News 28 Ott 2015

Mirror’s Edge: Catalyst – Anteprima GamesWeek 2015

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MilanoMirror’s Edge non ha certo bisogno di presentazioni particolari: si tratta, citando la nostra anteprima da Colonia, di “un titolo con una direzione artistica tanto insolita quanto accattivante, per una giocabilità che, per la prima volta, cerca di riproporre le complesse meccaniche del parkour in un insolito contesto FPS”. Detto ciò, provate a tornare indietro al 2008, senza andare a leggere recensioni o anteprime, pensando a quando eravate pad in mano e la vostra televisione mostrava l’interfaccia di gioco in prima persona, ma non c’erano nemici a profusione da spianare con un mitragliatore qualsiasi.

Certo, nel primo Mirror’s Edge era presente un buon tutorial, ma converrete con me che la cosa straniva parecchio, in quanto prima di “maneggiare” Faith al massimo bisognava togliersi dalla mente che negli FPS si spara a tutto ciò che cammina. Passato questo momento, a voi un parco giochi fatto di tubature e vetro, panche di legno e corse a tempo, parkour selvaggio tra due o più superfici verticali e borse da consegnare, scivolate e sfondamenti in corsa di porte e tutto ciò che ben conoscete.

Perché questo minuscolo appunto? Perché l’insieme di sensazioni che veniva instillato da questa libertà in prima persona e l’approccio al combattimento erano decisamente “wow!”. Non è bello utilizzare questa parola per descrivere un qualsiasi prodotto, ma non sono capace di utilizzare altro che “wow!”, semplicemente racchiude ogni emozione al riguardo.

L’arrivo di Catalyst è stato anche applaudito e osannato, ma adesso che sono passati 7 anni, quel “wow!” è rimasto? Lo si può utilizzare ancora con innocenza? Ho messo mani, piedi e scarpe da corsa su questo titolo durante la GamesWeek lombarda e…

 

Mirror's Edge Image 1

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…”wow!”

La pre-alpha in esame comprendeva un video iniziale e libertà di azione in una grande area, compresi tre segnalatori per dare il via ad alcune corse a tempo su diverse modalità, il tutto con una durata massimo di una ventina di minuti. Il video iniziale, sebbene molto “sporco” a livello qualitativo, a causa della versione proposta, mi ha fatto sicuramente battere il cuore, senza mezzi termini, e risvegliato lo spirito assopito da Runner. Perchè alla fine si tratta proprio di questo: Mirror’s Edge non è mai stato un gioco da prendere, giocare e buttare sullo scaffale, ma un titolo pieno di passione che offriva adrenalina come pochi altri.

La differenza fondamentale rispetto al passato, tolta la grafica in full HD e una fluidità che in passato potevo solo sognare, è la possibilità di avventurarmi in una città liberamente visitabile, molto vasta e viva. I tre indicatori missione disponibili comprendevano una corsa a tempo, il recupero e consegna di un pacchetto dati e un percorso pieno di nemici da abbattere acrobaticamente: non è stato molto impegnativo portare a termine i compiti, ma la cosa che mi ha stupito di più è stata la bellezza della nuova ambientazione. La Città di Vetro, con i suoi pinnacoli tecnologici, le sue facciate a specchio e tutto quel bianco mi ha lanciato indietro nel tempo, facendomi provare un’emozione pari, se non superiore, a quando impugnai il pad nel primo capitolo, lasciandomi incollato allo schermo quasi pregando di poter affrontare la demo da capo.

La risposta degli addetti allo stand è stata ovviamente negativa, a causa della bolgia fuori dal booth Electronic Arts, ma sono felice di aver visto che una volta tanto non si riporta in vita un videogame storico solo per far cassa, ma prendendo quello che ha già offerto per migliorarlo all’ennesima potenza.

Certo, il fatto di eliminare le mappe di gioco in favore di un ambiente open world è rischioso, ma vale la pena provarci. Che altro aggiungere? Mirror’s Edge Catalyst ha fatto la sua porca figura, facendomi di nuovo esclamare “Wow!”, ora non mi resta che attendere con impazienza nuove informazioni e video, in modo da crogiolarmi nell’hype.

Sono obbligato a riutilizzare la citazione dell’anteprima del buon Dex per chiudere l’esperienza perché, a conti fatti, si tratta proprio di questo, sperando che non si scelga nuovamente come doppiatrice Asia Argento, a mio parere troppo “piatta” come interpretazione:

 

Faith non è mai stata così bella.

 

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