News 19 Giu 2015

Mirror’s Edge: Catalyst – Anteprima E3 2015

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Come da tradizione, gli elementi dell’ambiente con i quali sarà possibile interagire durante le proprie corse verranno messi in risalto con un rosso saturo e brillante, mentre delle frecce ci indicheranno la retta via per l’obiettivo, ma non la più comoda o semplice: in una delle tre tipologie di missione portata a termine inserite nella seconda porzione di demo, “Dash“, che richiede di passare da un punto A ad un punto B entro un certo limite di tempo, abbiamo tranquillamente disintegrato e dimezzato il record precedente (grazie al suggerimento di uno degli sviluppatori) cambiando direzione e ritrovandoci direttamente alla fine del percorso senza troppa fatica.

In “Billboard Hack”, similmente alle torri di Far Cry 4, dovremo ingegnarci a raggiungere la cima di un palazzo e disattivare i manifesti propagandistici, scovando i giusti punti da afferrare, non più così in risalto come durante la normale esplorazione. Infine, in “Delivery“, dovremo consegnare dei pacchetti affrontando la security, composta da Enforcer, Protector e Sentinel, ognuno da affrontare con una determinata strategia, ma piuttosto inermi durante la prova per via della natura di “tutorial” del tutto.

Con l’abbandono delle pessime sezioni di combattimento armati di pistola, una forzatura che svilì in parte tutto ciò che di buono era stato costruito col titolo originale, DICE ha chiaramente dimostrato di aver recepito i feedback di stampa e utenti, optando per una soluzione più semplice e, letteralmente fluida, ma che rischia di appiattire gli scontri per via della sua automaticità e semplicità, legata com’è al solo tempismo. A sorpresa o in pieno volto, è stato sicuramente bello vedere i nemici cadere sotto calci e pugni inferti con leggiadria e scioltezza, ma la vera soddisfazione è provenuta principalmente dalla spettacolarità (punto di forza di un film d’azione) e non tanto dal gameplay (punto di forza di un videogioco d’azione).

Tre quest molto semplici e immediate (ma non troppo stimolanti) che permettono di avere un assaggio introduttivo della libertà e delle attività che la City of Glass ha da offrire.

Ne è valsa la pena attendere così a lungo. 

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Il primo impatto con Mirror’s Edge: Catalyst può dirsi certamente positivo, ma non del tutto privo di dubbi. Se graficamente e artisticamente il titolo si difende in maniera egregia sin dalle prime battute, le novità introdotte lasciano sì presagire di trovarsi tra le mani un Mirror’s Edge 2.0 in grado di riempire le lacune e di correggere gli evidenti problemi del primo episodio, a partire dal combat system rivisitato e più naturale, e dalla inedita struttura open world con la quale rendere più variegata e ricca l’esperienza, ma una certa automaticità negli scontri e dei tetti di grattacieli non così diversificati tra loro, fortunatamente relativi ad una sola mezz’ora di gioco (per di più introduttiva, come specificato).

Per rendere questo nuovo capitolo delle avventure di Faith memorabile quanto il primo, DICE dovrà indubbiamente offrire dei nemici astuti e complessi da abbattere (o quantomeno stimolanti), e una City of Glass da esplorare in lungo e in largo, a terra e a mezz’aria, tramite l’eccellente componente parkour. Quest’ultima, pad alla mano, scaturisce sensazioni, a partire dal flow e dalla precisione dei movimenti (enfatizzati dalla prima persona), che lasciano davvero ben sperare per il meglio già durante il primissimo contatto.

Un’attesa lunga sette anni, otto, tenendo conto del fatto che uscirà su PS4, Xbox One e PC il 23 febbraio 2016, ma che promette di ripagare ogni secondo trascorso.

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