La sicurezza potrebbe passare per il PSN.
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Che in Italia basti avere un conoscenza approssimativa di ogni cosa per fare il politico, questo è poco ma sicuro, tant’è che non vedo differenze tra quel lavoro e i fashion blogger, se non fosse che i primi hanno in mano solamente un Paese da 60 milioni di abitanti.
Sul serio, cosa ci aspettiamo da persone che nemmeno sanno cosa sia lo spread e poi vengono a farci la morale sui videogiochi? Ok che qua è in gioco la sicurezza delle persone, ma sempre di strumentalizzazione e propaganda politica si tratta; procediamo però con ordine.
Subito dopo gli attentati terroristici avvenuti circa due settimane fa a Parigi, le indagini hanno portato a scoprire una PS4 nella casa di un terrorista. Un Ministro del Belgio, attraverso un complicato algoritmo di sillogismi rifacenti al genio di Aristotele, ha dedotto che la console fosse stata usata per comunicare con gli attentatori e preparare il piano d’azione. Una tale intuizione non poteva passare inosservata agli occhi degli attenti media europei e, soprattutto, Italiani, che si sono pure lasciati abbindolare da un pessimo tentativo di Photoshop che ha quasi rovinato l’immagine ad un innocuo cittadino del web.
Da un ministro all’altro, anche il nostro caro Orlando ha deciso di aprire bocca per dire la sua, promettendo intercettazioni nelle chat PlayStation, sia vocali che testuali. Non è tutto, dato che anche i “programmi come, ad esempio, quelli per scaricare musica” saranno tenuti sotto controllo. Nel mirino ci sono insomma tutti quei servizi di comunicazione che non fanno del dialogo il loro obiettivo primario.
Parlando seriamente, il fatto che ci fosse una console nell’appartamento non costituisce una prova che sia stata usata nella pianificazione dell’attentato, ma è comunque possibile che abbia avuto la sua utilità in qualche arcano modo. Sony stessa ha risposto all’esternazione del Ministro Belga indicando quanto sia sorvegliato il sistema PSN, dagli utenti e dai moderatori.
Ma perché le console potrebbero essere un covo sicuro per associazioni a delinquere? La risposta i politici non la sanno, ma i giocatori la conoscono molto bene: bisogna tornare esattamente ad un anno fa, quando i famigerati hackers di Lizard Squad cominciavano a lanciare i primi attacchi DDOS contro PSN e Xbox Live in vista del progetto più ambizioso, ovvero bloccare entrambi i servizi durante il Natale. La minaccia è stata sventata in ritardo e ha costretto molte persone a tenere spente le console durante le feste, ma subito dopo Sony e Microsoft si sono adoperate per alzare i livelli di sicurezza, escludendo organi esterni dalla sorveglianza sui servizi.
È diventato dunque più difficile accedere dall’esterno al cuore di PSN e Xbox Live e non solo per i malintenzionati, ma anche per i Governi. Le intercettazioni delle chat sono malviste da Sony e Microsoft poiché aprono porte che potrebbero permettere l’accesso anche agli hackers. I sistemi interni di vigilanza si sono rafforzati e fanno leva, da sempre, sul feedback degli utenti stessi, in grado di segnalare comportamenti scorretti o sospetti: visto che i giocatori sono spesso nutellosi o estremamente permalosi, questo sistema funziona in modo impeccabile e spesso porta addirittura a segnalazioni superflue. Eppure una volta che si è in chat private nessuno può sapere di cosa si stia parlando, quindi da quel punto di vista un motivo per alzare i livelli di attenzione potrebbe esserci.
Se dunque un simile approccio può giovare alla nostra sicurezza, ben venga, ma il rischio è che il mondo del gaming subisca ancora una volta il giudizio ignorante di chi parla senza conoscere. Tra l’altro, qua si discute di PlayStation, indubbiamente la console più conosciuta al mondo: è talmente famosa che quando uso la mia Xbox One mia madre passa dietro dicendo “sei ancora attaccato alla pleistescion?”. E non è che succeda l’inverso quando mi “attacco” alla PS4.
Basta poco infatti per portare il livello di attenzione da un’unica console a tutto il gaming in generale. Di questo passo anche gli scambi di Pokémon con messaggio allegato potrebbero essere controllati, ma per fortuna quelli non si vedono più dalla seconda generazione. Il Ministro Orlando insomma non sa cosa significa tenere controllato un simile sistema, altrimenti avrebbe già presentato un piano molto più dettagliato e tecnico prima di esprimersi. Ma siccome dubito che sia stato in grado di scaricare da solo WhatsApp sul suo iPhone, non penso che le sue conoscenze in ambito informatico siano tali da garantire la sicurezza al Paese che rappresenta.
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