Milestone, italico baluardo tra le centinaia di software house straniere, è da sempre riconosciuta, pur se con risultati alterni, come punto di riferimento dei racing game in ambito rallystico e motociclistico.
Ed è appunto in questo ultimo settore che Milestone torna a colpire, grazie a Monster Energy Supercross, racing game dedicato all’omonimo sport, rivisitazione in chiave americana del nostrano motocross spostato, per l’occasione, in ambienti indoor costruiti ad hoc in funzione della massima spettacolarizzazione del risultato, aumentando a dismisura le caratteristiche dell’antesignano europeo e portandole alla loro massima potenza.
A fronte di una offerta di titoli racing impressionante, Milestone è stata spesso criticata per l’uso di un motore grafico-fisico solo parzialmente all’altezza del suo blasone: per porre rimedio a questo problema, ammesso e conosciuto anche dalla stessa software house, si è scelto di ricorrere al rodatissimo Unreal Engine 4.
Monster Energy Supercross è infatti il primo titolo della casa milanese sviluppato interamente con il potentissimo motore made in Epic. Sarà dunque bastata questa scelta per porre rimedio alle varie magagne dei passati titoli Milestone? Scopriamolo insieme.
Adozione dell’Unreal Engine 4 a parte, Monster Energy Supercross può essere considerato, a tutti gli effetti, una immensa evoluzione tecnica di MXGP: il know how maturato dai ragazzi di Milestone con la suddetta iterazione motociclistica è servito loro per rivedere ed adattare le dinamiche di gioco ad ambienti più vasti, più polverosi e, ovviamente, a ritmi di gioco più frenetici e spettacolari rispetto a quelli di una “ordinaria” stagione di MotoGP. Nella fattispecie non dovremo più ricercare la velocità massima bensì, in pieno stile supercross, il modo più indolore per percorrere il circuito, minimizzando gli urti con le asperità dello stesso e utilizzando i dislivelli per meglio orientare l’andatura e la direzione della nostra moto. Per far ciò non sarà però sufficiente un sapiente uso di accelerazione e frenata: la giocabilità di Monster Energy Supercross ci porterà infatti ad aggiungere al sopraccitato dualismo una perfetta gestione del peso di moto e pilota, al fine di attutire o maggiorare il più possibile l’urto con il circuito e favorire, così facendo, una corretta immissione in rettilinei o curve.
Una immensa evoluzione tecnica di MXGP
Tutto ciò viene reso alla perfezione mediante l’utilizzo dei due stick analogici, quello sinistro utilizzato per controllare i movimenti della moto e quello destro per gestire l’inclinazione del pilota e, conseguentemente, il peso del motoveicolo: il controllo così risultante, fluido e mai problematico, viene ulteriormente complicato dalla continua deformazione del terreno, dovuta al passaggio delle altre moto, deformazione che modificherà la solidità del circuito stesso arrivando a creare nuove insidie per qualsiasi aspirante pilota. Ed è appunto in questo ambito che Monster Energy Supercross mostra le prime lacune: la certosina attenzione impiegata nella realizzazione del modello fisico, grazie anche alla duttilità dell’Unreal Engine 4, non pare essere stata impiegata, inspiegabilmente, nella gestione delle cadute e degli dinamiche di collisione. Il più delle volte, impattare contro un avversario porterà ad un rimbalzo laterale, molto spesso seguito dalla caduta dell’opponente e, solo raramente, al nostro disarcionamento: anche in caso di caduta, poi, l’animazione della stessa sarà infinitamente più povera delle rimanenti, lasciandoci inspiegabilmente riversi per terra e, pochi secondi dopo, magicamente in piedi come se nulla fosse successo. Due macchie, collisioni e cadute, che stonano pesantemente in un quadro di insieme tutto sommato soddisfacente.
