono sconsiderate e schiaviste, fattore che accresce il desiderio di far capire loro cosa significhi subire tali ingiustizie: da qui la scelta etica del protagonista, sempre divisa tra un comportamento accondiscendente, seppur rivoluzionario, oppure direttamente violento per combattere a sua volta la violenza.

Ogni scelta o dialogo ricade sempre su Jesse o su qualche compagno, anche se non si trova con lui. E nonostante gli Old Builders esercitino angherie sui lottatori, c’è comunque qualcuno di loro convinto di divertirsi comunque con una dittatura del genere: è bene ricordarsi che esiste solo un vincitore durante i Giochi, quindi occorre usare la massima attenzione nel fidarsi di qualcuno o nell’essere scortese con altri.

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Questo episodio di Minecraft: Story Mode, forse per celebrare la fine della stagione, è leggermente più lungo ed articolato rispetto agli altri. La presentazione del cast viene infatti posta già dopo svariati minuti dall’inizio, significando una maggiore longevità: l’entrata in gioco di Jesse, la scoperta degli Old Builders e l’investigazione nel quartiere dei lottatori sono infatti le premesse per la parte centrale e terminale dell’episodio. È importante scoprire tutti i dettagli dei Giochi durante quelle parti della storia, poiché includono dialoghi che andranno poi ad influenzare le gare stesse ed il duello finale: lasciarsi prendere dalla foga del momento, specialmente rispondendo in modo brusco alle persone sbagliate, chiuderà infatti alcune vie della storia per ottenere semi-finali diversi. Il termine “semi” sta a significare che c’è ovviamente un termine all’episodio singolo, per poi arrivare a quello globale dell’intero Minecraft: Story Mode.

Il target iniziale e finale al tempo stesso è infatti quello di tornare a casa sani e salvi, per riabbracciare finalmente il proprio luogo d’origine e tornare alla vita tranquilla di una volta, fatta eccezione per qualche pavido giramondo ancora non sazio di avventure. Forse il punto leggermente debole di tutto questo è proprio il duello finale: vista la grandezza degli Old Builders e preso in considerazione l’avvicinamento della Stagione, forse sarebbe stato meglio pensare a qualcosa di più pomposo, simile all’abbattimento della Wither Storm nell’Episodio 4. Invece, l’intero Episodio 8 si basa soprattutto su sequenze QTE lunghe e variegate, il cui fallimento porta spesso al game over.

Anche il duello finale segue questa impronta, rinunciando all’epicità per lasciare posto a qualche minuto di gameplay in più: tuttavia, la fine della trama è sicuramente soddisfacente dal punto di vista narrativo, con un effettivo ritorno alle origini ed una leggerissima apertura ad un’eventuale Stagione 2 per Minecraft: Story Mode. Senza contare che, se guarderete la scena dopo i titoli di cosa, accadrà qualcosa di relativo ad una scelta effettuata parecchio tempo fa!

Conclusioni

Il crescendo di Minecraft: Story Mode è stato più che visibile durante questi 8 episodi. Partito in sordina, si è rivelato essere un’avventura classica di Telltale Games: nonostante il concept sia identico tra tutti i giochi prodotti dalla società, se una cosa funziona, allora non ha senso cambiarla.

L’inizio dell’avventura sembrava spento, privo di aspirazione e limitato alla casa sull’albero di Jesse. Anche se i personaggi avevano un minimo di carisma in grado di differenziarli, la loro presenza nella trama non andava troppo oltre quella di semplici amici del protagonista: l’unico ad avere un effettivo senso era forse il maialino Reuben. Quando però gli avvenimenti della trama hanno cominciato a seguire una certa strada, allora l’universo di Minecraft: Story Mode si è aperto e ha fatto vedere di che pasta sono fatti gli scrittori di Telltale Games.

Minecraft: Story Mode è così uscito leggermente dalla modalità fiabesca ed innocente dei giochi per bambini ed ha assunto un atteggiamento di poco più maturo, in grado di mettere il giocatore davanti a scelte morali o discutibili. Col senno di poi, sarebbe dunque un valido acquisto per seguire una storia che si è rivelata man mano sempre più interessante, oltre ad essere, adesso, anche abbastanza longeva, viste le circa 9 ore di gameplay. Se questo è il percorso che le nuove serie di Telltale Games vogliono seguire, allora ben venga una simile crescita nel corso dei giochi in produzione.

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