News 21 Nov 2014

Minutes – Recensione

Vi siete mai fermati a pensare a quanto tempo passiamo davanti alle nostre console? Esclusi i malati di speedrun e simili, non sembra possibile calcolare facilmente giorni, ore e minuti “tolti” alla nostra vita e dedicati alle milioni di vite diverse che il mondo dei videogame ci permette di vivereIl tempo è una delle cose più enigmatiche e intriganti che l’essere umano si sia mai trovato ad affrontare, una quarta coordinata che ci illudiamo di poter ritenere prevedibile, ma che non per questo smette di affascinare e inquietare: va avanti anche se non lo misuriamo, la sua marcia procede inarrestabile con o senza di noi.

Giocando proprio sul vero significato del tempo arriva Minutes, creato da Red Phantom Games. Non è una compagnia tripla-A e di certo non lavora con budget multimilionari, ma Red Phantom decide saggiamente di puntare tutto su quello che molti, nell’industria videoludica moderna, considerano il pilastro essenziale della “creatura” videogame: il gameplay. E tutto quel bel preambolo sul tempo non è a caso, perché Richard Ogden (il vero nome dell’unico componente di Red Phantom Games) utilizza proprio il tempo come criterio fondamentale. Vediamo insieme cosa quest’uomo, con 17 anni di esperienza nel mondo dei videogiochi, è riuscito a portare sulle nostre console.

Spiegare Minutes è allo stesso tempo complicato e semplice, ma cercate lo stesso di seguirmi per un momento: il giocatore prende il controllo di un cerchio che potrà muoversi liberamente nella schermata di gioco, con linee e altre forme geometriche che arriveranno dai bordi dello schermo e che, a seconda dei casi, dovremo assorbire per accumulare punti o evitare. Con i grilletti potremo inoltre raddoppiare la misura del cerchio, e qui entra in gioco la fantastica dinamica del risk/rewardAumentando la nostra dimensione aumenteremo anche il multiplier, ma così facendo sarà maggiore la possibilità di assorbire gli elementi “tossici”: assorbiamone troppi, e il nostro amico circolare si romperà. GAME OVER.

Ognuno dei 60 stage dura un minuto, portando (apparentemente) la longevità del titolo a un’ora, ma è qui che Richard Ogden spinge la sua creatura verso i limiti del capolavoro: al giocatore (qui come in tanti altri titoli) viene tacitamente offerta la possibilità di affrontare ogni livello passivamente, facendo il minimo indispensabile e non badando a bonus, boosts, o obiettivi “secondari”, eppure molti, come me, si troveranno a provare e riprovare livello dopo livello nell’eterno inseguimento di quell’high-score mai vicino ma sempre a portata di mano.

Minutes prende così le forme di uno di quei titoli che spopolerebbero in un App Store, ma anche di quelli che una volta, a favor di nostalgia, si giocavano negli arcade e nelle sale giochi del nostro Bel Paese: la creazione di Ogden entra così a piccoli passi nel Pantheon dei piccoli gioielli che raramente si smettono di giocare. Se 60 livelli non vi dovessero bastare, a dare quella marcia in più c’è una sfida giornaliera, che vi metterà di fronte a un livello casuale, in competizione con il mondo.

Minutes è uno di qui giochi facili da imparare e difficili da perfezionare, e non abbandona mai questa sua identità. I segmenti che usciranno dai lati del nostro schermo, siano essi benefici o fornitori di danno, non seguono un movimento casuale, aderendo invece a un comportamento di mobilità predefinito e che “aiuta” il giocatore a organizzarsi al meglio: spesso infatti (e per puro caso) si noteranno dei punti precisi dove piazzarsi per aumentare il punteggio ed evitare i “nemici”. Ad aiutare il giocatore nelle peripezie in cui dovrà cimentarsi, ci sono dei “power-up” (4 diversi): si sbloccheranno con l’avanzamento dei livelli, e in una partita se ne potrà attivare solo uno, e solo una volta.

Visivamente Minutes è uno splendore, anche grazie ai 1080p a 60fps fissi. Se visivamente si può definire un bullet-hell, il comparto sonoro è un po’ il cacao spolverato sul tiramisù: la musica riesce a rendere il tutto più godibile, grazie a cadenze e ritmi sempre adatti alla natura “casual gaming” del titolo di Red Phantom, e chiude il cerchio di quello che non temo di definire un piccolo capolavoro.

In conclusione…

Minutes è un titolo ideato, creato e portato alla luce da un solo uomo, che ha inseguito la sua idea di videogioco fino a portarlo sulle nostre console, e già per questo merita un grande plauso. Se poi aggiungiamo la giocabilità davvero affascinante, la facilità di apprendimento delle meccaniche del titolo e la difficoltà assurda nel lasciare il controller, possiamo affermare senza dubbio che Red Phantom Games ha la strada spianata verso un futuro davvero radioso, forse anche su generi diversi da quello marcatamente bullet-hell di questo. Minutes promette di rubarvi solo un’ora, ma posso assicurare che vi intrappolerà per molto di più.

Voto: 9/10

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