Mollando, almeno per ora, il comparto tecnico, passiamo ad esaminare la proposta di gioco fornitaci da questo Monster Energy Supercross, vero cuore pulsante dell’ultimo prodotto Milestone. Grazie all’acquisizione della licenza Supercross avremo a disposizione l’intero roster dei piloti di questa specialità, potendo comunque decidere di creare da zero un nostro alter ego digitale, utilizzando l’annesso editor che però, almeno in questo segmento, non brilla certo per duttilità e versatilità nella riproduzione delle nostre fattezze. Una volta creato il nostro omonimo digitale potremo affrontare un Time Trial, lottando contro noi stessi al fine di ottenere il miglior tempo assoluto, allenarci su un tracciato specifico simulando una gara, partecipare ad un campionato o iniziare la modalità carriera, percorrendo dalle serie minori (250) il lungo cammino che ci porterà in sella alle belve a due ruote da 450cc, aumentando esponenzialmente la difficoltà tanto nella gestione della moto quanto nel controllo della stessa. Nostro compito sarà raggiungere il maggior numero di vittorie possibile al fine di attirare l’attenzione degli sponsor e guadagnare sempre più crediti grazie ai quali personalizzare le nostre cavalcature motorizzate. La modalità carriera rappresenta, inaspettatamente visto il CV Milestone, un grosso passo indietro rispetto ad altri giochi della software house milanese: qui basterà vincere e progredire di livello per attirare sponsor. Non sarà dunque possibile negoziare con gli stessi le condizioni di affiliazione e, in generale, tutto quello che si vede nella modalità carriera sembra una iper-semplificazione di quanto visto in Valentino Rossi: The Game.
Ci troveremo dunque ad avanzare continuamente di livello, guadagnando sempre di più e avendo a che fare, gara dopo gara, con piloti gestiti da una intelligenza artificiale sempre più “tignosa” ma dannatamente discontinua e fallace. Se infatti i piloti avversari diventeranno volta dopo volta sempre più combattivi, assisteremo parimenti ad inspiegabili amnesie grazie alle quali gli stessi rimarranno bloccati o incredibilmente rallentati in curva o su rettilinei permettendoci facili sorpassi, questo indipendentemente dalla difficoltà settata e dagli aiuti alla guida attivati nel menù di gioco.
Il nostro compito sarà quello di raggiungere il maggior numero di vittorie possibile, al fine di attirare l’attenzione degli sponsor
Mal gestito anche il meccanismo di replay, utile sì a correggere il tiro in caso di gravi errori ma potente al punto tale da permetterci di riavvolgere la gara anche dopo che i piloti avranno tagliato il traguardo dopo un nostro errore all’ultima curva: un repentino e sistematico utilizzo dello stesso rischierebbe così di svilire il reale valore del gioco e di far perdere interesse nello stesso dopo poco. Per una IA realizzata in modo zoppicante, dobbiamo mettere a registro la presenza di un editor di tracciati a dir poco meraviglioso, editor grazie al quale potremo creare in modo semplice, sfruttando l’immensa duttilità offertaci dall’Unreal Engine 4, i nostri tracciati personalizzati e condividerli con la community per aumentare a dismisura la già elevata longevità del gioco made in Milestone.
Graficamente, la versione Xbox One da noi testata risulta acerba e ancora non ottimizzata a dovere: che si parli di sistematici rallentamenti nelle situazioni di maggiore affollamento su schermo, di tempi di caricamento eccessivamente lunghi o di un dettaglio grafico tutt’altro che next-gen, è palese quanto la software house milanese stia ancora prendendo la mano con l’Unreal Engine 4 e quanto il codice a nostra disposizione abbia e avrà bisogno di ulteriori fasi di pulizia post-lancio. Riguardo il comparto audio, Monster Energy Supercross svolge il compito senza infamia né lode, non brillando però per originalità o numero di dettagli inseriti.
Monster Energy Supercross – The Official Game rappresenta la prima incursione degli italianissimi ragazzi di Milestone nel mondo dell’Unreal Engine 4 e, come ogni prima volta, presenta cose da salvare e altre da rivedere pesantemente. Pur avendo svecchiato il motore grafico utilizzato nelle precedenti produzioni, ben forti comunque del know how maturato con MXGP e con i tanti altri racing game prodotti, Milestone compie un parziale passo falso, creando un prodotto divertente, longevo e tecnicamente ben realizzato (per quanto concerne dinamiche di gameplay, attrito della moto, reazione alle differenti superfici e così via) ma con addosso evidenti limiti di sviluppo, bug, glitch grafici e una grafica non all’altezza della current gen. Al netto di questi problemi di gioventù Monster Energy Supercross si dimostra un prodotto piacevole da giocare, dotato di un gameplay fresco e accattivante capace di renderlo un trial & error di altissima caratura, minato però da una fisica delle collisioni a volte ballerina e da una IA ben tarata ma, purtroppo, tutt’altro che continua. A terminare l’offerta giunge un potente editor di piste che, grazie alla sua duttilità, aumenterà di molto la longevità del titolo Milestone che, nonostante i peccati di gioventù, risulta essere un passo in avanti per Milestone e un punto di partenza per le future produzioni dello studio milanese. |
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