Monster Hunter è una serie che conta ormai tanti fedeli appassionati, lo dimostra il successo di World ma ancor di più quello di Rise, in arrivo su Nintendo Switch. L’annuncio di una versione demo ha travolto l’eShop di Nintendo come un Barroth, “rompendolo” per qualche ora a causa del grande afflusso di persone pronte a scaricarla. La demo l’ho provata anch’io, restando davvero sorpreso dai notevoli passi in avanti ottenuti anche sulla piccola ibrida.
Il RE Engine è incredibilmente ottimizzato, e riesce a restituire la fluidità e alcune scelte di design introdotte in World anche su una macchina decisamente meno performante. Certo, la mole poligonale e la ricchezza di particolari si perde in buona parte, ma chi se ne frega in fin dei conti? Del resto Monster Hunter non è mai stato giocato per il suo comparto tecnico, come dimostrano intere generazioni di caccia spese su PSP o 3DS. World, in questo senso, fu un cambio di rotta repentino, portando la serie per la prima volta su console HD.
La mia voglia di cacciare mostri in compagnia è ritornata più forte che mai, tanto da portarmi a scavare nei ricordi per ripercorrere insieme a voi le gioie e i dolori della caccia made in Capcom. Una caccia che ad essere onesto è iniziata per me tanti anni fa, proprio su Playstation Portable. La piccola console Sony era un gioiellino, tanto da aver convinto Capcom a rischiare con il suo neonato brand a base di mostri con una serie di porting/espansioni dell’originale Monster Hunter pubblicato originariamente su PlayStation 2. La saga non aveva ancora preso piede, tanto meno dalle nostre parti, dimostrandosi inadatta e acerba ai tempi del suo debutto sulla console a 128-bit. Non tutti lo sanno, ma nel primissimo capitolo si attaccava direzionando l’analogico destro. Sì, follia pura.
Nessuna serie è mai stata in grado di restituirmi queste sensazioni come quella di Capcom
Fortunatamente, con l’arrivo del Rango G e del Freedom su PSP, le cose iniziarono a cambiare. La portabilità della console, unita alla grande passione per il gaming in locale dei giapponesi, portò la serie di Capcom ad esplodere, diventando ben presto non solo un successo commerciale ma un vero e proprio fenomeno di massa. Pensate che Monster Hunter Freedom Unite ha venduto 50 milioni di copie solo nel 26 giugno 2009. Insomma, non proprio numeri insignificanti.
Proprio qui inizia il mio viaggio, con l’acquisto, un po’ alla cieca, di Freedom Unite per la mia PSP Slim & Lite, che ancora custodisco gelosamente. Il primo approccio con la serie non è stato dei più rosei, gioco cocciuto e cattivo nonché privo di una traduzione italiana. Capirne i meccanismi e le regole non era semplice, soprattutto se giocato da soli. L’avventura non era predisposta ad un vero e proprio multiplayer online, nonostante la community avesse trovato un modo per ovviare al problema con dei “LAN” party un po’ farlocchi. Si sfruttavano programmi esterni o l’ad-hoc party di PS3. Altri tempi, amici cacciatori.
Dicevo, Monster Hunter Freedom Unite era difficile, molto. Ricordo ancora perfettamente la sensazione di frustrazione nel morire ancora e ancora contro un Giadrome, su quelle maledette montagne innevate. Una volta superato questo primo scoglio, mi sembrava di aver scoperto la Luna. Una soddisfazione e una gioia senza precedenti, unita alla bellissima gratificazione di poter usare i materiali ricavati per costruire nuovo equipaggiamento. Sotto questo aspetto, non c’è davvero niente di simile a Monster Hunter, ed è proprio questo che lo rende splendidamente unico anche dopo tutti questi anni.
Peccato per il secondo scoglio, che non tardò ad arrivare. Un gorilla rosa, un po’ goffo e buffo che tradiva però una cattiveria oltre ogni limite. Mi lanciava la sua cacca, non in segno di sfida, ma quasi a volersi prendere gioco di me. Tra un peto e l’altro di quel maledetto Congalala, s’interruppe anzitempo l’avventura con Monster Hunter Freedom Unite. Spenta la mia PSP, sentivo di non poter superare le sfide che il gioco mi poneva davanti.
Dopo qualche anno le cose cambiarono, ritornai sulla mia fedele PSP supportato da amici. Capii che il segreto per domare Monster Hunter consiste nell’iterazione e nella collaborazione. Ripetere missioni per ottenere materiali da riutilizzare, e collaborare con altri cacciatori per comprendere meglio gli stili di caccia e le diverse strategie da mettere in atto. Un’esperienza bellissima, che portai con me su Wii con il bellissimo Monster Hunter Tri. Per la prima volta si poteva giocare facilmente in multiplayer online.
Fu per me un’epopea strepitosa, che riempiva le mie giornate e mi spingeva ad aiutare o a collaborare con altri cacciatori in tutto il mondo. Il mio personaggio cresceva e otteneva equipaggiamento migliore, così come io accrescevo la mia conoscenza ed esperienza sul gioco. Interi pomeriggi estivi di un’adolescenza un po’ sofferta, acquisivano nuovo significato se spesi battagliando contro Ludroth Reali o Lagiacrus.
Tutto in nome della caccia, del valore comunitario che assaltare un Jhen Mohran, in quattro, significava per noi. Condividere una sconfitta ma soprattutto una vittoria, migliorarsi ma aiutare anche gli altri a farlo. Monster Hunter nel tempo è diventato più accessibile, ma non ha mai tradito il suo spirito originale. Ha permesso a tanti altri giocatori di avvicinarsi alla serie, e di questo posso solo che esserne felice. Da quei primi passi nel villaggio di Pokke ne è passata di acqua sotto i ponti, come dalle centinaia di ore spese su Tri e poi Monster Hunter 4. Nessuna serie è mai stata in grado di restituirmi queste sensazioni come quella di Capcom.
Per questo motivo guardo alla release di Monster Hunter Rise con grande entusiasmo. Il tempo è sempre meno e le responsabilità sempre di più, ma la voglia di condividere le emozioni della caccia insieme a qualcuno non è mai scemata. Anzi, dopo un 2020 fatto di rinunce e separazioni, mi sembra di averne bisogno ancora di più.
Ci si vede online, cacciatori.
Monster Hunter Rise è preordinabile online e in negozio da GameStop Zing, in arrivo il 26 Marzo 2021.
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