24 Apr 2016

Mirror’s Edge Catalyst – Impressioni dalla Beta

Il lavoro creativo non è sempre basato su scienze esatte e formule perfette, ma è spesso un percorso difficile di conflitti e dubbi.

La sensazione di avere per le mani qualcosa di bello, che valga la pena condividere con il mondo intero, può facilmente lasciare spazio a quella di inadeguatezza e odio verso la propria opera. Mirror’s Edge, l’originale, è un po’ figlio di questo principio: il titolo era infatti estremamente originale e peculiare per l’epoca, e proponeva come mai prima d’ora la possibilità di vestire i panni di un runner, con la fluidità e la potenza visiva e la sensazione di libertà che solo un videogioco può offrire.

Peccato però che, nonostante i buoni propositi, Mirror’s Edge abbia fallito sotto diversi punti di vista, uno su tutti il sistema di combattimento. Mirror’s Edge Catalyst si pone quindi l’obiettivo di prendere quel lavoro creativo, e di esplorarne la visione con una nuova consapevolezza, frutto dei feedback dei giocatori e delle nuove possibilità offerte dalle console di “nuova generazione”.

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Con tanta curiosità ci siamo quindi gettati nella Closed Beta, che si sta tenendo in questi giorni e che ci ha permesso di provare un paio di missioni storia e qualche attività secondaria, ma soprattutto ci ha permesso di provare con mano il nuovo sistema di movimento e combattimento. Catalyst si presenta infatti al pubblico come un vero e proprio reboot, una seconda chance per DICE per dimostrare che quell’idea funziona, ma andava semplicemente approcciata in modo differente. Ed infatti la storia di Faith non è poi così diversa dal passato: racconta di una ragazza in fuga dal suo passato, e di una città dominata da un pericoloso agglomerato, intralciato dai runner, veri e propri ladri di informazioni che si spostano solo attraverso i tetti e le strutture cittadine. Un concept che funziona benissimo, e che trova in Catalyst un respiro tutto nuovo. La città perde infatti la struttura a livelli e diventa vera, liberamente esplorabile e ricca di spunti per sfide tra giocatori e per mettere alla prova le proprie abilità di runner.

Scorrazzare per la città si è rivelato estatico, un piacere e anche una sfida

Questo è forse l’aspetto più importante e cruciale per Catalyst, che in fase di recensione andrà ad influenzare maggiormente il voto finale: i movimenti di Faith sono tutti affidati ai tasti dorsali, con salto, scivolate e manovre che vanno effettuate combinando i diversi tasti. In tal senso, il feeling e la fluidità del sistema di controllo, insieme a del buon level design, ci fanno ben sperare sulla bontà del prodotto finale. Scorrazzare per la città si è rivelato estatico, un piacere e anche una sfida. Nonostante l’introduzione di un albero di abilità (legate a combattimento, movimento e a caratteristiche peculiari di Faith), sbloccabili attraverso un sistema di punti esperienza, il titolo non si gioca da solo ma anzi richiede una cerca padronanza ed un certo occhio per raggiungere i punti nel miglior modo possibile. Ed in questo senso è lo stesso gioco a dircelo, poiché pur permettendo al giocatore di attivare la “visione runner”, che indica al giocatore la strada da seguire evidenziandola gli appigli giusti in rosso, quella indicata dal gioco potrebbe non essere la strada più veloce e comoda. Il giocatore è quindi invitato a sperimentare, a fare proprie le meccaniche di gioco per diventare un tutt’uno con esse. 

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Sono tante le missioni che ci permettono, soprattutto nella beta, di migliorare di sfidare i nostri riflessi e di conoscere alcuni dei personaggi secondari, che propongono missioni sempre diverse ma che per forza di cose andranno esplorate in fase di recensione, per giudicarne varietà e qualità. Il lavoro svolto sul sistema di combattimento è  invece estremamente rassicurante, perché elimina del tutto la possibilità di far utilizzare armi a Faith e da al giocatore nuove possibilità di aggirare o eliminare i nemici. Si va dalle più semplici combo di attacchi, ad un sistema che permette di non interrompere il nostro “flow” colpendo i nemici al volo o subito dopo avere superato degli ostacoli, per arrivare ad una comoda gestione della schivata, affidata sempre ai tasti dorsali, che permettono a Faith di aggirare con facilità gli attacchi nemici per poi ripartire con l’offensiva. Da un punto di vista tecnico, è indubbia la bellezza con cui il Frostbite Engine riesce a portare su schermo la città e a dare vita ad un contesto credibile ed affascinante, dalle luci ai riflessi, il gioco offre scorci niente male per i giocatori più intraprendenti, quasi a volerli ricompensare dopo una lunga e impegnativa scalata. Al di là di qualche calo di frame-rate, Mirror’s Edge Catalyst si difende piuttosto bene, con un design accattivante (proprio come l’originale) e dei personaggi ottimamente definiti. Risolte le incertezze e qualche problema di aliasing, il titolo potrebbe agilmente diventare uno dei più belli tra il ricco portfolio DICE.

Insomma, se non si fosse ancora capito questa beta di Mirror’s Edge Catalyst ha iniettato in noi una sana dose di fiducia per il progetto DICE e EA, che pare siano riusciti a trovare un equilibrio tra l’oper world e il sistema di movimento, nonché tra queste stesse esigenze e la necessità di fare anche un po’ a pugni. Perché non di soli salti e rotolate si vive, dopotutto.

Attendiamo quindi con entusiasmo e curiosità l’arrivo di Mirror’s Edge Catalyst sul mercato, slittato nuovamente, anche se solo fino al 7 giugno, consci che solo in fase di recensione potremmo appurare gli effettivi meriti (e demeriti) del titolo DICE.

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